Arte: a Brescia "La linea d’ombra", doppia mostra personale di Domenico Dell’Osso e Paolo Gheda

L'appuntamento per l’Opening è per domani alle ore 18.00, alla Galleria Gare 82 . La mostra propone due esperienze diverse, una più concettuale e meditativa, l’altra più narrativa e introspettiva, alternando osservazione e contemplazione.

di Paola Pucciatti
Venerdì 24 Ottobre 2025
Brescia - 24 ott 2025 (Prima Pagina News)

L'appuntamento per l’Opening è per domani alle ore 18.00, alla Galleria Gare 82 . La mostra propone due esperienze diverse, una più concettuale e meditativa, l’altra più narrativa e introspettiva, alternando osservazione e contemplazione.

La linea d’ombra, è il titolo della doppia mostra personale di Domenico Dell’Osso e Paolo Gheda organizzata da Gare 82. Appuntamento per l’opening è per domani sabato 25 ottobre 2025, alle ore 18.00, in via Villa Glori 5, a Brescia. L’esposizione è visitabile fino al prossimo 15 novembre 2025. 

 

Gare 82 promuove l’arte contemporanea, i giovani artisti emergenti e mid-career oltre ad essere Archivio degli artisti Stefano Bombardieri, Anna Coccoli, Iros Marpicati. 

 

La linea d’ombra propone due percorsi artistici assai diversi per linguaggio e tecnica che, incontrandosi in un unico spazio espositivo, offrono al visitatore un dialogo tra materia, luce e introspezione attraverso le proprie opere che, pur differendo, condividono una riflessione sul modo in cui percepiamo il tempo e reagiamo alla complessità del presente. 

 

La mostra propone due esperienze diverse, una più concettuale e meditativa, l’altra più narrativa e introspettiva, alternando osservazione e contemplazione. 

 

Le opere di Domenico dell’Osso trasformano la pittura in un racconto introspettivo incentrato sull’“omino”, figura simbolica e autobiografica che rappresenta l’artista stesso e le sue riflessioni sul vivere contemporaneo. 

 

Nella serie L’inerzia dell’epoca contemporanea, l’omino arretra dalla scena, ridotto a spettatore disarmato di fronte al caos del presente, alle crisi e ai conflitti che travolgono il mondo. Come afferma l’artista, egli “resta basito in un angolino”, consapevole dei limiti della volontà individuale nel generare bellezza e bene comune. 

 

Le nove tele recenti, affiancate da tre opere del 2021, delineano un percorso interiore che attraversa il silenzio del lockdown, la rinascita della speranza e la consapevolezza che solo l’amore può sanare le fratture dell’esistenza. 

 

L’artista trasforma la propria fragilità in metafora collettiva, offrendo un momento di contemplazione sul tempo presente. 

 

Paolo Gheda con la sua ricerca indaga la relazione tra luce, superficie e percezione, esplorando come la luce plasmi lo spazio visivo e trasformi la materia in esperienza sensoriale. Le opere, realizzate in legno e cemento, si presentano come superfici monocrome in cui la materia diventa insieme struttura e poesia. Attraverso rilievi e variazioni di spessore, l’artista costruisce campi visivi che reagiscono alla luce, mutando con il punto di vista e le condizioni ambientali. Le ombre, generate dalle modulazioni della superficie, rivelano la dimensione temporale e percettiva insita nella materia. Pur richiamando l’arte cinetica, Gheda non ricerca l’illusione del movimento, ma una riflessione sulla soglia tra visibile e invisibile, tra presenza e assenza. Le sue opere si offrono come spazi di contemplazione, dove cemento e legno, materiali concreti e silenziosi, diventano strumenti per indagare la luce, che si fa sostanza del pensiero e misura del tempo. 


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