Aveva 87 anni Nino Marazzita il Principe del Foro di Roma Capitale

Avvocato di grande tradizione e di grande spessore.

di Pino Nano
Giovedì 08 Maggio 2025
Roma - 08 mag 2025 (Prima Pagina News)

Avvocato di grande tradizione e di grande spessore.

Nino Marazzita era, e rimarrà per sempre credo, il vero Principe calabrese del Foro romano. Avvocato di grande tradizione, di grande spessore, di grande fascino. Uomo intelligente, arguto, preparatissimo, e non solo in tema di diritto, che era il suo pane quotidiano, ma il suo studio era una sorta di mecca sacra, dove trovavi di tutto, grandi giornalisti, artisti famosissimi, grand commis di Stato, imprenditori magistrati e inquirenti che avevano affidato a lui le proprie disavventure professionali.

Nino Marazzita era l’uomo che non aveva mai dubbi. Era l’avvocato che ognuno di noi sogna di poter avere nei momenti peggiori della sua vita, perché Nino riusciva sempre a trovare spazio e tempo per un sorriso e un conforto da dare a chiunque bussasse alla sua porta. Era una sorta di sacerdote confessore, a tratti psichiatra e assistente sociale, ma in questo era rimasto calabrese fino al midollo, tu arrivavi da lui e lui ti accoglieva come se tu fossi suo amico da tantissimi anni. Mai un segnale di supponenza, mai una stizza di rabbia, mai una reazione fuori dai limiti.

Cortese, educatissimo, avvolgente e ammaliante. Quando io ho avuto il privilegio di conoscerlo per la prima volta lui era già un uomo potentissimo. Ricordo che non c’era politico di alto rango che non lo chiamasse per chiedergli un consiglio, erano gli anni di Craxi, della Milano da bere, della Roma dalle mille tentazioni, e in questo bailamme di lustrini e di potere vero, Nino Marazzita era la stella polare di quel momento. Negli anni 80 la sua fama era travolgente, e per via delle sue infinite partecipazioni a programmi e trasmissioni televisive era diventato il legale dei VIP forse più ricercato d’Italia.

Nino Marazzita aveva il senso della misura, aveva la capacità di scindere il suo lavoro dai suoi rapporti personali, e quando nel suo studio, o in Parlamento dove spesso lo si poteva incontrare, o in Cassazione dove di fatto lui viveva per lavoro, gli capitava di incontrare un palmese o un reggino, allora la sua vita si fermava. Ti portava al bar, ti faceva una festa incredibile, rispolverava ricordi di famiglia, aneddoti di paese, la Varia, La festa di San Rocco, la piazza principale di Palmi, i bar-pasticceria che stanno di fronte al palazzo di giustizia, la Chiesa madre, i sacerdoti che l’anno animata e vissuta. Era come se in realtà la sua vita si sdoppiasse, metà a Palmi, metà a Roma, e viceversa. Era questa la vera magia della sua vita. Che aggiunta ad una eloquenza d’altri tempi, erudita e forbita, faceva di lui una sorta di Solone moderno. Che meraviglia.

Era nato a Palmi il 2 aprile 1938 e lo studio che oggi qui a Roma, al numero 9 di Via Vincenzo Tangorra, porta il suo nome nei fatti era stato fondato negli anni venti a Palmi, da suo padre, l'avv. Giuseppe Marazzita, altra icona del mondo giudiziario reggino e calabrese, sindaco, consigliere provinciale, senatore della Repubblica, vice presidente dell'Istituto autonomo delle case popolari e giudice aggregato della Corte Costituzionale. Figlio d’arte, insomma, sotto tutti i profili immaginabili.

A dare la notizia della sua morte è stato suo figlio Giuseppe, avvocato come lui, sul suo profilo fb, e con questa dolcezza: “"Oggi mio padre ha combattuto con la grinta di sempre l'ultima battaglia, quella che nessuno può vincere. Lascia un grande vuoto, insieme al ricordo indelebile della sua intelligenza, della sua ironia, della sua grande umanità e della sua dolcezza".

Un padre famosissimo, che era stato avvocato di parte civile nel processo per l'omicidio dello scrittore Pier Paolo Pasolini e che aveva rappresentato la famiglia di Rosaria Lopez nel processo per il massacro del Circeo. Ma era stato anche il legale di Eleonora Moro nel processo sull'omicidio di Aldo Moro. Tra i suoi assistiti- scriveva ieri l’inviato di Repubblica- “personaggi che andavano da  Jaen Paul Sartre, a Corrado Alvaro al settimanale “Il Male”, a Franco Pazienza, ex agente del Sismi, a personaggi famosi dello spettacolo, come Antonio Lubrano, Gioia Scola, Rita Dalla Chiesa, Claudio Amendola, Isabella Rossellini, o politici importanti come l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli”.

Intellettuale sofisticatissimo, giornalista e scrittore insieme, Nino Marazzita ha diretto la rivista giuridica 'L'Eloquenza', fondata dal prof. Giuseppe Sotgiu, di cui è stato allievo nei primi anni della professione. Ma dal 1985 al 1995 ha condotto una serie di trasmissioni radiofoniche su Radiouno, tra cui 'Uno studio per voi', rispondendo ai quesiti degli ascoltatori su questioni giuridiche. Ha collaborato per anni con la rivista di criminologia “Detective & Crime”, con la rivista 'Polizia e Democrazia" e condotto per Rai Notte la rubrica televisiva 'L'Avvocato risponde', su Rai Due, nella quale esaminava quesiti giuridici proposti dai telespettatori. È stato, inoltre, consulente e ospite quasi fisso per “Italia: istruzioni per l'uso” su Rai Radio 1 e RaiNews, condotto da Emanuela Falcetti, mentre dal 2013 al 2019 aveva fatto parte del cast giuridico del tribunale televisivo di Canale 5 e Rete 4, 'Forum' e 'Lo Sportello di Forum'. Autore infine, insieme a Matilde Amorosi, del volume 'L'avvocato dei diavoli: da Pietro Pacciani a Donato Bilancia: un protagonista racconta quarant'anni di crimini e misteri italiani', edito da Rizzoli nel 2006 e in cui troverete per intero il fascino della toga che Nino Marazzita indossava in tribunale per mestiere e in televisione per svago, senza mai lasciarla neanche un solo istante della sua vita.

Non so cosa il figlio Giuseppe e sua sorella Silvia decideranno di fare, ma lo immagino ai funerali romani avvolto per l’ultima volta nella sua vecchia toga, con questo su eterno sorriso da guascone e bohemienne d’altri tempi.


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