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60 artisti invitati a esporre, 8 giorni di mostra, performance ed eventi, 8 giorni di festa.
60 artisti invitati a esporre, 8 giorni di mostra, performance ed eventi, 8 giorni di festa.
Otto giorni di arte sui balconi e di performance ed eventi in strada offerti gratuitamente alla città, con sessanta artisti coinvolti: si annuncia variegata e piena di sorprese la quarta edizione della mostra-festa “Il mattino ha Lory in bocca”, ideata nel 2022 e curata anno dopo anno da Francesco Paolo Del Re.
Dal 24 al 31 agosto 2025, l’incrocio tra via Dalmazia e via Spalato a Bari, alle spalle della pinacoteca, viene abitato e vivificato da una vera e propria festa d’arte dedicata al quartiere Madonnella e ai suoi abitanti. Realizzata con il supporto organizzativo di Loredana Savino (la “Lory” evocata dal titolo della mostra) e di Matteo De Napoli che su via Dalmazia abitano e sono collezionisti d’arte, “Il mattino ha Lory in bocca” si inaugura domenica 24 agosto a partire dalle ore 19 ed è visitabile liberamente da chiunque passi per strada a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’iniziativa ha il patrocinio dell’Assessorato allo Sviluppo locale e alla Blue economy del Comune di Bari.
Gli artisti protagonisti della mostra e degli eventi serali sono sessanta: Natascia Abbattista, Marco Affaitati, Pier Alfeo, Alice e Ahad, Mariantonietta Bagliato, Gianmaria Battafarano, Michele Bellini, Angelo Bellobono, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Valeria Carrieri, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Roberta Cotterli, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Francesco Rocco Ferruccio, Luciana Galli, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Axel Gouala, Mon Jelly, Dana Kamel, Ferencz Kilian, Silvana Kuhtz e Poesia in Azione, Paolo Laudisa, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Peppe Losapio, Francesco Malizia, Rita Mandolini, Rosaria Lucia Marrone, Iula A Marzulli, Barbara Mazzetta, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Molinaro, Rosy Moretta, Mario Nardulli, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Cristiano Pallara, Alessandro Passaro, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Nunzia Picciallo, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Massimo Ruiu, Andrea Rupolo, Ester Santovito, Loredana Savino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Francesca Speranza, Donato Trovato, Claudio Zorzi.
Anche quest’anno la proposta è duplice, giocata su due piani spesso intersecantesi: una mostra collettiva di arte da guardare con il naso all’insù, per non lasciarsi sfuggire neanche una delle opere – grandi e piccole – esposte sui balconi e fatte sventolare giù dalle ringhiere e lungo le facciate dei palazzi, e un serrato calendario di appuntamenti serali, che invitano il pubblico a radunarsi e a lasciarsi stupire da incantesimi e malie che appaiono e scompaionoper il tempo di una performance, di un happening artistico, di un lampo di teatro urbano, di un guizzo di danza, di una lettura di poesia, di un laboratorio o di un gioco, di un momento di pittura en plein air o di costruzione condivisa di un’opera d’arte collettiva.
“Una grande giostra di eventi senza palco e senza sipario – spiega il curatore Francesco Paolo Del Re – coinvolge direttamente in prima persona sia chi a Madonnella abita e offre il proprio balcone per ospitare l’intervento degli artisti, sia il pubblico che non manca di onorare questo appuntamento ormai fisso dell’estate barese, sia i semplici passanti capitati per caso tra un dipinto e una scultura volante. Si trovano tutti insieme a vivere l’esperienza condivisa di una mostra che diventa una festa.
In questa sfacciata occasione di abitare artisticamente le facciate dei condomini si ritrova, opera dopo opera, evento dopo evento, una comunità più salda e più solidale, fatta di persone diverse che partecipano con gioia e curiosità, ciascuna a modo proprio, alla costruzione di un grande monumento effimero fatto di meraviglia, stupore, momenti di riflessione e impulsi di impegno civile e sociale.
Un ritmato susseguirsi di incontri, di scambi, di momenti di partecipazione collettiva e di conoscenza reciproca vede protagonisti in primis i cittadini del quartiere e poi, in mezzo a loro e adottati da loro, i tantissimi artisti che espongono, portando a Bari le loro opere da varie parti dell’Italia e dall’estero”.
Sono multiformi e inaspettati gli interventi artistici sospesi sui palazzi e agganciati ai balconi, con la leggerezza del bucato steso ad asciugare.
“Il modo festoso di inventarci gli spazi per una mostra dove spazi espositivi non ci sono – prosegue Del Re – è il nostro antidoto scherzosamente ribelle alla guerra, alle violenze e alla prevaricazione. È un esperimento pacifico di riappropriazione e di liberazione di una città che amiamo. Cerchiamo di contribuire alla sua polifonia con la nostra pluralità. Gli artisti sono invitati a pensare le loro opere in maniera site specific, per adattarsi al particolare contesto espositivo stradale che non è neutro come quello di una mostra allestita dentro una galleria o nelle sale di un museo, ma carico di rumore di fondo e disturbo visivo: una sfida che viene accettata non cercando di sovrastare e sovvertire con le opere il paesaggio urbano o entrando in conflitto con esso, ma sintonizzandosi con il contesto e facendolo entrare nei singoli interventi artistici, in uno scambio reciproco che è la cifra distintiva e peculiare della visione curatoriale che sottende la mostra.
Così, sotto il cielo di Bari, in un quartiere multiculturale che combatte i rischi della gentrificazione e di un turismo distratto, si stagliano le visioni e le provocazioni di artisti che parlano ciascuno con linguaggi e poetiche differenti.
Dipinti, fotografie, sculture volanti o appollaiate, opere tessili, dispositivi sonori, video, opere fluttuanti, opere in fieri che verranno create dal pubblico, pitture invisibili che diventano visibili, installazioni e interventi effimeri trasformano la mostra in un grande caleidoscopio di arte pubblica.
Si scopre, alla fine di questa esperienza, che l’arte è un pretesto per ritrovarsi in strada e stare insieme e che la festa abbraccia l’intera comunità all’insegna di una rinnovata emozione, di un desiderio di bellezza che si fa accoglienza, mescolando l’allegria alla serietà e il gioco al rispetto dell’altro. Per guardare con occhi nuovi e sognanti gli spazi consueti che quotidianamente abitiamo e le architetture note della città e innamorarsi nuovamente e infinitamente della polis e dei valori che la animano”.