Breaking news infrastrutture - Zafarana: transizione energetica richiede pragmatismo tra sicurezza e decarbonizzazione

Il presidente del consiglio di amministrazione di Eni delinea la strategia per conciliare sicurezza energetica e riduzione delle emissioni, puntando su diversificazione geografica, tecnologie ponte e investimenti in ricerca avanzata. Un approccio che mette al centro competitività economica, stabilità sociale e innovazione tecnologica per accompagnare la trasformazione dei sistemi produttivi.

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Mercoledì 03 Dicembre 2025
Roma - 03 dic 2025 (Prima Pagina News)

Il presidente del consiglio di amministrazione di Eni delinea la strategia per conciliare sicurezza energetica e riduzione delle emissioni, puntando su diversificazione geografica, tecnologie ponte e investimenti in ricerca avanzata. Un approccio che mette al centro competitività economica, stabilità sociale e innovazione tecnologica per accompagnare la trasformazione dei sistemi produttivi.

La transizione energetica non può essere affrontata con soluzioni ideologiche ma richiede un approccio pragmatico che sappia bilanciare sicurezza degli approvvigionamenti e obiettivi di decarbonizzazione. È questa la visione espressa dal presidente del consiglio di amministrazione di Eni, Giuseppe Zafarana, che inquadra la sicurezza energetica come pilastro fondamentale per la crescita economica, la competitività industriale e il benessere sociale.

 

La disponibilità di energia sicura, accessibile e affidabile non è solo una questione tecnica ma una condizione essenziale per ridurre le emissioni di CO2 e sostenere la trasformazione dei sistemi produttivi. La sicurezza energetica si articola su tre dimensioni interconnesse: economica, sociale e tecnologica. Sul versante economico, i costi dell'energia incidono direttamente sulla capacità competitiva delle imprese, come dimostrato dalla crisi dei settori energivori europei dopo lo shock dei prezzi seguito all'invasione dell'Ucraina, con il comparto chimico particolarmente colpito.

 

La dimensione sociale riguarda invece l'impatto dei prezzi energetici su occupazione e redditi: aumenti improvvisi delle bollette possono generare tensioni occupazionali e sociali difficili da gestire. Sul piano tecnologico, un sistema energetico stabile e resiliente è indispensabile per sostenere i processi di digitalizzazione e innovazione, con il fabbisogno globale destinato a raddoppiare entro il 2030 per alimentare l'espansione dei data center e lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.

 

Nonostante i progressi delle fonti rinnovabili, oggi l'80% dell'energia primaria mondiale proviene ancora da combustibili fossili. Le rinnovabili, pur in forte crescita, rappresentano una quota ancora limitata del mix energetico globale. Per questo serve un approccio che tenga insieme sicurezza degli approvvigionamenti e decarbonizzazione, senza rinunciare né alla sostenibilità ambientale né alla stabilità del sistema.

 

Le leve strategiche di questo approccio pragmatico sono molteplici. La diversificazione geografica delle forniture riduce la dipendenza da singole aree geopolitiche: progetti di gas naturale liquefatto in Egitto, Mozambico e Congo rappresentano esempi concreti di questa strategia. La diversificazione tecnologica prevede invece l'uso del gas naturale come fonte ponte verso un sistema decarbonizzato, l'impiego di biocarburanti per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti e le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 per valorizzare le infrastrutture esistenti.

 

Gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuove soluzioni energetiche costituiscono un altro pilastro fondamentale, con particolare attenzione alla fusione nucleare, tecnologia che potrebbe rivoluzionare il panorama energetico globale garantendo energia pulita, decarbonizzata e praticamente inesauribile. La collaborazione con partner scientifici e istituzionali è essenziale per accelerare lo sviluppo di queste tecnologie e portarle alla maturità industriale.

 

La protezione degli asset energetici, sia fisici che digitali, rappresenta infine una priorità strategica. La crescente interconnessione dei sistemi energetici e la loro digitalizzazione espongono le infrastrutture a nuove vulnerabilità che richiedono una collaborazione stretta tra aziende, istituzioni nazionali e organismi internazionali. La sicurezza energetica è infatti un bene comune che richiede un'azione condivisa tra governi, imprese, comunità scientifica e cittadini per assicurare resilienza e sostenibilità al sistema.

 

L'obiettivo finale è combinare competitività economica e decarbonizzazione, evitando che la transizione energetica penalizzi la capacità produttiva dei territori o generi squilibri sociali. Solo un approccio equilibrato, che non sacrifichi la sicurezza degli approvvigionamenti sull'altare della velocità di transizione, può garantire una trasformazione sostenibile del sistema energetico a vantaggio delle economie e delle comunità.


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