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De Fazio: "Il sistema rischia il collasso".
De Fazio: "Il sistema rischia il collasso".
“Dall’ordine del giorno della riunione del Consiglio dei Ministri convocata per oggi pomeriggio, ci sembra di capire che ancora una volta la montagna partorirà il topolino. Ma non solo, sarà pure un parto oltremodo travagliato atteso che avviene con un ritardo di ben oltre sei mesi.
Infatti, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento d’esecuzione all’ordinamento penitenziario, in materia di procedimento per la concessione della liberazione anticipata e di corrispondenza telefonica dei detenuti e degli internati, che sarà esaminato in via preliminare, doveva essere già stato emanato entro sei mesi a decorrere dal 5 luglio 2024, data di entrata in vigore del decreto-legge 92/2024, a sua volta infaustamente denominato ‘carcere sicuro’.
Inoltre, le misure in tema di detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti saranno contenute in un disegno di legge, che dovrà affrontare quindi l’iter e i tempi parlamentari.
Niente di niente, poi, per la Polizia penitenziaria, mortificata nel morale, stremata nelle forze e sottoposta a caporalato di stato con trattenimenti in servizio che si protraggono anche per 26 ore ininterrotte”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Dopo che durante mille giorni di governo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ripetutamente professato la riconversione in carceri di caserme dismesse e abbandonato (finalmente) ogni proposito in tal senso, sarà illustrato il programma degli interventi di edilizia penitenziaria per gli anni 2025-2027, anch’esso dettato dal decreto-legge di un anno fa e che, in disparte ogni considerazione sulla salubrità e la rispondenza alle esigenze penitenziarie per chi vi sarà ristretto e per chi dovrà lavorarvi, si pone in contraddizione con le misure anzidette.
Se quelle misure fossero davvero efficaci tanto da determinare la liberazione anticipata o l’accesso in comunità esterna per il numero significativo di ristretti che si sente ipotizzare, è di ogni evidenza che non vi sarebbe l’esigenza di ricorrere a strutture simil container per aumentare i posti detentivi.
Incremento di posti, per di più, che così come per i colloqui e per le telefonate aggiuntive finiranno per gravare sulle spalle degli operatori, sempre più sguarniti nelle carceri. Se è vero, com’è vero, che alla Polizia penitenziaria mancano complessivamente 18mila agenti rispetto al fabbisogno quantificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, è da tener conto che nelle carceri ne mancano 20mila, atteso l’esubero negli uffici ministeriali ed extra-penitenziari”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Ribadito che su questi dati, così come su ogni altro tema penitenziario, siamo sempre disponibili a un confronto pubblico con chiunque, esortiamo nuovamente il Guardasigilli e l’Esecutivo a non continuare a sottovalutare l’emergenza penitenziaria che perdura da troppo tempo non solo per i 62.420 detenuti stipati in 46.774 posti disponibili, ma anche per le carenze strutturali, infrastrutturali, sanitarie e organizzative, con la Polizia penitenziaria che è in gravissimo debito d’ossigeno. Nelle prossime settimane, se non nelle prossime ore, il sistema rischia il collasso. Il Governo lo sappia”, conclude De Fazio.