Caso Almasri: la Cpi avvia un'indagine sull'operato del governo. Nordio: "Ormai si indaga un po' su tutto"

Secondo quanto riporta Avvenire, il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia di un rifugiato sudanese. Martedì all'Eurocamera dibattito sulla "protezione del sistema di giustizia internazionale", il M5S presenterà ricorso.

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Giovedì 06 Febbraio 2025
Roma - 06 feb 2025 (Prima Pagina News)

Secondo quanto riporta Avvenire, il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia di un rifugiato sudanese. Martedì all'Eurocamera dibattito sulla "protezione del sistema di giustizia internazionale", il M5S presenterà ricorso.

La Corte Penale Internazionale ha aperto un'indagine in merito all'operato del governo per "ostacolo all'amministrazione della giustizia ai sensi dell'articolo 70 dello Statuto di Roma" in merito al caso Almasri. E' quanto riporta il sito web del quotidiano Avvenire.

L'indagine è partita a seguito di una denuncia presentata dai legali di un rifugiato sudanese, ricevuta dall'Ufficio del Procuratore e, in seguito, trasmessa al cancelliere e al presidente del Tribunale internazionale, in cui si fanno i nomi della premier Giorgia Meloni, del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e di quello dell'Interno, Matteo Piantedosi.

Nel 2019, il rifugiato aveva raccontato agli inquirenti internazionali le torture che lui e sua moglie avevano subito per mano del generale Almasri, quando erano prigionieri in Libia.

Nella denuncia di 23 pagine, l'uomo, proveniente dal Darfur e con lo status di rifugiato in Francia, ha raccontato che lui, la moglie e altre persone del loro gruppo erano stati "vittime di numerosi e continui crimini". Nel 2019 l'uomo aveva fornito all'Ufficio del Procuratore "un'ampia serie di prove" che, secondo lui, mettevano in risalto le responsabilità di alti funzionari europei ed italiani per aver favorito l'attuazione di crimini contro l'umanità in Libia.

La sua testimonianza, insieme ad altre, è contenuta nell'atto d'accusa allegato al mandato di cattura per Almasri, che è accusato di crimini contro l'umanità e di guerra.

Avvenire riporta che nell'atto di denuncia ci sarebbero delle imprecisioni, come ad esempio l'indicazione della permanenza di Almasri "in Italia per 12 giorni". In realtà, il generale libico era stato prima in altri Paesi europei, poi in Italia, dove sarebbe rimasto 4 giorni, dal 18 al 22 gennaio, quando, su ordine della Corte d'Appello di Roma, è stato scarcerato e, quindi, rimpatriato a Tripoli con un volo dei servizi segreti italiani. Gli avvocati del rifugiato stanno preparando alcune integrazioni alla prima denuncia, dopo aver avuto la conferma di acquisizione dalla Procura.

"Secondo l'accusa -scrive Avvenire -, nella quale Meloni, Nordio e Piantedosi sono indicati come 'sospettati', i rappresentanti del governo italiano non hanno provveduto a consegnare il generale Almasri alla Corte penale internazionale: "Hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali"". Nello specifico, si cita l'articolo 70 dello Statuto di Roma, secondo cui "la Corte eserciterà la propria giurisdizione" su molti reati, tra cui "ostacolare o intralciare la libera presenza o testimonianza di un teste".

"Credo che a questo mondo tutti indaghino un po' su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va", così, ai microfoni del programma di Rai Radio 1 "Un giorno da pecora", il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

"Vorrei che ogni persona che ha commesso un reato fosse giudicata e, se trovata colpevole, condannata e la pena eseguita secondo le regole e le procedure. Ieri si è anche detto che Almasri era un torturatore, a prescindere dal mandato sbagliato della Cpi. Ma se seguissimo questo criterio neanche il tribunale di Norimberga avrebbe senso: i tribunali esistono perché devono rispettare le regole. Prima di tutto bisogna applicare le leggi, altrimenti torniamo a farci giustizia da sé.

L'idea che un torturatore debba essere punito in quanto tale indipendentemente dal rispetto delle regole significa delegittimare la stessa esistenza dei tribunali internazionali", ha aggiunto Nordio. 

Nel frattempo, l'Eurocamera ha programmato per martedì 11 febbraio a Strasburgo un dibattito sulla "protezione del sistema di giustizia internazionale e le sue istituzioni, in particolare la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia". Il M5S e Sinistra Italiana hanno promesso di utilizzare questo dibattito per portare il caso Almasri all'attenzione di Strasburgo.

Inizialmente, il M5S e Si avevano chiesto un dibattito, insieme con la dichiarazione della Commissione Ue, sul "mancato rispetto di un mandato di arresto della Corte penale internazionale: il rilascio e la scorta in Libia di Osama Elmasry Njeem", ma nel corso dei negoziati tra i gruppi politici del Parlamento europeo ha avuto la meglio la versione "light", con il titolo che non fa alcun riferimento ad Almasri.

Questo dettaglio, però, non scoraggia i partiti d'opposizione italiani: "Il caso Almasri approda anche al Parlamento europeo. Pur senza citarlo direttamente è stata approvata la nostra richiesta, proveniente dal gruppo The Left, di un dibattito sulla protezione del diritto internazionale e delle prerogative della Corte penale internazionale", fanno sapere, in una nota congiunta, gli eurodeputati del M5S, Danilo Della Valle e Gaetano Pedullà. "Il governo Meloni sta provando a scaricare tutte le colpe della scarcerazione del boia libico alla Cpi, quando invece ne ha deliberatamente ignorato le richieste. Il dibattito è previsto martedì sera e noi porteremo in aula anche il caso Netanyahu, il cui mandato di cattura internazionale va eseguito senza tentennamenti dagli Stati che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma e che quindi sono obbligati a eseguirne le decisioni", concludono gli eurodeputati.


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