Caso Cospito, Delmastro: "Collegio di giudici fortemente a sinistra, io resto al mio posto"

L'Anm: "Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza".

(Prima Pagina News)
Venerdì 21 Febbraio 2025
Roma - 21 feb 2025 (Prima Pagina News)

L'Anm: "Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza".

Non si placa la polemica scoppiata ieri, quando il Tribunale di Roma ha condannato il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, a 8 mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto sul caso dell'anarchico Alfredo Cospito.

“Condannato dopo tre richieste di assoluzione della Procura, credo di essere nel Guinness dei primati“, ha dichiarato il Sottosegretario al Corriere della Sera. "È un dato di fatto che il collegio fosse fortemente connotato dalla presenza di Md", cioè Magistratura Democratica, corrente di sinistra, "anche dopo la sostituzione di un componente avvenuta due udienze fa", ha aggiunto.

Per Delmastro, “le sentenze non si commentano. Quelle politiche si commentano da sole. E questa lo fa”. “Coraggiosa è stata la Procura. Mi ha colpito il pm quando ha detto che non si spostava di un millimetro e ci metteva la faccia”, ha detto ancora il Sottosegretario.

La Segretaria del Pd, Elly Schlein, ha attaccato Delmastro e il governo parlando di dichiarazioni “tecnicamente eversive” su questa condanna: “Non vi è nulla di eversivo atteso che io sto al mio posto e continuerò a farlo in virtù del principio di non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio”, ha evidenziato Delmastro.

Teme che ci saranno altre inchieste? “Direi proprio di no. Spero – ha risposto Delmastro – che non si apra un’indagine per ogni vagito della sinistra. Anche se c’è sempre un Bonelli pronto alla denuncia. In realtà, altri in questi anni hanno esondato rispetto ai propri poteri e prerogative”. A chi fa riferimento? “A un segmento della magistratura, come hanno raccontato il processo Salvini, l’inchiesta su Meloni e gli altri ministri per il caso Almasri, le esfiltrazioni di atti segreti della Procura di Roma e il caso Palamara”.

L'Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm) è andata all'attacco: “Per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino“, ha scritto, in una nota, la Giunta esecutiva centrale dell'Anm. “Siamo, tuttavia, confortati dalla consapevolezza che i magistrati del Tribunale di Roma hanno semplicemente applicato la legge con onore e responsabilità, come fanno ogni giorno i magistrati italiani”, prosegue la nota.

“Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza”, aggiunge la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione dei Magistrati.

“Siamo disorientati nel constatare che il ministro della Giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo – si legge ancora, in merito alle dichiarazioni fatte ieri dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio -. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche”.

“Per dimostrare l’inutilità della separazione delle carriere, basta osservare la vicenda processuale che si è conclusa con la condanna in primo grado del sottosegretario Delmastro. Alla richiesta di archiviazione del pm un giudice ha ordinato l’imputazione, ed alla richiesta di assoluzione di un pm il Tribunale ha pronunciato condanna. Questo dimostra, come l’Anm sostiene da sempre, che il pm può chiedere l’assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da quella del giudice, e che il giudice non è succube del pm”, evidenzia la Giunta esecutiva centrale dell'Anm.


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