La gestione dell’emergenza COVID-19 nella Regione Lazio è stata disastrosa. Nella prima fase della pandemia nel territorio si è verificato, di fatto, un abbandono dei malati di Covid salvo lodevoli iniziative a carattere personale di alcuni Medici di Medicina Generale, mentre la Regione Lazio ha brillato per disorganizzazione e per non aver fornito in modo adeguato i Medici delle cure primarie di Dispositivi di protezione individuale inoltre, sempre nella prima fase pandemica, le cure per i malati Covid in regime di ricovero sono state in prevalenza affidate alle Strutture Private senza fornire mai quali fossero le condizioni organizzative ed economiche con le quali accreditava tali Strutture, nonostante le richieste formali delle scriventi organizzazioni sindacali.
Durante l’estate la Regione Lazio, pur essendo ampiamente previsto che in autunno ci sarebbe stata la seconda ondata pandemica, non solo non ha provveduto a potenziare ed a riorganizzare l’intero Servizio Sanitario Regionale, ma non è intervenuta neanche sul sistema dei trasporti che molto ha inciso sulla diffusione dei contagi.
Quando poi si è verificata la seconda ondata pandemica, molto più impegnativa della prima, la Regione Lazio ha dovuto improvvisarne la gestione dei malati Covid trasformando le Strutture Pubbliche in centri COVID e chiudendo Reparti Specialistici.
La gestione dei malati Covid è stata affidata, in prevalenza, a Dirigenti Medici completamente privi delle competenze minime necessarie per la gestione di questa tipologia di malati, determinando un inaccettabile rischio per le cure di tali pazienti ed una deprecabile mortificazione della professionalità di tali Medici.
In questa occasione sono state colonizzate prevalentemente le Strutture Pubbliche per l’Assistenza Covid, determinando, di fatto, un abbandono dei malati delle altre patologie, con particolare danno nell’ambito delle patologie neoplastiche sia in ambito medico che chirurgico. Inoltre vale anche la pena di stigmatizzare che questa pessima gestione dei malati Covid ricoverati nelle Strutture Pubbliche sta di fatto determinando un’allarmante diffusione dei contagi intraospedalieri dai Reparti Covid ai Reparti non Covid, che riguardano anche alcune drammatiche situazioni nell’ambito dei PS/DEA Ospedalieri.
Il sistema di tracciamento dei contatti ha sofferto della grave carenza di personale dei Dipartimenti di Prevenzione penalizzati in questi anni dalla carenza di turn-over.
Il risultato catastrofico della gestione della pandemia da parte del Governo Regionale è l’amaro frutto di uno stile gestionale che non si confronta correttamente, da oltre sei anni, con i legittimi rappresentanti della categoria medica, i quali negli ultimi anni si erano di fatto stancati di dare ulteriore seguito alle innumerevoli, quanto disattese, sollecitazioni di richieste da parte delle scriventi Organizzazioni Sindacali.
In presenza della situazione che si è ormai venuta a creare CIMO Lazio e Co.Si.P.S. ritengono utile e necessario tornare a chiedere un confronto serio con la Regione Lazio al fine di poter dare quel contributo cui finora è stato contrapposto un rifiuto. Qual’ora si perseverasse nella chiusura finora ostentata, dichiarano Giuseppe Lavra ed Ernesto Cappellano, le scriventi OO.SS. proclameranno lo stato di agitazione e lo Sciopero Generale della Dirigenza Sanitaria.
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