Cinema: al Festival di Cannes torna il mondo di Julia Ducournau con "Alpha"

La regista torna alla Croisette quattro anni dopo il trionfo con "Titane".

(Prima Pagina News)
Martedì 20 Maggio 2025
Roma - 20 mag 2025 (Prima Pagina News)

La regista torna alla Croisette quattro anni dopo il trionfo con "Titane".

Quattro anni dopo la Palma d'Oro vinta con "Titane", Julia Ducournau torna in concorso a Cannes con il suo strano mondo e il suo terzo film, intitolato "Alpha". Un nuovo dramma sull'adolescenza e un'altra immersione in un mondo borderline, tra realtà deformata e derive fantastiche.

Ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta, il film ha come protagonista Alpha, una tredicenne con la mamma single, in un mondo che sta affrontando un virus inquietante, che cristallizza progressivamente i corpi e li trasforma in figure di marmo destinate a morire, senza che ci siano cure efficaci. E' una chiara trasfigurazione della tragedia causata dall'Aids, che la regista ha vissuto durante l'adolescenza, quando la società venne travolta da questo male spaventoso, che portò a cambiare la percezione sociale del corpo e della sessualità.

Elementi che sono centrali nel cinema della Ducournau, e che qui mantengono la valenza performativa che la regista gli attribuisce: quando la ragazzina torna a casa da una festa con un tatuaggio su un braccio, la mamma (Golshifteh Farahani), impaurita dall'idea che il virus sia entrato nel suo corpo, la porta nell'ospedale dove lavora, per gli esami del caso.

La donna sa cosa vuol dire la sofferenza e lo stigma dell’infezione, perché da anni combatte con la dipendenza dall’eroina del fratello Amin (un Tahar Rahim quasi irriconoscibile), il cui corpo è incredibilmente smagrito. La sua presenza sempre più evanescente e la determinazione con cui si spinge nella dipendenza e nella relativa sofferenza, sono lo specchio che riflette la complessa relazione tra la donna che non accetta la morte e la fronteggia con tutte le sue forze, e Alpha, che nel pieno della sua adolescenza vede le mutazioni fisiche e il bisogno di avere un contatto con la realtà, superando le paure e lo stigma sociale.

Ducounau compie uno slittamento narrativo, alternando i piani temporali e lavorando sul cambiamento dei corpi. “Alpha” è un film sulle paure del presente guardate da un tempo che si credeva superato, ma che ancora ci riguarda da vicino. Questo film, che è meno astratto rispetto a "Titane", è concentrato anche sull'elaborazione di una sensibilità fisica estrema, che vede il corpo come una barriera simbolica e fantastica tra la concretezza della realtà e la sua elaborazione simbolica e fantastica.

Film intenso e misurato, che evidenzia una disposizione più equilibrata in Ducournau, “Alpha” è caratterizzato anche dall'interpretazione della protagonista, Mélissa Boros, che è quasi al suo esordio, eppure è già dotata di una capacità espressiva che può stare al passo con le fantastiche interpretazioni di Golshifteh Farahani e Tahar Rahim.


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