Dl Semplificazione, Zangrillo: "Introdotto cambio di paradigma nel rapporto Pa-imprese"

"Si passa alla prevenzione degli illeciti ricercando un approccio collaborativo, di fiducia reciproca, tra le autorità preposte al controllo e le attività economiche, un approccio che vuole incentivare i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità".

(Prima Pagina News)
Lunedì 26 Agosto 2024
Roma - 26 ago 2024 (Prima Pagina News)

"Si passa alla prevenzione degli illeciti ricercando un approccio collaborativo, di fiducia reciproca, tra le autorità preposte al controllo e le attività economiche, un approccio che vuole incentivare i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità".

“Quella dei controlli sulle attività economiche è una riforma spesso sbandierata ma che mai nessuno ha realizzato. Il via libera definitivo al decreto, prima della pausa estiva, è arrivato dopo due passaggi in Consiglio dei ministri e dopo avere ottenuto il parere del Garante per la privacy, l’intesa della Conferenza unificata, il parere del Consiglio di Stato nonchè delle Commissioni competenti di Camera e Senato.

Non abbiamo perso tempo. Siamo intervenuti per ridurre l’eccessiva burocrazia e liberare le Pmi da un sistema in cui rischiavano di subire 122 controlli all’anno da parte di 19 enti pubblici diversi. Una perdita di tempo e di risorse: il costo complessivo per le aziende italiane di questa attività è stato stimato in 57 miliardi di euro l’anno”.

Lo ha detto il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, dopo che a luglio è arrivato il via libera al decreto Semplificazione.

“Abbiamo introdotto un cambio di paradigma nel rapporto tra Pa e imprese: dalla logica sanzionatoria – ha evidenziato Zangrillo – si passa alla prevenzione degli illeciti ricercando un approccio collaborativo, di fiducia reciproca, tra le autorità preposte al controllo e le attività economiche, un approccio che vuole incentivare i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità”.

“Il decreto – ha spiegato – introduce il censimento dei controlli da parte delle singole amministrazioni, un’attività necessaria perchè costringe ogni ente controllante a un’analisi di senso e di efficacia per poi coordinarsi con le altre amministrazioni, il tutto sotto la regia del dipartimento della Funzione pubblica. A questo si aggiunge l’istituzione di un sistema di identificazione e gestione del rischio, secondo parametri specifici. Salvo ipotesi particolari, per le imprese in possesso del report di basso rischio i controlli ordinari verranno effettuati non più di una volta l’anno”.

“Le analisi effettuate per mettere a punto il decreto sui controlli – ha continuato il Ministro della Pubblica Amministrazione – ci dicono che il tempo medio dedicato dalle Pmi all’interazione con la Pa può raggiungere le 550 ore l’anno, addirittura 1.200 ore per le medie imprese. Dovevamo intervenire e lo stiamo facendo attraverso il dialogo e il confronto con imprese e categorie”.

“Parlare di riduzione dei controlli – ha detto ancora Zangrillo – sarebbe riduttivo, stiamo ragionando in termini qualitativi, non quantitativi. L’obiettivo è ottimizzare i controlli rendendoli più efficaci, per tutelare l’interesse pubblico senza intralciare il sistema imprese”.

“Il report certificativo, inserito nel fascicolo informatico d’impresa che le amministrazioni devono consultare prima di avviare i controlli, servirà – ha aggiunto – a ridurre drasticamente i tempi. Secondo il principio dell’once only non si potranno chiedere documenti e informazioni già disponibili alle pubbliche amministrazioni”.

Il ruolo dei dipendenti della Pubblica Amministrazione sarà fondamentale, “stiamo lavorando su questo, dalle procedure di reclutamento alla formazione, al sistema premiante – ha precisato il Ministro -. Dobbiamo puntare su sistemi gestionali innovativi in cui le persone che lavorano e producono risultati possono crescere e fare carriera. Il merito è una leva irrinunciabile. Dobbiamo partire dalla misurazione e valutazione della performance, che da mero adempimento burocratico, qual è oggi, deve essere vissuto come uno step fondamentale a cui agganciare percorsi di carriera. I nostri dirigenti non devono essere solo eccellenti tecnici, ma leader che si preoccupano della crescita del capitale umano”.


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