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"I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura". Von der Leyen vede Kellogg: "L'Ue sta fornendo la sua assistenza militare all'Ucraina ed è pronta a fare ancora di più".
"I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura". Von der Leyen vede Kellogg: "L'Ue sta fornendo la sua assistenza militare all'Ucraina ed è pronta a fare ancora di più".
Al nuovo contesto che coinvolge l'Ue "la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l'economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all'entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l'ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali".
Così Mario Draghi, intervenendo al Parlamento Europeo, in merito alle sfide della competitività nell'Ue.
"Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity", ha evidenziato l'ex premier e Presidente della Bce.
"Il sistema di difesa dell'Ue è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala", ha aggiunto Draghi.
"Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro - possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa", ha avvertito.
"Anche se siamo collettivamente il terzo paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva", ha precisato, evidenziando che i "nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l'Ue è inferiore alla somma delle parti".
"Dobbiamo ridurre i prezzi dell'energia, questo è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati", ha sottolineato ancora Draghi. Il suggerimento che dà il rapporto è quello di "del mercato dell'energia, maggiore trasparenza nel commercio dell'energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni" oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili".
Nel contempo, "dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione. La decarbonizzazione non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato".
"Un aumento della produttività totale dei fattori di appena il 2% nei prossimi dieci anni ridurrebbe di un terzo i costi fiscali per i governi del finanziamento degli investimenti necessari", ha detto ancora Draghi. "Allo stesso tempo - ha proseguito - rimuovere le barriere interne aumenterà i moltiplicatori fiscali di questi investimenti".
"Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l'unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d'azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli", ha continuato.
"I governi e i parlamenti nazionali del nostro continente, la Commissione e il Parlamento europeo sono chiamati a essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell'Europa. Se uniti, saremo all'altezza della sfida e avremo successo", ha aggiunto.
"L'Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove?", ha detto Draghi, nel corso delle repliche al Parlamento Europeo.
"Non si può dire no a tutto, altrimenti bisogna ammettere che non siamo in grado di mantenere i valori fondamentali dell'Ue. Quindi quando mi chiedete 'cosa è meglio fare ora' dico che non ne ho idea, ma fate qualcosa!", ha evidenziato.
"Il dato dei 750-800 miliardi l'anno è stimato per difetto". Perché queste stime siano soddisfatte, ha aggiunto Draghi, "e questo debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale". L'ex premier ha evidenziato come il dato dei 750-800 miliardi può anche abbassarsi, vista la messa a terra delle riforme europee necessarie.
Durante l'incontro con l'inviato Usa per l'Ucraina, David Kellogg, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha evidenziato che "l'Ue ha sottolineato il ruolo fondamentale dell'Ue nel garantire la stabilità finanziaria e la difesa dell'Ucraina, con un impegno totale di 135 miliardi di euro (circa 145 miliardi di dollari), più di qualsiasi altro alleato". E' quanto fa sapere una nota della Commissione Ue.
"L'Ue sta fornendo la sua assistenza militare all'Ucraina ed è pronta a fare ancora di più", ha evidenziato von der Leyen, esprimendo "la volontà dell'Ue di lavorare a fianco degli Usa per porre fine allo spargimento di sangue e contribuire a garantire una pace giusta e duratura".
Durante l'incontro, svoltosi a Bruxelles, la numero uno della Commissione Europea ha mostrato a Kellogg "i piani dell'Europa per aumentare la produzione e la spesa per la difesa, rafforzando le capacità militari sia europee che ucraine. Ribadendo l'impegno dell'Ue per una pace giusta e duratura, il Presidente ha ribadito che qualsiasi risoluzione deve rispettare l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, sostenuta da forti garanzie di sicurezza". "Il momento è critico", ha rimarcato von der Leyen.