Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
C’è una bimba del Venezuela, Ana Paula, che deve essere operata al cuore, ma per farlo servono dei soldi, si tratta di un intervento complicato e che sono pronti a fare all’Ospedale Pediatrico di Taormina, vera eccellenza della sanità pediatrica italiana, e in suo aiuto corre questa volta il famoso orafo crotonese Gerardo Sacco.
C’è una bimba del Venezuela, Ana Paula, che deve essere operata al cuore, ma per farlo servono dei soldi, si tratta di un intervento complicato e che sono pronti a fare all’Ospedale Pediatrico di Taormina, vera eccellenza della sanità pediatrica italiana, e in suo aiuto corre questa volta il famoso orafo crotonese Gerardo Sacco.
“Non potevo non rispondere in questo modo- dice il famoso orafo delle dive- dopo l’appello lanciato dal primario del Centro cardiologico il prof. Sasha Agati. Un bimbo è sacro, sempre e comunque, da qualunque parte egli provenga. Ho realizzato uno dei miei gioielli più tradizionali che ora abbiamo messo all’asta e che speriamo possa essere venduto per la cifra che è necessaria a questa famiglia venezuelana per coprire le spese necessarie. Il mio conforto è che un mio gioiello possa oggi servire a salvare una vita umana, e io ho la certezza assoluta che a Taormina questa bimba troverà le risposte sanitarie ideali per la sua patologia.”
Ma cos’è in realtà l’Ospedale dove Ana Paula sarà operata? E chi è il prof. Sasha Agati, l’uomo che oggi dirige il reparto di Cardiochirurgia di Taormina?
I dati ufficiali della Regione Sicilia ci confermano che l’attività clinica assistenziale del Centro ha superato i confini nazionali, diventando uno dei centri di riferimento del circuito internazionale per la formazione del personale medico ed il trattamento chirurgico dei piccoli pazienti indigenti provenienti dalle nazioni del terzo mondo. “Attualmente -dice il famoso chirurgo siciliano- sono ricoverati presso il nostro reparto contemporaneamente Augustyne proveniente da Lagos in Nigeria, Vianka che arriva da Caracas in Venezuela, Amal arrivata dal Marocco, Jorge appena rientrato a San Salvador. Ed ancora, la presenza di medici specialisti in formazione provenienti dalla Francia, dall’Uruguay e dalla Palestina. Nel corso di questi anni sono oltre 25 mila le prestazioni ambulatoriali per esterni, 6500 i pazienti ricoverati di cui 4800 hanno ricevuto un intervento di cardiochirurgia, un cateterismo diagnostico/interventistico o una procedura di elettrofisiologia avanzata associata ad ablazione terapeutica”.
Sono dati incontestabili che confermano la qualità del servizio offerto dalla struttura siciliana al servizio dell’infanzia.
“La cosa di cui mi piace più parlare- dice il prof. Sasha Agati- è lo sviluppo del percorso nascite “protetto” , regionale ed extraregionale, per cui le madri portatrici di feto cardiopatico vengono trasferite in caso di urgenza ed emergenza attraverso lo STAM ( Sistema di Trasporto Materno Assistito) presso l’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale San Vincenzo diretta dal Dott. Lilly Klein e subito dopo il parto il neonato viene accolto in base alle condizioni cliniche presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale diretta dalla Dott.ssa Dott.ssa Eleonora Di Tommaso o presso la Terapia Intensiva post Cardiochirurgica diretta dal Dott. Enrico Iannace. E infine se le condizioni sono stabili presso l’Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica diretta dal Dott. Paolo Guccione. Viceversa, nel caso di parto elettivo, la programmazione avviene mediante pianificazione multidisciplinare in base alla cardiopatia congenita, dal 2010 sono oltre 1200 i parti “protetti” avvenuti presso il nostro Centro”.
-Professore quante storie potrebbe raccontare?
“La prima che mi viene in mente, nel 2014 per l’impossibilità di trasferimento della madre presso il CCPM, un intera equipe si recò presso l’Ospedale Cervello di Palermo per eseguire in collaborazione con i ginecologi ed i neonatologi palermitani la prima procedura EXIT (Ex utero intrapartum) in Sicilia. Infatti, la piccola Margherita nata prematura ed in emergenza pesava solo 1,4 kg ed era affetta da un “blocco atrioventricolare completo” congenito che necessita l’impianto di un pacemaker “salvavita” subito dopo la nascita, che venne applicato direttamente in sala parto attraverso lo sterno. Attualmente siamo in procinto di avviare un programma di trattamento fetale delle cardiopatie congenite grazie alla collaborazione ed alla formazione ricevuta dal Prof. Gerald Tulzer, Direttore dell’Università di Linz in Austria e Centro di Riferimento Europeo durante la sua visita a Taormina”.
-Ha un’altra storia ancora?
“La cosa più bella è che sulla base dell’esperienza maturata presso il “Bambino Gesù” di Roma è stato creato l’ECMO Team, dedicato al trasporto di piccoli pazienti affetti da insufficienza cardiorespiratoria e necessitano di un cuore ed un polmone artificiale e per cui non è possibile un trasporto presso il CCPM. Un Team multidisciplinare, quindi, composto da Anestesista, Cardiochirurghi, Tecnici di Perfusione Cardiocircolatoria e infermieri specializzati si sposta nell’ospedale in cui è ricoverato il paziente, impianta l’ECMO e trasporta presso il CCPM il piccolo paziente. Ricordo Alessandro che fu un ECMO respiratorio da trasporto di 3 kg eseguito presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Garibaldi Nesima, sappiamo che adesso sta molto bene e di questo ne siamo felici”.
-Quante collaborazioni internazionali avete?
“Le faccio solo qualche nome, il Prof. Joe De Giovanni, Direttore della Cardiologia Pediatrica di Birmingham, il Prof. Jochem Weill Direttore della Cardiologia Pediatrica di Stoccarda, il Prof. Nikolaus Haas Direttore della Cardiologia Pediatrica di Monaco di Baviera, il Prof. Mark Galantowicz Direttore della Cardiochirurgia Pediatrica di Columbus negli Stati Uniti, i Professori Pascal Vouhè e Olivier Raisky dell’Ospedale Necker Enfant Malade di Parigi, il Prof. Emre Belli Direttore della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Marie Lanneloungue di Parigi, il Prof. Phil Saul Direttore della Cardiologia Pediatrica dell’Ospedale del Nord Carolina negli Stati Uniti, la Prof. Jane Sommerville fondatrice del primo reparto al mondo dedicato al trattamento dei pazienti adulti con cardiopatia congenita”.
-E sul piano dell’assistenza alle famiglie?
“Attorno al CCPM è nato il progetto #metticiilcuore , che ha visto una vera e propria corsa alla solidarietà per il supporto delle famiglie e dei loro piccoli durante i giorni, a volte mesi, di degenza. Un ringraziamento particolare alla Fondazione Chinchierini per averci concesso attraverso l’ASP 5 Messina a titolo gratuito sei nuovi appartamenti a Letojanni da dedicare alle famiglie più bisognose ed alla Misericordia di Letojanni diretta dal Dott. Alessandro D’Angelo per aver preso in carico il servizio di accoglienza e di supporto logistico ed infine la straordinaria collaborazione con l’Associazione “ una voce per Padre Pio” con la quale abbiamo avviato il sostegno di corridoi umanitari dalla Costa d’Avorio e dal Camerun con diversi interventi eseguiti a Taormina in parte assegnati dal Ministero della Salute ed in parte da donatori volontari ”.
-Mi da un dato della vostra attività internazionale?
“Le dico solo che dal 2010 a tutt’oggi, oltre 750 bambini affetti da cardiopatie congenite complesse hanno ricevuto un trattamento chirurgico definitivo nei loro paesi di origine grazie alle attività internazionali del world team del CCPM. Insieme all'associazione Mending Kids International di Los Angeles, La Chein de L’Espoir di Parigi, Save A Children Heart di Tel Aviv, Heart for All di Ginevra, Heart Foundation di Bruxelles. Ma le dico anche che le attività internazionali del team del CCPM si sono svolte sempre a titolo gratuito in diversi paesi come: Madurai in India, Dar Es Salam e Mwanza in Tanzania, Windohek in Namibia, Molepolole in Botswana, Maputo in Mozambico, Antananarivo in Madagascar, Pamplemousses in Mauritius, San Salvador in El Salvador, Panama City a Panama.Nel Gennaio 2020, ci siamo recati a Benghazi ed insieme ai colleghi libici abbiamo riavviato il programma di cardiochirurgia pediatrica interrotto dall’invasione ISIS e dalla guerra civile dove oltre 100 bambini hanno ricevuto un’intervento al cuore ed infine ( la foto in alto ) dal 20 al 30 settembre 2024 saremo a Lusaka nello Zambia per operare al cuore insieme al team locale formatosi in parte a Taormina ”.
-Il fiore all’occhiello di tutto questo Professore?
Pensi solo che nel 2019 è stata fondata la “Congenital Heart Academy” attraverso un meeting internazionale co-organizzato da CCPM, Università degli di Catania – Messina – Palermo, Ospedale Pediatrico “ Bambino Gesù”, Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Policlinico San Donato di Milano, National Children’s Hospital di Washington, Boston Children’s Hospital. A seguito dell’emergenza pandemica l’Academy è diventata una piattaforma educativa che vede coinvolta la leadership del CCPM e che ad oggi ha fornito educazione e formazione ad oltre 50000 tra medici, specializzandi, infermieri di tutto il mondo.
-Leggo che lei deve molto all’Ospedale Bambin Gesù di Roma…
Mi creda, la sinergia tra il Bambin Gesù di Roma e noi è un'alchimia straordinaria. Ha consentito di sviluppare una generazione di professionisti dediti alle cardiopatie congenite che sta rapidamente diventando attrazione per le nuove generazioni, sia nazionali che internazionali, che si riferiscono al Centro.I grandi risultati ottenuti sono il frutto dell’abnegazione, della concentrazione, della serietà, l’impegno di tutto il personale assegnato al Centro e dallo straordinario bagaglio culturale e di know-how di un ospedale come il Bambino Gesù che ha fatto dell’alta complessità, della ricerca e dell’avanzamento tecnologico in ambito pediatrico il suo punto di forza”.
-Avete anche voi problemi di lista d’attesa?
“In questi 14 anni di attività piena nessuna richiesta di trasferimento, ricovero e cura è stata mai rifiutata, ed è stato il servizio STEN (Sistema Trasporto di Emergenza Neonatale) di Regione Sicilia e Calabria che sempre preso in carica il trasporto dalle Terapie Intensive Neonatali. Ricordo il caso del piccolo Anton, bimbo svedese di pochi mesi di vita, in vacanza con i genitori a Taormina. Ricordo che siamo stati allertati ed il bimbo arrivò in condizioni di vita al pronto soccorso dove venne rianimato e stabilizzato. Solo successivamente ci si rese conto del pericolo incombente di vita a causa dell’ingestione di una batteria che aveva creato una lesione irreversibile: Serviva un intervento cardiochirurgico in emergenza. Ed ancora, la storia della piccola Raisha, nata in condizioni critiche con la madre in piena crisi sistemica e respiratoria da Covid, ma che grazie alla sua grande forza è riuscita a superare due interventi di cardiochirurgia per poi tornare nelle braccia di sua madre. O la piccola Carola nata con il cuore fuori dal torace e che grazie alle cure di anestesisti e neonatologi fu possibile operare in sicurezza e con successo”.
-Di cosa va più fiero oggi?
“Dell’attenzione e dell’amore che verso di noi nutre la gente comune, e soprattutto i paesi del Mediterraneo che gravitano attorno al nostro centro”.