Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Appuntamento domani sera a Otranto (Le), Largo Porta Alfonsina, alle ore 20:30.
Appuntamento domani sera a Otranto (Le), Largo Porta Alfonsina, alle ore 20:30.
Accento sulle questioni ambientali, domani (giovedì 4 settembre), per la seconda giornata della diciassettesima edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in corso a Otranto (Lecce) in media partnership con Ansa, Radio Vaticana, Vatican News.
Primo panel alle 20.30, sempre in Largo Porta Alfonsina, su “Mediterraneo, giustizia ambientale e climatica: per un futuro inclusivo dei diritti umani”: modera Marianna Balfour, responsabile comunicazione WWF Mediterraneo, interventi dei giornalisti Patrizio Nissirio e Angela Gennaro e di Luca Eufemia, manager della sostenibilità: “Tra i temi che tratteremo anche quello dell’inclusione delle donne nella piccola pesca – che presuppone una pratica essenzialmente costiera, attuata entro 3 miglia e che preveda l’uso di imbarcazioni e reti di tipo non intensivo, direi quasi artigianale: anche questo”, spiega il manager Eufemia, “rientra nell’argomento del tema dei diritti umani e della questione di genere”.
Lo stato di salute e le prospettive del parco costiero di Otranto-Leuca-Tricase - 52 km di litorale per il quale entro un anno e mezzo al massimo dovrebbe arrivare il riconoscimento di Area Marina Protetta - sarà il tema invece del confronto delle 21.30 su “Area marina di Otranto-Leuca-Tricase: sviluppo, ricerca e sostenibilità”. In dialogo tra loro il sindaco di Otranto Francesco Bruni, il presidente del Parco regionale Otranto-Leuca-Tricase Michele Tenore – che ricorda come il riconoscimento “sarà il modo per assicurare piena tutela a quell’area, anche dal punto di vista del mare” – e, ancora, il coordinatore Interreg VI A Greece Italy 2021/2027 Gianfranco Gadaleta, l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Serena Triggiani, Pasquale Guastamacchia, vicepresidente della sezione Ambiente di Confindustria Bari-Bat. A condurre il dibattito Maristella Massari, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno.
L’Inghilterra che comincia a produrre vino, le ciliegie baresi spaccate per la troppa acqua: il cambiamento climatico comincia a vedersi anche nei nostri bicchieri e nei nostri piatti. “Ma attenzione a considerare tutto questo come frutto esclusivo di una crisi”, spiega Gian Pietro Di Sansebastiano, professore di Botanica di Unisalento che domani sarà tra i protagonisti dell’incontro delle 22.30 - moderato da Antonio Greco, giornalista di TeleRama - su “Il cibo al tempo del cambiamento climatico: agricoltura, Mediterraneo, testimonianze”: interverranno anche Sergio Longo, responsabile Slow Food Lecce, Fabiana Renzo, azienda agricola “Sante Le Muse”, Flavio e Frank Sabato, condirettori di Yeast Photo Festival, rassegna per immagini in programma nel Salento dal 25 settembre al 9 novembre che pone l’accento proprio sulle attuali modalità di produzione del cibo, non sempre attente alla sostenibilità e ai diritti umani. “Il clima è qualcosa in costante evoluzione. E, se è vero che abbiamo la responsabilità di vigilare sul tema della tutela della biodiversità, è vero pure che consideriamo tipiche del nostro territorio cose che due secoli fa, qui, non si coltivavano proprio: la maggior parte degli ortaggi, per esempio. Di qui l’obbligo per noi di sfruttare i mezzi offertici dalla tecnologia e dall’agricoltura evoluta, non di agganciarci a una tradizione immutabile che in realtà non è mai esistita”.