Giorgia Meloni, la star che calpesta le formiche

“Nel Partito Democratico tutti ormai sono consapevoli di come Giorgia Meloni sia capace di giganteggiare al confronto di Elly Shlein ma anche dell’intero “gruppo dei sette”.

di Rocco Turi
Mercoledì 22 Gennaio 2025
Roma - 22 gen 2025 (Prima Pagina News)

“Nel Partito Democratico tutti ormai sono consapevoli di come Giorgia Meloni sia capace di giganteggiare al confronto di Elly Shlein ma anche dell’intero “gruppo dei sette”.

Giorgia Meloni, unica leader europea ad essere stata invitata al giuramento di Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti; ma la sinistra italiana non credeva che in due anni il nostro Presidente del Consiglio riuscisse ad occupare a livello mondiale un ruolo così prestigioso. Anzi Schein, Conte, Bonelli, Fratoianni, Calenda, Renzi, Magi e compagnia cantante, compreso Landini e la Cgil, immaginavano che il Governo Meloni sarebbe caduto in pochi mesi e i sette partiti se ne sarebbero “appropriati” in un “campo largo” - anzi larghissimo - in barba alla volontà degli elettori, così come è accaduto durante i precedenti governi. E’ questa la causa della disaffezione elettorale, per la quale sempre meno cittadini si recano alle urne e per la quale urge la riforma del “Premierato” nel rispetto della coerenza con il voto. 

Nel frattempo, gli elettori hanno finalmente compreso l’antifona e per la prima volta l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni risulta in crescita nei sondaggi, anche dopo oltre due anni dal suo insediamento, caso unico nella storia dell’Italia. Tutto merito di coloro che si erano astenuti al voto, i quali - osservando, appunto, i successi del Governo Meloni - hanno ricominciato ad offrire il loro contributo nei sondaggi a favore del centro destra, per cui è molto probabile che, alle successive elezioni politiche, il numero dei votanti torni a crescere e aumentino pure i consensi a favore della coalizione. Non a caso, gli ultimi sondaggi portano il centro destra al 50% mentre il centro sinistra risulta stimato al 31,5%.

Contro l’aspettativa del “gruppo dei sette”, l’attività del Governo Meloni si è concretizzata nello stravolgimento in positivo di tutti gli indici statistici. L’occupazione è ormai prossima al milione di posti di lavoro (antico obiettivo di Silvio Berlusconi), laddove anche il lavoro femminile ha raggiunto quote mai viste prima. Gli indici statistici e le prospettive di crescita dell’Italia hanno indotto le Agenzie di rating internazionali a modificate i loro giudizi. Ecco spiegato come Giorgia Meloni sia stata capace di acquisire credibilità internazionale che nei governi italiani mancava da molti anni. L’elezione di Raffaele Fitto a Vice presidente della Commissione europea è una chicca che non è stata adeguatamente valorizzata né digerita e nella sinistra neppure viene dato giusto risalto al prestigio internazionale di Giorgia Meloni. Tuttavia, è sotto gli occhi degli osservatori e della stampa internazionale come i leader di ogni continente facciano a gara ad incontrare il capo del Governo italiano nell’affrontare le strategie adeguate che contrastino il fenomeno dell’immigrazione illegale. Non a caso, Giorgia Meloni ha avuto l’idea geniale di elaborare il cosiddetto “Piano Mattei” ed anche lei risulta sempre più impegnata a costruire proficui rapporti internazionale che sono la chiave del successo nel favorire gli interscambi economici. Pertanto il concetto-guida di Giorgia Meloni è sintetizzato in un unicum operativo fra politica interna e politica estera da cui si spiega il suo attivismo in giro per il mondo.

Stampa e intellettuali italiani - coloro che sono liberi da condizionamenti ideologici - hanno fin qui ben compreso la logica del Governo e l’invito a Giorgia Meloni da parte di Trump nel rappresentare l’Unione Europea all’insediamento della sua “presidenza” è stato assolutamente conseguenziale e naturale; chi altro o chi altra Donald Trump avrebbe potuto invitare, laddove il Governo italiano è unico in Europa a godere della prerogativa della stabilità, quella stabilità che nessuno dei leader della minoranza avrebbe mai immaginato in Italia. Ecco perché sarebbe necessario che la riforma del “Premierato” venga condivisa anche dai partiti dell’opposizione; ma l’opposizione italiana è sempre più inesistente perché, oltre gli slogan, non affronta i reali problemi della Nazione. Basta ascoltare la segretaria del Pd Elly Shlein e analizzare il contenuto dei suoi ragionamenti, che tali non sono perché basati su frasi preimpostate e senza logica politica. I vecchi iscritti al Pd, gli ex Pci ed ex democristiani se ne sono accorti e restano sconcertati dai suoi ragionamenti e nessuno riesce a capire come abbia fatto Elly Shlein a trovarsi a capo della loro segreteria. Ma Elly Shlein tiene duro, forte della sua illusione di essere la leader che ha fatto crescere di tre/quattro punti il suo partito, mentre ignora come ciò sia avvenuto a seguito di un travaso di voti provenienti dal M5s dopo la cancellazione del reddito di cittadinanza e il fallimento politico del superbonus. La verità è che la Schlein non gode di alcun merito e in pochi si sono avventurati a spiegare l’origine della sua nomina a segretaria del suo partito, ben altra dell’autorevolezza di Enrico Berlinguer e qualsiasi precedente segretario della storia comunista.

Era necessario costruire un personaggio che facesse da contraltare all’elezione di una donna alla presidenza del Consiglio. Con la sua politica da “centro sociale” e gusti personali diversi, Elly Shlein sembrava persona giusta ma la scelta fu talmente repentina per la quale nessuno pare sia stato in grado di misurarne la statura politica. Nel partito democratico tutti ormai sono consapevoli di come Giorgia Meloni sia capace di giganteggiare al confronto di Elly Shlein ma anche dell’intero “gruppo dei sette”.

Nel corso dell’ultima conferenza stampa di Giorgia Meloni, il direttore della testata “Vista”, giornalista Alexander Jakhanagiev, si era rivolto alla Presidente del Consiglio con una domanda subdola - apparentemente “strana” - ma intelligente, che possiamo riascoltare su youtube: “Lei calpesta le formiche?”. Abbozzando con un sorriso, Giorgia Meloni aveva ben compreso il senso della domanda e avrebbe potuto rispondere con un “si” deciso. Giorgia Meloni ha politicamente “calpestato” come formiche i sette leader dell’attuale minoranza. Questa è la logica della domanda “Lei calpesta le formiche?” posta a Giorgia Meloni da parte del giornalista Alexander Jakhanagiev.


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