Giornata Mondiale della Salute: ogni anno, nel mondo, 45 milioni di aborti non sicuri e 5,9 milioni di morti tra donne e bambini

Il Presidente Foad Aodi (Esperto Salute Globale): "Il nostro obiettivo deve essere quello di lavorare insieme, senza distinzioni politiche, per garantire che ogni madre e ogni bambino abbia il diritto a condurre una vita sana e dignitosa".

(Prima Pagina News)
Lunedì 07 Aprile 2025
Roma - 07 apr 2025 (Prima Pagina News)

Il Presidente Foad Aodi (Esperto Salute Globale): "Il nostro obiettivo deve essere quello di lavorare insieme, senza distinzioni politiche, per garantire che ogni madre e ogni bambino abbia il diritto a condurre una vita sana e dignitosa".

In occasione della Giornata Mondiale della Salute, celebrata in tutto il mondo per commemorare la nascita dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avvenuta il 7 aprile 1948, le associazioni Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), Umem (Unione Medica Euromediterranea), Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire si uniscono per riflettere su un tema di fondamentale importanza per la salute globale: la salute delle donne in gravidanza e dei bambini.


Quest’anno, il focus della giornata è dedicato proprio al tema della salute materno-infantile, un settore che continua ad affrontare gravi sfide a livello mondiale, a causa di fattori come l'accesso inadeguato alle cure prenatali, la malnutrizione, le malattie infettive, le violenze e i conflitti armati.

Ogni anno milioni di donne e bambini continuano a soffrire e a morire a causa di queste problematiche. I numeri sono sconvolgenti: più di 45 milioni di aborti non sicuri ogni anno, la mortalità materna e la malnutrizione sono tra le principali cause di morte.

A parlare è il Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini), membro del Registro Esperti FnOMCeO, 4 volte consigliere dell'OMCeO di Roma e docente dell'Università di Tor Vergata, accanto ai rispettivi consigli direttivi delle associazioni.

"Oggi più che mai, è fondamentale ricordare che la salute è un diritto fondamentale di ogni individuo, eppure milioni di donne e bambini continuano a soffrire e a morire ogni anno per cause che potrebbero essere prevenute. Le statistiche sono sconvolgenti: più di 45 milioni di aborti non sicuri ogni anno e la mortalità materna che colpisce soprattutto le donne in paesi a basso e medio reddito.
Questi dati devono spingerci a prendere in mano la situazione, non solo attraverso politiche sanitarie più efficaci, ma anche con azioni che pongano la salute al centro dell'agenda politica globale", afferma Aodi.

"Come esperto di salute globale e di sanità, giudicato anche da numerosi giornalisti e riconosciuto come il medico più presente e seguito dai giornali internazionali su TV satellitari, radio satellitari e giornali dal 2000 a oggi per commentare le pandemie, la salute globale, le emergenze sanitarie e la fuga dei professionisti della sanità dai paesi poveri verso mete più ricche, ribadisco con forza che l'Organizzazione Mondiale della Sanità deve essere indipendente, trasparente e deve restare lontana da schieramenti politici.

L'Oms deve sostenere i paesi poveri e intensificare la collaborazione con tutti i ministeri della salute. È fondamentale che i paesi ricchi collaborino con quelli poveri, affinché i paesi più vulnerabili siano meglio supportati e tutelati, specialmente contro le patologie più diffuse nei paesi a basso reddito, come l'inquinamento atmosferico, l'acqua non pulita, il cibo contaminato e i conflitti armati, che causano un numero altissimo di bambini violentati, mutilati, uccisi e orfani.


A Gaza, ad esempio, si registra il più alto numero di bambini amputati, il maggior numero di bambini orfani e il più alto numero di donne in gravidanza a rischio, con oltre 52.000 donne in gravidanza che vivono in condizioni di grave pericolo. In Africa, Medio Oriente e Yemen, nei paesi in conflitto, assistiamo a un preoccupante aumento dei decessi infantili legati alla fame, alla malnutrizione e alle gravi ferite psicologiche.


L'Oms deve giocare un ruolo centrale nel prevenire queste tragedie e intervenire prima che la situazione degeneri, senza alimentare inutili allarmismi legati alle pandemie.
Deve essere impegnata nella cura, senza entrare in conflitti di interesse, come quelli legati alla pubblicità farmacologica e alla promozione di vaccini.
È necessario difendere il ruolo e l'efficacia dei vaccini, distribuendoli in maniera equa, in particolare nei paesi poveri, dove ancora oggi tanti bambini restano scoperti, come è successo durante la pandemia.


Durante la crisi sanitaria, numerosi bambini non sono stati vaccinati e ora assistiamo all'emergere di malattie che non vedevamo da anni, come morbillo, poliomielite, scabbia e altre patologie.


Questi problemi sono emersi per tre motivi principali: la riduzione delle difese immunitarie causa delle lunghe quarantene; la diminuzione della percentuale di vaccinati; l'aumento delle infezioni da antibiotico-resistenza, e la scarsità di farmaci, soprattutto nei paesi più poveri”.

Per quanto riguarda le problematiche legate alla salute materno-infantile, “i numeri sono allarmanti: nel 2024, circa 5 milioni di bambini sono morti prima di compiere cinque anni, con la malnutrizione e le malattie infettive come cause principali.
La malnutrizione continua a essere una delle principali minacce per la salute dei bambini, con 148 milioni di bambini sotto i 5 anni che soffrono di arresto della crescita e 45 milioni che sono gravemente deperiti.
Inoltre, malattie come polmonite, diarrea e malaria sono tra le principali cause di morte tra i bambini sotto i 5 anni".


Il Prof. Aodi commenta: "La malnutrizione è una piaga invisibile che continua a mietere vittime. Le politiche sanitarie internazionali devono concentrarsi sulla prevenzione e sul trattamento, ma anche sull'educazione, per garantire che tutte le famiglie abbiano accesso a cibo nutriente e a servizi sanitari di qualità".

Inoltre, la mortalità materna rimane un problema drammatico. Solo nel 2024, oltre 900.000 donne sono morte a causa di complicazioni legate alla gravidanza e al parto.
Le donne in Africa subsahariana continuano ad affrontare il rischio maggiore, con tassi di mortalità che superano i 223 decessi ogni 100.000 nati vivi.

“Nel mondo, un bambino su dieci nasce prematuro. Ogni anno, 2 milioni di bambini nascono morti, mentre 2 milioni non sopravvivono oltre il primo mese di vita.
223 bambini muoiono ogni 100.000 nati vivi. Il 65% di questi decessi si verifica in paesi africani, asiatici e mediorientali.
Anche nei paesi sviluppati il 10% dei bambini nasce prematuro. Il 25% dei casi è causato da infezioni ospedaliere e condizioni sanitarie fragili.
La malnutrizione colpisce il 50% delle donne incinte, indebolendo i bambini.
L’inquinamento atmosferico è responsabile del 10% delle nascite premature.

Le malattie infettive trasmesse dalla madre al bambino causano il 15% dei decessi neonatali. Serve una prevenzione efficace, accesso a informazioni dettagliate, collaborazione interprofessionale, supporto prenatale, creazione di sale di rianimazione neonatale e distribuzione equa dei vaccini.
È essenziale diagnosticare precocemente e garantire esami regolari in gravidanza, specialmente nei paesi poveri o in guerra.

Nel 2024, oltre 473 milioni di bambini vivevano in zone di conflitto, molti esposti a mutilazioni, violenze e orfanotrofio forzato.
"I bambini sono le prime vittime della guerra. La comunità internazionale deve fare di più per garantire protezione ai più vulnerabili".

"La Giornata Mondiale della Salute ci offre un'opportunità per riflettere sull'importanza di politiche sanitarie indipendenti e non politicizzate.
L’OMS deve restare al di sopra delle influenze politiche e garantire sanità equa per tutti, con cooperazione internazionale”.

Le proposte delle associazioni Amsi– Umem – Co-mai – Uniti per Unire, dunque, sono le seguenti: accesso universale alle cure sanitarie: garantire cure prenatali e postnatali di qualità; educazione e sensibilizzazione: campagne per ridurre aborto non sicuro e mortalità materna; sostegno ai paesi in guerra: protezione e assistenza a donne e bambini; sostenibilità a lungo termine: politiche di alimentazione e nutrizione adeguata.


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