Grandi Mostre. “Trame di terra e di cielo”, Giuseppe Fabiano alla Cancelleria Vaticana

Da Sabato 19 aprile al prossimo 24 aprile a Roma nei saloni della Cancelleria Vaticana in Piazza della Cancelleria una Grande Mostra di Arte tessile e pittura della modernità porta la firma esclusiva di un calabrese illustre, Giuseppe Fabiano, originario di San Pietro in Guarano, che a Prato è oggi uno dei punti di riferimento dell’industria tessile mondiale.

di Rosario Sprovieri
Giovedì 17 Aprile 2025
Roma - 17 apr 2025 (Prima Pagina News)

Da Sabato 19 aprile al prossimo 24 aprile a Roma nei saloni della Cancelleria Vaticana in Piazza della Cancelleria una Grande Mostra di Arte tessile e pittura della modernità porta la firma esclusiva di un calabrese illustre, Giuseppe Fabiano, originario di San Pietro in Guarano, che a Prato è oggi uno dei punti di riferimento dell’industria tessile mondiale.

La mostra alla Cancelleria Vaticana a Roma, nata dal progetto della “Ritorcitura Fabiano”, azienda tessile d’eccellenza del quadrante di Montemurlo, Prato, Firenze, appartiene a un processo di ricerca ultradecennale che, si prefigge il recupero e la salvaguardia delle lane autoctone della Calabria.

Ripresa delle antiche fragili fibre che narrano storie di armenti e della straordinaria manualità di una umanità rurale che ha popolato per millenni borghi e contrade delle terre del Mezzogiorno, quando l’economia riusciva ad intrecciare benissimo natura e cultura.

L’azienda Fabiano, da tempo leader della filatura, ha scelto di proporre al mercato del tessile anche la fibra prodotta dall’Alpaca, che proviene in misura maggiore dalle Ande Sudamericane, cosa che ben si abbina alla scelta strategica della produzione e della valorizzazione delle lane autoctone italiane ed europee. Fabiano oggi è diventato anche un promotore degli allevamenti dell’Alpaca in Italia e per questo progetta di avviare nuovi insediamenti dei pregiati, deliziosi, camelidi nelle alture della terra natià, che è l’altopiano della Sila Cosentina.

L’intento è quello di creare una filiera sostenibile che riesca a coniugare tradizione e radicamento, con l’innovazione e il rispetto assoluto della natura. In questa sua scelta narrativa Fabiano si è spinto sino a trovare motivi ed espressioni d’arte direttamente con attraverso la fibra, molte volte utilizzando addirittura solo la colorazione naturale dei filati.

Non è il solo intento progettuale, Fabiano insegue il suo sogno fatto di natura e bellezza, insieme al dottor Vincenzi Bruno di Rovito sta cercando di aiutare il progetto dell’allevamento della pecora “sciara” la “Moscia Calabrese” che è un ovino presente in pochissimi capi sul territorio delle calabrie dove è stato allevato per secoli. Pare che sia presente già nell'anno mille, durante le invasioni saracene. Insieme a questa missione giuseppe Fabiano ha espresso il desiderio e si sta battendo per il recupero dei gelseti che hanno dato alla Calabria lustro e fama per i prodotti delle tante filande che erano floridi centri di produzione di pregiatissima seta durante i secoli scorsi.

 In questo nostro tempo, grazie all’ingegno e alla creatività delle sue espertissime maestranze, si è ritagliato una considerevole fetta dell’Arte della Modernità, creando un vero linguaggio espressivo, che va dal pensiero all’azione, al “fare”, al realizzare concreto.

Tra le opere in mostra: l’icona di “Santa Margherita di Antiochia” la “vergine del parto”, (la grande opera che misura un metro e settanta per tre metri) che è realizzata con i frutti del lavoro degli umili, è una calda opera corale delle mani e dei cuori  del  Mondo, ed è per questo che Fabiano, vorrebbe sia destinata a questo Papa che, con il suo mandato ha inteso – da sempre – restituire riguardo e considerazione agli ultimi e a tutti i figli di un umanità oramai senza più voce.

Colori unici e molteplicità di tessuti, fanno dell’immagine santa una icona dell’arte della modernità, è un’opera che possiede un impatto immediato, straordinario, una armonia “celeste” che, ben conosce le vibrazioni e, sa come indorare e riscaldare il cuore. Semplicità intensa e commovente che l’accosta all’arte dei primi cristiani, quella composita e ricca che fu il risultato di un’evoluzione lenta e metodica, nata dal contatto e dalle integrazioni con tutte le culture del mondo antico che il Cristianesimo trovò lungo la via delle proprie peregrinazioni; in Palestina con il Giudaismo, in Grecia e nei paesi del vicino Oriente con l’ellenismo e in Italia con quello spirito romano e quella nuova concezione dell’immagine.

L’arte attraverso le fibre – possiamo dire – trova nuova linfa, oggi ha un nuovo territorio, oltre ai pigmenti, ai coloranti, alle lacche e ai mordenti, ecco si fa strada la bellezza dell’abbraccio dei filamenti ritorti delle fibre del mondo.

E’ così che l’Arte adesso, alza il tono della voce e, prova a cantare più forte – in questo tempo di croci e di orrori – si leva il canto di un nuovo “Miserere”. Un miserere come quello antico del 1600 che influenzò Sant’Agostino e Lutero e, che poi, per opera del maestro Gregorio Allegri diventò cantica della rinascita spirituale dell’uomo.

Speriamo che presto, l’ideatore e autore, di questa opera monumentale, possa portare a compimento il suo progetto, quello della donazione e della consegna dell’immagine Sacra, direttamente a Papa Francesco. In mostra anche “la Notte Stellata” di Trafi, (Fabio Giusti) nata durante il periodo della pandemia per volere di cento ottantanove artisti di ogni terra del mondo, una vera “corale” silente, un ricamo che ridisegna cielo e bellezza, un vero inno alla speranza, che fa dell’opera un gigantesco abbraccio di quell’umanità disorientata e sofferente.

Trame di cielo è una ispirazione a ripensare il mondo per riabitarlo in armonia con le infinite creature che popolano mari terra e cielo; per ritrovare quell’antica alleanza tra passato e futuro, fra radici e sogni. La Rassegna deve la luce anche alla sensibilità di un moderno mecenate romano, Pasqualino Raponi, oggi uomo-guida della catena del cibo d’eccellenza.

Accanto alle creazioni del tessile Fabiano ha voluto ospitare cinque noti artisti pittori: Tony Esposito poliedrico percussionista, ma anche allievo di talento dell’Accademia delle Belle Arti, Mark Kostabi musicista dotatissimo, pittore incredibile di scenari profondamente intrisi di passione e di futuro, Gene Pompa lo straordinario cantore della “natura”, Dory Zard con le sue armonie cromatiche e le scomposizioni infinite di ogni grandezza. Ospite della rassegna anche l’orafo Calabrese Rocco Epifanio che ha appena festeggiato 40anni di attività e di successi.


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