India - Pakistan. Schermaglie alla frontiera, l'India mobilita la flotta

Sono le popolazioni, più degli stessi governi, a soffiare sul fuoco. A Nuova Delhi, a Lahore, Rawalpindi e nelle altre grandi città dei 2 Paesi, vi sono state violente proteste mentre entrambi gli schieramenti mettono in allerta le forze armate. Le parole ambigue di Donald Trump

di Renato Narciso
Domenica 27 Aprile 2025
Nuova Delhi - 27 apr 2025 (Prima Pagina News)

Sono le popolazioni, più degli stessi governi, a soffiare sul fuoco. A Nuova Delhi, a Lahore, Rawalpindi e nelle altre grandi città dei 2 Paesi, vi sono state violente proteste mentre entrambi gli schieramenti mettono in allerta le forze armate. Le parole ambigue di Donald Trump

Non accenna a placarsi la tensione tra India e Pakistan salita vertiginosamente dopo l'attacco terroristico dello scorso martedì nel corso del quale hanno perso la vita 26 persone. Continuano le infatti le schermaglie e per il secondo giorno consecutivo, i militari dei 2 Paesi si sono scambiati colpi di arma da fuoco lungo frontiera con il Kashmir. India e Pakistan, entrambi potenze nucleari regionali, hanno combattuto tre guerre, due delle quali per il Kashmir a maggioranza musulmana , diviso tra i due paesi ma rivendicato integralmente da entrambi. Secondo l'esercito indiano i soldati pakistani hanno sparato da "diverse postazioni" lungo la linea del cessate il fuoco, pesantemente militarizzata. A quel punto gli indiani hanno "risposto in maniera appropriata" a quello che hanno definito un fuoco "immotivato". Non sono state segnalate vittime. Uno sconosciuto gruppo che si è qualificato come "Resistenza del Kashmir" ha rivendicato l'attacco e l'India lo collega al Lashkar-e-Taiba, con sede in Pakistan che a sua volta nega ogni coinvolgimento. Il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, al fine di allentare la tensione ha proposto "un'indagine neutrale" mentre il suo omologo indiano, Narendra Modi , ha promesso di "individuare e punire ogni terrorista e i suoi sostenitori" e di perseguire gli assassini "fino ai confini del mondo". "Il Pakistan è pronto a partecipare a qualsiasi indagine neutrale, trasparente e credibile", ribatte Sharif, sottolineando però che le forze pakistane sono pronte a respingere "qualsiasi disavventura" da parte dell'India. Per rappresaglia, quest'ultima ha sospeso il Trattato sulle acque dell'Indo, un patto cruciale per la condivisione delle acque, espulso diplomatici pakistani e annullato i visti pakistani. Islamabad ha reagito nello stesso modo, espellendo diplomatici indiani, annullando i visti indiani e chiudendo il proprio spazio aereo. Ha inoltre sospeso l'accordo di Shimla del luglio 1972 che pose fine allo stato di guerra in vigore tra i due Paesi in conseguenza della guerra del 1971. Il ministro delle Risorse indiano, CR Patil, ha affermato che gli indiani non avrebbero più permesso che "nemmeno una goccia" d'acqua fluviale fluisse in Pakistan dopo la sospensione del Trattato sulle acque dell'Indo. Il Pakistan ha avvertito che qualsiasi tentativo di bloccare l'acqua sarebbe un "atto di guerra", con il leader del Partito Popolare Pakistano, Bilawal Bhutto Zardari, che ha dichiarato: "O la nostra acqua scorrerà attraverso di esso, o il loro sangue". Ma gli esperti dicono che l'interruzione del flusso sarebbe molto oneroso da parte dell'India e richiederebbe anni di lavoro. Il presidente USA Donald Trump invece, sembra lavarsene le mani. A tal proposito ha dichiarato di essere sicuro che le parti in causa “troveranno una soluzione”. Altri osservatori invece ritengono che tali parole diano carta bianca all'India. Quest'ultima non sembra voler lasciare l'attentato impunito e ha mobilitato anche la flotta, compresa la modernissima portaerei  Vikrant, con tutti i suoi reparti di volo, in vista di un possibile conflitto con lo storico avversario. Sono le popolazioni dei due Paesi però, più che i loro governi a soffiare sul fuoco e a volere le ostilità. In India, a Nuova Delhi e in altre grandi città, si vi sono state aspre e violente proteste mentre dall’altra parte del confine si registrano oceaniche manifestazioni a Lahore, Rawalpindi, Peshawar e Gujrat. Che tensioni non accennano a placarsi lo conferma persino l'attuale opposizione indiana, solitamente molto ostile al governo nazionalista di Modi, che sembra schierarsi a favore di un nuovo conflitto.  Conflitto che potrebbe essere devastante in quanto uno dei 2 Paesi che dovesse vedersi invaso potrebbe far ricorso ad armi nucleari aprendo scenari imprevedibili anche ai più esperti analisti. La tentazione dell'India, le cui forze armate sono di gran lunga più potenti di quelle pakistane, di risolvere con le armi una volta per tutte la questione dei confini in Kashmir, sembra voler ricalcare quanto sta accadendo in Ucraina, con Putin che cerca di modificare i confini internazionali con l'uso della forza o con le recenti dichiarazioni di Donald Trump, che ha affermato davanti al Congresso USA di volere "in un modo o nell'altro" la Groenlandia.


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