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Un viaggio tra borghi, terme, sapori e cultura raccontato da una delle voci più brillanti della televisione italiana.
Un viaggio tra borghi, terme, sapori e cultura raccontato da una delle voci più brillanti della televisione italiana.
Stefano Bini torna protagonista del piccolo schermo con “L’Italia più bella che c’è”, un progetto televisivo innovativo trasmesso in esclusiva su La7.it, piattaforma da oltre 23 milioni di visualizzazioni mensili. Dopo anni di successi in Rai, Bini sceglie di puntare tutto su un racconto emozionante dell’Italia autentica: borghi incantati, terme naturali, vini d’eccellenza e tradizioni enogastronomiche. La trasmissione è un mix perfetto tra reportage, narrazione e passione per il territorio.
Dal debutto del 13 luglio al gran finale del 5 ottobre, ogni puntata viene pubblicata alle 14:30, con prossime tappe a Sorano, Pitigliano, L’Aquila e Navelli. Dietro al progetto, una squadra compatta, un’idea forte e una grande fiducia riposta da La7 e Urbano Cairo. Bini racconta in esclusiva la genesi del format, le sue scelte professionali e le sue aspirazioni future.
Come Le è venuta l’idea di unire terme, borghi, vigneti, cucina e cultura?
“Ne L’Italia più bella che c’è! ho semplicemente messo insieme i miei saperi. Premettendo che sono nipote e figlio di ristoratori da sei generazioni, mio padre è stato direttore delle Terme di Saturnia, mio nonno fondatore dell’AIS, mia nonna ha insegnato cucina in tutto il mondo, io ho viaggiato molto. Tutto questo messo insieme fa un’esperienza fantastica in esclusiva su La7.it dal titolo L’Italia più bella che c’è!”
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“Il programma è inedito, sta avendo successo e la fiducia di La7 gioca un ruolo fondamentale. Non mi posso lamentare!”
Com’è stato lasciare la Rai dopo 5 anni?
“Naturale, lo stesso che lasciare Mediaset, la Warner Bros a Londra o Discovery. Un creativo e libero professionista si può permettere di cambiare. Con La7 non avevo mai lavorato, per cui l’occasione è stata ghiotta. L’editore Urbano Cairo, il direttore Andrea Salerno e tutto il team di La7 mi hanno dato grande fiducia, ed eccomi qua. Da parte di La7, c’è molto entusiasmo ed io non posso che essere al settimo cielo!”
Le piace questa Rai?
“Alcuni prodotti sì, altri meno, ma i gusti sono gusti. Conosco l’ad Giampaolo Rossi da quando ero ragazzo, siamo molto amici. Lui è davvero un serio professionista: sono certo che saprà portare grandi risultati all’Azienda pubblica televisiva.”
E invece, com’è avvenuto l’incontro con Urbano Cairo?
“Tramite un carissimo amico comune che ci ha lasciati da poco, Marco Palmisano. Urbano e Marco avevano lavorato insieme nella Publitalia che fu. Con Urbano, abbiamo avuto modo di confrontarci in più occasioni, anche perché in quei periodi ero impegnato in Rai. Alla prima occasione, ci siamo sentiti, le nostre agende sono combaciate ed eccoci qua. Il Presidente Cairo è una persona di una gentilezza e umiltà incredibili. Berlusconi docet!”
A proposito, a chi deve dire grazie per la sua carriera?
“A tante persone, che ho già elencato in passato. Per questo progetto, al produttore, al regista, alla squadra che mi porto dietro da anni e a tutto il team di La7, editoriale e commerciale. So anche a chi non devo dirlo.”
Da Il Giornale a Libero, Lei è stato anche un critico televisivo. Cosa ne pensa degli artisti che passano da un canale all’altro?
“Che fanno benissimo! Io stesso lo faccio. Questo lavoro è piuttosto precario e richiede una grande capacità di sapersi inventare, reinventare e portare cose nuove! Amadeus, Max Giusti, Belen, tutti grandi nomi che per vari motivi hanno fatto un cambio di casa per sperimentare nuove proposte televisive.”
Chi sono i suoi punti di riferimento artistici?
“Ero professionalmente innamorato di Raimondo Vianello. Abitando a Milano2, quando ero piccolo ci ho anche scambiato qualche calcio in porta. Che bei tempi! Ammiro tanto cinque persone: Cristina D’Avena, Lorella Cuccarini, Carlo Conti, Gerry Scotti e Paolo Bonolis. Alcuni direttamente, altri indirettamente, hanno fatto parte della mia vita.”
Sogni nel cassetto?
“Ne ho tre. Continuare a creare idee televisive e radiofoniche, riportare su Italia1 Bim Bum Bam perché la tv dei ragazzi è fondamentale ora più che mai in un panorama catodico di grande concorrenza e, se dovessi dare uno stop alla mia carriera radiotelevisiva, mi piacerebbe lavorare al fianco di Marina Berlusconi o Stefano Spadini, due grandi manager che stimo da anni.”