La città di Catanzaro ricorda Franco Frontera

Franco Frontera era un amico di Natuzza Evolo. Era l’uomo che per anni l’ha seguita e l’ha curata all’interno della sua Casa di Cura, ed era l’uomo che per primo in assoluto ha studiato scientificamente il suo sangue, quello delle sue ferite e delle emografie.

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Lunedì 28 Aprile 2025
Catanzaro - 28 apr 2025 (Prima Pagina News)

Franco Frontera era un amico di Natuzza Evolo. Era l’uomo che per anni l’ha seguita e l’ha curata all’interno della sua Casa di Cura, ed era l’uomo che per primo in assoluto ha studiato scientificamente il suo sangue, quello delle sue ferite e delle emografie.

Del Prof. Mario Tangari

Ad un mese esatto dalla morte del prof. Franco Frontera, mi torna tra l mani  il libro che il famoso medico catanzarese aveva scritto qualche anno fa insieme a sua moglie Lucia Bisantis, interamente dedicato al “sangue” di Natuzza Evolo, “Il sangue di Natuzza si fa scrittura. La verità sulle emografie”, un saggio curato per la Pellegrini Editore dal giornalista Arcangelo Badolati e in cui Franco Frontera racconta delle mille occasioni in cui Natuzza Evolo venne ricoverata nella sua clinica a Catanzaro, il Sant’Anna Hospital, per le sua patologia cardiovascolare e per le sofferenze che la stessa mistica di Paravati viveva durante la settimana Santa.

 Scrive lo stesso prof. Frontera nel suo libro: ”Natuzza iniziò a ricoverarsi nella clinica “Sant’Anna” nel 1974, nonostante all’epoca la nostra struttura sanitaria fosse mono specialistica per Ostetricia e Ginecologia e tale sarebbe rimasta fino al 1989, quando sarebbero stati attivati altri reparti fra cui quello di Medicina Interna. La circostanza per la quale Natuzza decise di ricorrere alla nostra struttura, ci meravigliò molto. Ogni cosa, tuttavia, nella sua vita ha avuto un senso che è inizialmente sfuggito alla umana comprensione.”

Ed anche sulla scelta della clinica da parte di Natuzza il prof. Frontera riccorda che: ”considerando che ogni scelta di Natuzza, ogni comportamento, erano indirizzati dall’angelo, ritengo che anche la volontà di affidarsi alla clinica “Sant’Anna” abbia fatto parte di un disegno della Provvidenza Divina”.

 

Ma chi era Franco Frontera?

“Il professore Franco Frontera - scrive in una nota il sindaco Nicola Fiorita il giorno della sua morte, è stato una personalità importante per la città di Catanzaro non solo in campo medico, ma anche in quello sociale, imprenditoriale  e sportivo, essendo stato tra le altre cose dirigente e azionista dell’Unione Sportiva Catanzaro ai tempi della serie A. Ma il suo più grande capolavoro è stato il Sant’Anna Hospital che ha portato a livelli altissimi di eccellenza, soprattutto in materia di cardiochirurgia, con un notevole afflusso di pazienti in cerca di una “Sanità Qualificata” e invertendo per un periodo la cosiddetta migrazione sanitaria una delle piaghe della nostra regione e soprattutto creando posti di lavoro qualificati e un indotto per la città di Catanzaro”.

La sua vita in realtà sembra quasi un romanzo.

Lo studioso nasce a Savelli, in provincia di Crotone, il 23 settembre 1926 e consegue la maturità classica nel 1944. Studente straordinariamente bravo e capace brucia le tappe. Iscritto alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari nell’anno Accademico 1944-45, prosegue poi gli altri cinque anni di studi presso l’Università di Napoli e si laurea il 29 Luglio 1950 con 110/110 e lode.

Dal 1950 al 1962 è assistente presso la Scuola Ostetrica di Catanzaro, svolgendo attività di reparto, di ricerca e di didattica. Nel luglio 1954 consegue il Diploma di specialista in Ostetricia e Ginecologia con 70/70 e la lode, e nell’anno 1970 ottiene la Libera Docenza universitaria in Patologia Ostetrica e Ginecologica. Nella sessione estiva 1971-72 consegue l’Idoneità Nazionale di Primario Ostetrico-Ginecologo.

Il 24 marzo 1962 è l’anno della svolta per la sua vita professionale ma anche per la sua vita personale. È l’anno in cui inaugura la Casa di Cura “S. Anna”, struttura mono specialistica in Ostetricia e Ginecologia, nella quale, nell’arco dei primi 25 anni di attività, sono venuti alla luce oltre trentamila neonati.

All’inizio degli anni ’90 la casa di cura viene dotata del Poliambulatorio Gamma, un centro di diagnosi direttamente collegato alla clinica, e alla fine degli anni ’90, Franco Frontera dà vita al “S. Anna Hospital”, con l’attivazione delle Unità Operative  di Cardiologia e di Cardiochirurgia, divenendo una struttura di eccellenza dotata di 90 posti letto e dei relativi servizi di terapia intensiva, subintensiva, emodinamica ed elettrofisiologia.

Ed a proposito della fondazione della Cardiochirurgia del Sant’Anna Hospital di Catanzaro ed al suo rapporto con Natuzza Evolo, ci piace ricordare e riportare ciò che lo stesso prof. Frontera scrive nel suo libro:  “ nel 1992 mi reco a Paravati per partecipare all’Assemblea annuale dei Soci fondatori dell’Associazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Ne approfitto per passare da Natuzza che, nel salutare me e mia moglie dice: “poi dobbiamo invitare per una conferenza il Prof. Marino, il cardiochirurgo di Roma.

Il prof. Frontera, che era un ginecologo, si meravigliò di queste parole ma con il passar del tempo decise di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale e convertire la clinica. Occorrevano però personalità di rilievo e contare sull’opera di un grande professionista capace pure di sviluppare la ricerca in una branca tanto particolare quanto complessa e la scelta cadde proprio sul Prof. Benedetto Marino, cattedratico di cardiochirurgia alla Università “La Sapienza” di Roma. Nessuno di noi si accorse che si stava concretizzando il vaticinio di Mamma Natuzza che nel 1992, sette anni prima, aveva accennato a tale figura di professionista anche lui meridionale ma che non aveva mai conosciuto la mistica di Paravati. Che fu Natuzza a volere addirittura indicare alcune figure professionali per la Casa di Cura si evince anche dalla storia  di Tonino Cichello, l’infermiere personale degli ultimi anni di Natuzza, anche egli nato a Mileto, il paese nella cui frazione è situata Paravati.

Lo stesso raccontò la storia di come aveva incontrato la mistica.

Tonino dopo aver conseguito la laurea infermieristica a Roma, tornato a Mileto e disoccupato percorreva ogni giorno la via Nazionale dove era ubicata la modesta casa di Natuzza senza mai fermarsi, né conosceva la mistica. Un giorno vedendo alcune auto con targa svizzera ferme davanti l’abitazione della mistica, mosso da curiosità decise di conoscerla e tornò indietro. Trovò la stessa intenta a chiudere il cancello dopo aver accompagnato i visitatori stranieri alla uscita, che nel frattempo si erano allontanati.

Natuzza con ancora la mano appoggiata al cancello le disse: “chi va trovandu?” e lui: “niente sono un infermiere, ancora non lavoro  e volevo conoscerti” e Lei:  “u te preoccupare che lavorerai!”. Dopo alcuni anni, Tonino che nel frattempo era ritornato a Roma, ricevette una telefonata dalla Clinica Sant’Anna di Catanzaro, per un colloquio e poiché al 5° piano si trovava ricoverata Natuzza, mosso da curiosità salì a salutarla. Si trovò di fronte la Mistica che gli disse: “ Militese ti piace lavorare qui? ecco ora tu mi farai i prelievi”. Così avvenne e per circa nove anni, Tonino Cichello divenne l’infermiere personale sia di Natuzza che del marito Pasquale Nicolace.

La Casa di Cura “Sant’Anna” per la medicina in Calabria fu una sfida professionale senza precedenti, coronata almeno agli inizi di immensi riconoscimenti pubblici e successi internazionali.

 Scrive ancora il prof. Frontera “i timori e le perplessità erano forti e non potevamo fare a meno di sentire, anche e soprattutto, il parere di Mamma Natuzza che ci disse : “Prefessò, faciti, faciti io pregherò la Madonna  di assistervi”.

Il “S. Anna Hospital” per lunghissimi anni verrà infatti riconosciuto dalle società mediche e dall’agenzia governativa per la sanità (Agenas) tra i migliori dieci centri italiani di Alta Specialità del Cuore, sia per il volume di prestazioni e sia per la qualità degli esiti.

Poi con il tempo qualcosa è andato storto e questo ha segnato profondamente la fine della clinica per come Franco Frontera l’aveva realizzata e immaginata, e un mese fa anche la sua scomparsa.

Subito dopo la sua morte uno dei pezzi-ricordo più belli che siano stati scritti su di lui porta la firma di Franco Cimino, uno degli intellettuali oggi più vivi e più seri della città di Catanzaro: “Medico dell’antica medicina – lo definisce Franco Cimino, che di Catanzaro conosce persino le pietre più remote-che ha rappresentato nella Catanzaro della ricostruzione, una grande risorsa scientifica. In particolare, in quel campo, assai delicato, della ginecologia oltre che dell’ostetricia. Persona fiera delle sue idee e coraggiosissima nel rappresentarle. Vero per tutti. Geniale, sotto molteplici aspetti. Anche in quella naturale sua capacità imprenditoriale, che egli ha saputo, tra i primi in Calabria, applicare alla medicina. E alle potenzialità di sviluppo delle sue molteplici attività. Soprattutto, nel potenziamento delle strutture”.

“C’è un dato che emerge in questa personalità poliedrica, intreccio di emotività e razionalità. Personalità ricca di qualità e di forza intellettiva, anche morale. É l’aver realizzato, nella sua vecchia clinica Sant’Anna, chiusa che fu l’attività ostetrica-ginecologica, una delle chirurgie cardiovascolari tra le più innovative e importanti d’Italia. Qui, valorizzando chirurghi di straordinario valore. E offrendo al migliore tra questi, la possibilità e l’onore di farsi maestro e di fare scuola. Si deve anche a lui, il professore Frontera, come veniva chiamato, a questo genio, medico competente, amministratore intelligente, “politico lungimirante”, uomo visionario e delle grandi intuizioni, se Catanzaro ha potuto avere per vent’anni una chirurgia del cuore di alto livello”.

Il giudizio di Franco Cimino è netto: “Si deve a lui, l’interruzione, su questo campo, della migrazione sanitaria. Migrazione costosissima su per la Regione, che sborsa ancora ogni anno centinaia di migliaia di euro alle regioni del Nord, sia per i pazienti. Per loro, sul piano anche della fatica psicologica e fisica. Per non dire delle famiglie e degli immani sacrifici che sono costrette a sopportare su piano economico oltre che della messa in subbuglio della propria organizzazione. Si deve a lui e alla sua clinica la salvezza di migliaia di vite umane. Di calabresi e catanzaresi, soprattutto. Poi vennero tempi difficili. Per lunghi anni faticosi e rischiosi. Fino a tre anni fa, poi conclusasi con la drammatica chiusura della clinica e la conseguente messa sul “lastrico” di decine di medici e lavoratori specializzati della clinica. I motivi sono molti e molti i responsabili di questa chiusura che suona come un peccato mortale sulla pelle del capoluogo. C’è in quei motivi, sicuramente una “innocente” responsabilità di Franco Frontera forse per la fatica e l’età che nonostante il suo bell’aspetto, ha pesato molto su alcune scelte che avrebbero avuto bisogno di maggiore “lucidità”.

A noi che vogliamo ricordarlo come un benefattore ci piace pensare che ora si sia rivolto ancora una volta e come in passato, direttamente  in Paradiso alla sua consigliera Mamma Natuzza e che come allora Lei abbia risposto: ”State sereno, andate tranquillo, perché la Madonna i progetti non li lascia incompiuti, io sto pregando pure per voi!”

E chi come noi crede in Natuzza Evolo Serva di Dio sa bene che la storia del “Sant’Anna Hospital” non finisce qui e che tutti si impegneranno affinché tale struttura voluta e protetta da una “Santa”, torni a splendere nel panorama sanitario della Calabria, superando tutti gli ostacoli che ancora oggi ne frenano la ripresa delle attività e riqualificando così il nome del suo fondatore, Franco Frontera.

 

 


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