Libertà di Stampa. Alla Casa della Memoria il nuovo libro di Giancarlo Tartaglia

“Come si uccide la libertà di stampa, Anatomia di un omicidio”, Edizioni All Round, 255 pagine, il nuovo libro di Giancarlo Tartaglia, sarà presentato a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, in Via San Francesco di Sales numero 5, venerdì 10 gennaio alle ore 17.30.

di Pino Nano
Martedì 07 Gennaio 2025
Roma - 07 gen 2025 (Prima Pagina News)

“Come si uccide la libertà di stampa, Anatomia di un omicidio”, Edizioni All Round, 255 pagine, il nuovo libro di Giancarlo Tartaglia, sarà presentato a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, in Via San Francesco di Sales numero 5, venerdì 10 gennaio alle ore 17.30.

Sarà un evento davvero molto speciale, e che vedrà protagonisti della serata Enrico Menduni, Enrico Serventi Longhi e Fulvio Cammarano che discuteranno con l’autore. Giancarlo Tartaglia ricostruisce in questo suo ultimo libro “quei giorni maledetti” dell’anno 1924 -che è stato l'anno del rapimento e dell'uccisione di Giacomo Matteotti, ed è stato l'anno dell'entrata in vigore del nuovo regolamento sulla stampa, per imbavagliare la libertà di espressione- con una dovizia di particolari e di dettagli che fanno di questo libro un impeccabile testo di storia moderna.

 

Il 1924 è stato soprattutto l'anno del tentativo di conquistare il controllo degli organismi rappresentativi della categoria giornalistica. Ma anche l'anno della nascita dell'Uri, l'unione radiofonica italiana, e del Luce, produttore di notiziari filmati che costituiranno gli strumenti necessari alla costruzione del consenso di massa. Un anno, quello del 1924, funestato anche dal rapimento e dall’uccisione del giovane segretario del Partito socialista unitario, Giacomo Matteotti, “reo – scrive Tartaglia- di aver denunciato in Parlamento i brogli elettorali, l’affarismo e le violenze del fascismo e che avrebbe indotto Mussolini a imporre la pubblicazione e l’entrata in vigore del nuovo regolamento sulla stampa, che, ripercorrendo la via intrapresa, con insuccesso, alla fine dell’altro secolo dai governi di Rudinì e Pelloux, iniziava a imbavagliare la libertà di espressione, che sarebbe stata definitivamente abolita con le leggi “fascistissime” approvate l’anno successivo da un Parlamento definitivamente nelle mani dei fascisti”.

 

Straordinariamente forte il racconto che ci fa Tartaglia di un Mussolini per il quale la stampa era” la sua ossessione, e come addomesticarla era il suo obiettivo”. Ma non solo il controllo assoluto della stampa scritta. Mussolini capì prima di tutti gli altri quanto fosse fondamentale anche il controllo della radio che era appena nata e dei primi documentari Luce. Comprendendo l’importanza di entrambe queste innovazioni, “Mussolini presto se ne approprierà, sottraendole all’imprenditoria privata e portandole sotto l’egida e il controllo del governo”. Costituiranno gli assi portanti necessari alla costruzione del consenso e fare del fascismo un regime di massa.

 

In un paese largamente arretrato e con spaventosi livelli di analfabetismo, soprattutto nelle regioni meridionali, -scrive Tartaglia- “la radio poteva essere ascoltata da tutti, non c’era bisogno di saper leggere, e la visione dei notiziari filmati, proiettati nelle sale cinematografiche tra il primo e il secondo tempo di un film, un nuovo mezzo di svago popolare sempre più diffuso, colpivano e impressionavano gli spettatori più di qualsiasi altro strumento di comunicazione di massa. Ma di questo futuro, che si costruirà nel corso degli anni, il 1924 segna l’inizio”.

 

Con questo suo nuovo saggio storico Giancarlo Tartaglia ci riporta alle origini del fascismo e del regime: Il 1924 l’anno della svolta. Solo un topo da biblioteca come lui avrebbe potuto ricostruire questo “1924”, anno “maledetto” per il mondo del giornalismo italiano con tanta precisione e con tanto rigore.


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