Mafia, Enna: in carcere il presunto boss di Agira e due fedelissimi

L’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, furto e danneggiamento seguito da incendio.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 12 Febbraio 2025
Enna - 12 feb 2025 (Prima Pagina News)

L’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, furto e danneggiamento seguito da incendio.

Faceva gli interessi di Cosa nostra nel comune ennese di Agira ma è stato arrestato, con un blitz, dai poliziotti della Squadra mobile della questura di Enna e da quelli del commissariato di Leonforte (Enna). L’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, furto e danneggiamento seguito da incendio.

Insieme al presunto referente di zona della mafia, sono finiti in carcere altre due persone mentre per una terza persona, è scattato l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. In questo caso i reati contestati sono estorsione, violenza privata e lesioni personali, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Nell’operazione figurano altri indagati che sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria perché ritenuti complici nei medesimi reati.

Attraverso le indagini gli investigatori hanno ricostruito il tentativo da parte di un uomo, di riprendere il controllo del territorio di Agira per conto di Cosa nostra. In un’operazione della Polizia di Stato del 2009, era già finito dietro le sbarre. Subito dopo aver scontato la sua condanna però, l’indagato ha cercato di riproporsi come uomo-mafia su quella zona. Molti reati sono riconducibili a quelli tipici della cosiddetta mafia “rurale”, estorsioni a imprenditori agricoli e incendi di rotoballe di fieno degli allevatori.

La seconda persona arrestata, sarebbe la responsabile di un violento pestaggio subito da due allevatori, colpevoli di non aver ceduto terreni per il pascolo degli animali. Anche il suo nome compare tra quelli dei condannati dopo l’operazione del 2009.

Il terzo arrestato infine, ha rubato degli animali a un imprenditore agricolo e poi gli ha estorto il “riscatto” per la loro restituzione.

Sono stati 50 in totale i poliziotti della Questura impiegati. Hanno partecipato al blitz anche gli agenti della Squadra mobile della questura di Siena, provincia dove si trovava uno degli arrestati.


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