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Nuovo giudizio a Venezia sulle morti per esposizione al cancerogeno nella Marina Militare.
Nuovo giudizio a Venezia sulle morti per esposizione al cancerogeno nella Marina Militare.
La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha scritto un nuovo capitolo della lunga vicenda giudiziaria nota come “Marina Bis”, annullando la sentenza della Corte d’Appello di Venezia e disponendo un nuovo giudizio davanti a un’altra sezione della stessa Corte.
Si tratta di uno dei processi più significativi della storia recente della Marina Militare italiana, che chiama in causa la responsabilità di alti ufficiali per la morte e le malattie invalidanti di numerosi militari, esposti all’amianto durante il servizio. Per centinaia di famiglie, questa vicenda non è soltanto una questione di diritto, ma una ferita ancora aperta che continua a chiedere giustizia.
La decisione della Suprema Corte non è solo un atto giuridico: rappresenta un segnale di speranza per chi da anni combatte perché venga riconosciuta la verità e venga affermato il diritto a un risarcimento. Già in precedenti procedimenti, la Cassazione aveva evidenziato profili di colpa a carico del Ministero della Difesa, che in questi processi è chiamato a rispondere come parte civile.
Questo nuovo rinvio non cancella le sofferenze vissute, ma ribadisce che la ricerca di giustizia non si è fermata. Per molti familiari, è l’occasione di vedere riconosciuto, anche nelle aule di tribunale, il sacrificio di chi ha servito lo Stato.
“Questa decisione della Cassazione rafforza la strada di giustizia che non possiamo abbandonare. Si susseguono anche decisioni dei Giudici Amministrativi che continuano a dar ragione ai militari della Marina vittime dell'amianto, con condanna al risarcimento del danno. L’Osservatorio Nazionale Amianto e delle Vittime del Dovere continueranno a battersi per la bonifica integrale delle unità navali della Marina Militare e per la tutela dei nostri uomini in divisa”. Dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, che sottolinea: “non possiamo dimenticare le centinaia di militari che hanno perso la vita e le loro famiglie, costrette a convivere con il dolore e a sostenere lunghi e faticosi iter giudiziari per vedere riconosciuti diritti elementari. La sofferenza che ci raccontano ogni giorno ci ricorda che l’amianto non è solo un problema del passato: continua a mietere vittime nel settore della Difesa, e il nostro impegno è non lasciarle mai sole.” Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, fino al 2021 si contano circa 1.300 casi di mesotelioma solo nel comparto Difesa. La Marina Militare resta l’ambito con il più alto numero di esposizioni e decessi per amianto.
Per maggiori informazioni si può contattare l'ONA e lo stesso Osservatorio Vittime del Dovere attraverso il sito www.vittime-del-dovere.it e il numero verde 800 034 294.