Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
"Il 25 aprile va vissuto al presente, le minacce ci sono sempre".
"Il 25 aprile va vissuto al presente, le minacce ci sono sempre".
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, nella ricorrenza dell' 80° anniversario della Liberazione.
Dopo i saluti del Presidente del Consiglio Nazionale permanente delle Associazioni d'Arma, Generale C.A. Paolo Gerometta e del Presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, Prof. Claudio Betti, sono intervenuti il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti e il Presidente della Repubblica.
"Il 25 aprile - ha detto Mattarella - non è soltanto memoria, ma fermo richiamo all’impegno: rivolgere lo sguardo al passato ci invita a riflettere su ciò che siamo come Paese, su quanto dobbiamo a quella generazione di italiani – donne e uomini, civili e militari – che con il loro sacrificio e con la loro determinazione ci hanno restituito la libertà.
La Liberazione fu il frutto di un moto individuale delle coscienze, che divenne espressione della dignità del nostro Paese, del nostro popolo che non si lasciò sopraffare dalla barbarie. Un'energia morale che prese forma in tanti volti, in tanti luoghi drammatici uniti dallo stesso spirito.
Dalle Fosse Ardeatine a Marzabotto, da Porta San Paolo a Cefalonia, a Montelungo, dalle montagne ai campi di prigionia, dai lager nazisti alle celle di Regina Coeli e San Vittore. Si trattò di un’opera corale, sofferta e complessa, in cui si integrarono e si rafforzarono a vicenda la lotta armata dei partigiani, l’azione delle Forze Armate, il coraggio dei deportati e degli internati militari che resistettero nei campi di prigionia nazisti, l’impegno silenzioso di donne e uomini, ragazzi e anziani, nei piccoli paesi e nelle grandi città.
Fu il frutto della collaborazione con le forze alleate: soldati americani, inglesi, francesi, canadesi, polacchi e di tante altre nazioni che combatterono e morirono accanto agli italiani", ha aggiunto.
"Rendiamo onore ai protagonisti di quegli eventi, all’intreccio di ideali, scelte, sacrifici che ci hanno condotto verso la nuova Italia, libera, democratica, fondatrice di quel che oggi è l’Unione Europea, protagonista della cooperazione internazionale. Le Associazioni che rappresentate sono l’anima perenne di quella memoria. Siete l’eco persistente delle tante componenti che contribuiscono, con percorsi convergenti, alla rinascita morale e politica dell’Italia, alla nascita della Repubblica. A questo contribuirono con determinazione e coraggio.
È preziosa l’opera che svolgete di trasmettere il senso di quel che è avvenuto, la custodia della memoria, senza farne un feticcio consegnato al solo ricordo, ma facendola vivere come consapevolezza civile, come educazione alla responsabilità. Un ponte ideale tra generazioni, nell’attualità dei valori alla base di quei sacrifici e da essi scaturiti", ha proseguito Mattarella.
"La storia delle Forze Armate è ispirata al servizio al bene comune. Quel bene che trova radice nella Costituzione della Repubblica. Quei valori di umanità, di spirito di servizio, di senso del dovere testimoniati con la Resistenza e la Liberazione. Oggi testimoniati dai tanti impegni in missioni di pace e di stabilità.
Oggi come ieri, ai nostri militari è affidato dal Governo e dal Parlamento il compito di proiettare quei valori nel tempo, in Patria e nel mondo, con professionalità e umanità.
Quasi 8.000 militari italiani – soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri – sono oggi impegnati nei teatri operativi internazionali, volto contemporaneo di quella stessa volontà di contribuire alla costruzione della pace, alla libertà, alla libertà, alla comprensione tra i popoli che ispirò il 25 aprile", ha evidenziato il Capo dello Stato.
"La Liberazione - ha sottolineato ancora Mattarella - fu anche punto di partenza, la premessa della Costituzione repubblicana, della rinascita economica e sociale, della nostra collocazione nel contesto europeo e internazionale. Minacce, in forme diverse, che pretendono di porre in discussione i valori di democrazia, libertà e pace che furono alla base della Resistenza, sono sempre presenti. Conflitti armati sempre più cruenti vicini ai confini d’Europa, tensioni nei rapporti internazionali che, con oblio della memoria, rischiano di provocare crisi globali dalle conseguenze catastrofiche.
Ecco perché il 25 aprile non è mera occasione di formale omaggio. Si tratta di un’eredità che va vissuta nel presente, trasformata in impegno, in progettualità, in educazione per riflettere sull’attualità di quei valori, a partire dal rifiuto della indifferenza.
Quest’anno mi sono recato a Genova, città medaglia d’oro al Valor Militare, simbolo di lotta, di sofferenza, di rinascita. Città in cui le forze nazifasciste si arresero ai partigiani. Città che, il 25 aprile, quest’anno, ha rappresentato idealmente, nell’ottantesimo anniversario, i mille luoghi della Resistenza italiana.
Le Associazioni d’Arma e Combattentistiche, in questo percorso, hanno un ruolo, di grande rilievo, di custodi della memoria, di strumenti di educazione civica, testimoni dell’insegnamento dei valori morali della Resistenza. Un patrimonio etico e civile che deve guidare ogni nostra scelta, ogni nostra azione pubblica.
Desidero esprimervi - e attraverso di voi a tutti gli associati - l’apprezzamento e l’incoraggiamento per la vostra missione: quella di essere legame vitale tra le profonde radici della nostra storia e le aspirazioni delle nuove generazioni. Viva la Repubblica", ha concluso il Capo dello Stato.