Milano, pusher disabile in manette: "Sono senza un braccio, non mi assumerà nessuno"

Interrogato in aula questa mattina, l'uomo ha ammesso di essere uno spacciatore di droga. L'arresto è stato convalidato, respinta la richiesta di misure cautelari e di espulsione dall'Italia.

(Prima Pagina News)
Martedì 27 Agosto 2024
Milano - 27 ago 2024 (Prima Pagina News)

Interrogato in aula questa mattina, l'uomo ha ammesso di essere uno spacciatore di droga. L'arresto è stato convalidato, respinta la richiesta di misure cautelari e di espulsione dall'Italia.

“Senza braccio non mi assume nessuno“. A dirlo, questa mattina, è stato un pusher disabile di origini marocchine, arrestato ieri dai Carabinieri della Compagnia di Porta Magenta a Milano con l'accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, dopo essere stato trovato in possesso di 75 grammi di hashish.

Interrogato questa mattina nell'Aula della Sezione Direttissima del Tribunale di Milano per la convalida dell'arresto, l'uomo ha ammesso di essere uno spacciatore di droga.

L'uomo, assistito da un interprete, ha raccontato giunto clandestinamente in Italia dal Marocco 1 anno e 7 mesi fa, passando dalla Spagna. A Roma, e poi a Milano, ha vissuto di espedienti e facendo il lavoratore agricolo, fino a quando, sei mesi fa, ha subìto un incidente che lo ha reso disabile: è rimasto folgorato da una dispersione elettrica in una fabbrica abbandonata adibita a dormitorio, per questo, in ospedale, i medici gli hanno amputato l'avambraccio sinistro.  L'uomo ha fatto vedere anche gli altri segni dell'incidente, cioè delle lesioni al costato e alla gamba sinistra.

In seguito all'accaduto, è diventato titolare di un permesso di soggiorno per motivi di cura e vive in una struttura di accoglienza nel Lodigiano. I servizi sociali del capoluogo lombardo, che alla Sezione Direttissime hanno un presidio, hanno confermato che l'uomo, assistito dalla legale d'ufficio Raffaella Brambilla, è stato seguito dal reparto di etnopsichiatria del Centro Sammartini. Non ha precedenti, soltanto qualche identificazione dattiloscopica.

Secondo la giudice Mariolina Panasiti, questo può essere una dimostrazione di come “prima dell’infortunio non commettesse reati” e “che abbia cominciato solo dopo perché senza un braccio non lo prende nessuno”. La giudice ha convalidato l'arresto, ma ha respinto la richiesta di misure cautelari e di espulsione dall'Italia. La Procura milanese aveva chiesto l'obbligo di firma ai Carabinieri. Il processo riprenderà il 17 dicembre alle 9.30.


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