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Il complesso, uno tra i più grandi mai trovati nelle domus pompeiane, è stato trovato nell'insula 10 della Regio IX, all'interno di una domus privata.
Il complesso, uno tra i più grandi mai trovati nelle domus pompeiane, è stato trovato nell'insula 10 della Regio IX, all'interno di una domus privata.
Gli scavi a Pompei continuano a far emergere altri tesori: nel cantiere in corso nell'insula 10 della Regio IX è stato trovato un imponente complesso termale che faceva parte di una domus privata ed era annesso ad un salone per banchetti.
Questo complesso è tra i più grandi e articolati settori termali mai trovati nelle domus pompeiane ad oggi venute alla luce. Ci sono pochi altri esempi di questa dimensione, tra cui le terme dei Praedia di Giulia Felice, quelle della Casa del Labirinto e della Villa di Diomede.
La connessione con il cosiddetto "salone nero", cioè la grande sala conviviale emersa qualche mese fa lascia intuire che la casa romana era un vero e proprio palcoscenico per la celebrazione di grandiosi banchetti, la cui funzionalità, per la società dell'epoca, non era, come si direbbe oggi, "privata" in senso stretto, ma erano, per il proprietario, occasioni preziose per ottenere il consenso elettorale degli ospiti, promuovere la candidatura di amici o parenti o, più semplicemente, affermare il suo status sociale.
Le terme, che erano composte da un calidarium, un tepidarium, un frigidarium (sala calda, tiepida e fredda) e uno spogliatoio (apodyterium), potevano ospitare fino a 30 persone, stando alla grandezza delle panchine presenti in quest'ultimo ambiente. Ad avere un grande effetto scenografico è la sala fredda, composta da un peristilio, cioè una corte porticata le cui dimensioni sono di 10 x 10 metri, al cui centro c'è una grande vasca.
La scelta di mettere il complesso vicino al grande triclinio (sala per banchetto) trova una chiave di lettura nel Satyricon, in cui il ricco liberto Trimalcione tiene la famosa cena, ambientata in una città campana nel I secolo d. C., quindi non lontana culturalmente dalla Pompei prima dell'eruzione del Vesuvio del 79 d. C.. Prima di celebrare il banchetto, tutti i protagonisti, compreso Trimalcione, si recano al balneum (bagno).
Tutta la domus occupava la zona sud dell'insula 10 e doveva essere di proprietà di un personaggio di spicco della società locale. Stando a quanto emerge dalle pareti decorate in II e III Stile, aveva una storia importante: di sicuro, doveva far parte dell'élite della città nei suoi ultimi decenni di vita e, quindi, sentire la necessità di allestire a casa propria uno spazio dove invitare molti ospiti e garantire loro la possibilità di fare il bagno e rilassarsi nelle terme.
"Il tutto era funzionale alla messa in scena di uno "spettacolo", al cui centro stava il proprietario stesso", ha evidenziato il Direttore dell'Area Archeologica di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. "Lo scavo degli ambienti in questione, ed in particolare del peristilio - ha aggiunto il Direttore dei lavori, Anna Onesti - è avvenuto grazie ad una modalità di esecuzione innovativa, che ha consentito di raggiungere il piano pavimentale evitando lo smontaggio degli elementi architettonici instabili del colonnato".
L'uso di una struttura di supporto transitoria ha reso possibile lo scavo di tutto il colonnato, lasciando le porzioni murate al loro posto, e resterà a presidio del sistema della trabeazione, cioè della struttura orizzontale retta dalle colonne, fino ad un futuro progetto di restauro architettonico e strutturale, facendo anche da supporto alla sua stessa esecuzione.
La domus aveva il suo ingresso principale a sud: qui, forse, era stato installato un atrio, da cui si arrivava ad un grande peristilio (giardino colonnato), che con la sua larghezza copre quasi tutto l'isolato, e di cui si intravedono le parti superiori delle colonne angolari, che non sono state ancora scavate.
Su un lato del peristilio si aprivano dei vani: da ovest a est, un grande oecus, cioè un ambiente di soggiorno, decorato in II stile, quindi un corridoio, un piccolo ambiente decorato in IV stile e un oecus corinzio, che era circondato da almeno 12 colonne su tre lati, con una megalografia di II stile che, al momento, è ancora in fase di scavo, di cui a dicembre sono stati presentati i primi risultati (il fregio contenente composizioni di nature morte, che rappresentano la cacciagione e i prodotti della pesca offerti agli ospiti durante i banchetti).