Premio Biagio Agnes, si celebrano i 70 anni della Rai e i 100 anni della radio

In campidoglio la cerimonia ufficiale ha visto presenti i grandi nomi del giornalismo italiano e della storia della Rai, una sorta di happening della televisione di Stato per i suoi primi 70 anni di vita, e per i 100 anni della radio.

di Pino Nano
Martedì 25 Giugno 2024
Roma - 25 giu 2024 (Prima Pagina News)

In campidoglio la cerimonia ufficiale ha visto presenti i grandi nomi del giornalismo italiano e della storia della Rai, una sorta di happening della televisione di Stato per i suoi primi 70 anni di vita, e per i 100 anni della radio.

Il Premio Agnes si riconferma, dunque, ancora quest’anno non solo momento di incontro tra grandi protagonisti del mondo della comunicazione e dell’informazione, ma anche salotto esclusivo di Roma Capitale di una RAI che in questa occasione riesce puntualmente a ritrovarsi idealmente tutta insieme, unita più che mai, e soprattutto con il solito smalto di un tempo.

Alla cerimonia di premiazione insieme ai vertici di “mamma Rai”, Roberto Sergio e Giampaolo Rossi, c’erano decine di conduttori televisivi, decine e decine di autori, i direttori delle maggiori testate giornalistiche dell’azienda, un pezzo fondamentale della TGR di Alessandro Casarin, con lui tutti i suoi Vicedirettori e almeno cinque dei suoi capiredattori regionali, un parterre di grande peso professionale e di grande tradizione aziendale. I prima fila anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che qui è di casa perché viene anche lui dai quadri dirigenti della RAI, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che di questo Premio è un “amico molto speciale”

Qualcuno dietro le quinte, aspettando che Alberto Matano e Mara Venier si preparino per andare in scena, ci sussurra “ Ma non poteva non essere così, con due registi del calibro di Simona Agnes e di Gianni Letta”, perché sono loro in realtà la vera anima di questa straordinaria macchina da guerra.

È stata una festa solenne, a tratti anche troppo, una piazza piena come un uovo, nessun dettaglio lasciato al caso, in prima fila i vertici dell’Associazione della Stampa Estera, e in prima fila i grandi inviati del giornalismo italiano, tanti direttori di giornali importanti, è davvero impossibile fare i nomi di tutti, rischieremmo di dimenticarne qualcuno e sarebbe grave farlo.

La cerimonia si apre naturalmente con il ricordo di Biagio Agnes, è stato uno dei padri putativi della RAI, storico e mitico direttore generale della TV di Stato che fece della RAI una delle televisioni più influenti e più credibili d’Europa. Ancora oggi, 13 anni dopo la sua morte, non c’è avvenimento televisivo o meeting internazionale dove la RAI non venga identificata con lui e con il suo nome. E questo Premio, targato Simona Agnes, che è poi sua figlia, non fa che ricordare quello che nei fatti è stato Biagio Agnes per la Rai, e quello che ne è poi seguito dopo di lui, intere generazioni di giornalisti e comunicatori che sono diventati a loro volta protagonisti di primo piano del mondo della televisione, del cinema, del giornalismo e della cultura italiana. Era la generazione degli anni 70/80, una generazione che questa sera è tutta qui in prima fila a celebrare quegli anni di esordio e di attese. Una scommessa, quella di “Biagione”, assolutamente vinta. Lo è stato in tutti i sensi. Oggi la RAI è molto di più di quello che Biagio Agnes, il grande visionario della TV, aveva sognato di realizzare.

 

Ma veniamo al Premio.

Promosso dalla Fondazione Biagio Agnes, in collaborazione con la Rai e in partnership con Confindustria, il Premio rappresenta ormai un appuntamento che lega il prestigio di celebri nomi del mondo dell’informazione e della comunicazione a un evento “che vuole valorizzare e premiare la professione giornalistica in ogni suo aspetto”.

La giuria, presieduta da Gianni Letta, ha designato i premiati individuando i migliori professionisti che, in percorsi diversi - dalla carta stampata alla tv, dai nuovi linguaggi alla radio e alla letteratura - hanno compiuto lo sforzo di capire e analizzare il presente per poi raccontarlo con chiarezza ed equilibrio.

 

Quest'anno, Edizione 2024 -ma non poteva non essere così- il Premio Radio-Tv è stato assegnato alla Rai - Radiotelevisione italiana, “la più importante media-company italiana, che quest'anno festeggia una duplice ricorrenza, i 100 anni della Radio e i 70 della Televisione”. A ritirare il Premio è stato un grande Maestro di creatività e professionalità all’interno della TV di Stato, Renzo Arbore, autore e conduttore di memorabili trasmissioni televisive e radiofoniche e su cui a suo tempo Biagio Agnes aveva scommesso sé stesso.

 

Il Premio Carta Stampata è andato invece al giornalista parlamentare e vice direttore de Il Foglio, Salvatore Merlo e all’inviato speciale di Avvenire, reporter internazionale e cronista giudiziario, Nello Scavo.

 

Per il suo ultimo reportage di viaggio dal titolo "La speranza africana", Federico Rampini riceve il Premio Giornalista Scrittore mentre Officina della Comunicazione si aggiudica il Premio Documentari Culturali.

 

Il Premio Giovani Giornalisti è andato invece a Francesco Bechis, classe 1995, cronista politico del quotidiano Il Messaggero.

 

Fondata nel 1912, l’Associazione della Stampa Estera in Italia che da più di un secolo contribuisce a raccontare l’Italia nel mondo, si aggiudica invece il Premio Stampa Estera, a ritirarlo in prima fila ci sono il suo attuale Presidente Maarten Van Aalderen e il suo predecessore, la giornalista Esma Çakir.

 

Il Premio Divulgazione Scientifica è andato a Barbara Carfagna, conduttrice del programma di Rai 1 “Codice, La vita è digitale”, mentre il Premio Generazione Digitale - Podcast è stato consegnato a Justine Bellavita, web editor, social media e digital director delle testate periodiche femminili di RCS MediaGroup.

 

Premiata anche Mia Ceran per il podcast di Will Media “The Essential”, un racconto quotidiano in cinque minuti dell’attualità politica, economica e culturale.

 

Alla serie “Un professore”, andata in onda su Rai 1, è stato assegnato il Premio Fiction. A ritirare il Premio ci sono Alessandro Gassmann e Claudia Pandolfi, attori molto apprezzati tra il pubblico di tutte le età, che hanno saputo veicolare con la loro interpretazione i tanti valori positivi della serie, pensata appositamente per le giovani generazioni”.

 

Allo storico Francesco Perfetti, Professore ordinario di Storia contemporanea, Presidente della Giunta Storica Nazionale, è andato il Premio Informazione Culturale, mentre allo scrittore Giulio Leoni il Premio Saggista e Scrittore per il libro: "Mameli. Un grande romanzo storico sull'Inno che fece l’Italia".

 

Come da tradizione, è stata anche assegnata una Borsa di studio al primo classificato in graduatoria della Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università Luiss di Roma. Anche quest’anno giuria di altissimo profilo: Gianni Letta (Presidente), Giulio Anselmi, Alberto Barachini, Carlo Bartoli, Stefano Folli, Luciano Fontana, Luigi Gubitosi, Paolo Liguori, Pierluigi Magnaschi, Giuseppe Marra, Massimo Martinelli, Antonio Martusciello, Agnese Pini, Antonio Polito, Aurelio Regina, Danda Santini, Roberto Sergio, Marcello Sorgi, Fabio Tamburini, Mons. Dario Edoardo Viganò.

 

Per chi conosce la manifestazione, per averla già vissuta in passato, o per esserci passato qualche giorno fa, sa benissimo che ancora una volta al Campidoglio è andata in scena la più bella festa di compleanno della RAI.

 


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