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Al telegiornale 1 sempre più in basso in fatto di ascolti è "guerra vera". Il Cdr non ci sta più a questo gioco di promozioni e inganni a senso unico.
Al telegiornale 1 sempre più in basso in fatto di ascolti è "guerra vera". Il Cdr non ci sta più a questo gioco di promozioni e inganni a senso unico.
Non c'è pace al telegiornale 1, ma così in basso come ascolti e credibilità. Questa volta la politica ha fatto dei danni veri e si vedono nei numeri. Insomma, il Cdr si ribella a questa gestione e il componente del Cdr in quota Pd rimasto solo non firma documenti. Un Cdr che parla solo per bocca di due componenti. E il terzo dov'è?
"Come sapete il CdR ha una nuova configurazione dovuta alle dimissioni di uno dei suoi componenti a cui è subentrato il primo dei non eletti. Si tratta di un automatismo contrattuale che ha però fornito l’occasione per una riflessione sulle cose fatte e su quelle da fare. - scrivono Per Il Cdr del Tg1 Flavia Lorenzoni e Amedeo Martorelli - ci sono state delle sgrammaticature contrattuali legate alle recenti nomine che hanno suscitato più di una critica. Si è aperta una discussione che ruota sul tema cruciale delle regole e di come sia importante, in questa fase, riportare il rispetto del contratto al centro della vita della Testata.
E’ importante porre, con forza, la questione delle norme che regolano le progressioni di carriera, così come è importante che il CdR dia risposte puntuali ai colleghi che sollevano obiezioni di forma e di sostanza. Su tutto svetta l’emarginazione cronica di alcuni settori del Giornale, a fronte di una premialità non sempre in linea con il merito, con le competenze, con le anzianità, con le storie professionali.
Ci sono, al Tg1, esempi di emarginazione non più tollerabili. Ripartire dagli ultimi sarà uno degli impegni di questo Cdr. Abbiamo anche avviato una riflessione che riguarda la possibilità di includere nelle commissioni dei job posting un componente del Cdr attraverso un accordo con la Direzione (accordo che va costruito) come esperienza-pilota del Tg1 tesa a riportare in equilibrio questo importante strumento aziendale.
In questo quadro si inserisce la flessione degli ascolti del Tg1 che investe tutta l’offerta informativa della Testata, compresa l’edizione centrale delle 20. È un tema cruciale che merita un’attenta riflessione da parte della Redazione per capirne le cause e studiarne i rimedi. Tra le ragioni possibili c’è il cosiddetto “traino” della Rete, che rinvia ad una politica di canale debole. Potrebbero, però, esserci anche altri fattori latenti che andrebbero messi correttamente in luce. Il presente comunicato non è stato condiviso dal collega Claudio Valeri.
Questa sua decisione è arrivata dopo un confronto interno al CdR sulla proposta avanzata da Valeri di fare un nostro comunicato in risposta alle critiche di Salvini ad alcuni servizi politici del Tg1. Servizi che necessariamente riflettono la linea editoriale dal Direttore. Proprio per questo motivo, i firmatari di questo documento ritenevano invece opportuno che a rispondere a queste critiche fosse innanzitutto Carboni.
Successivamente, il CdR avrebbe valutato come e in quali forme intervenire. Su questo punto specifico il collega Valeri ha espresso il suo dissenso, rendendosi indisponibile a sottoscrivere il presente documento, subordinando il proprio suo assenso alla risposta del CdR a Salvini, e a differire il tema degli ascolti per portarlo sul tavolo della Direzione.
Tema che per noi è invece fondamentale perché un Telegiornale con ascolti in flessione rischia di diventare, specie in questo momento, facile preda degli insaziabili appetiti della politica. Di tutta la politica. Chiamare la Redazione ad affrontare il tema del calo degli ascolti significa rafforzare, e non indebolire, il lavoro di tutti noi.
Questo significa per noi difendere il Tg1 - concludono i due sindacalisti."