ReportCalcio. Gravina: "Evidenzia senza filtri punti di forza e criticità del sistema" (2)

Il presidente federale ha illustrato su Vivo Azzurro Tv il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Arel e PwC Italia.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 07 Agosto 2024
Roma - 07 ago 2024 (Prima Pagina News)

Il presidente federale ha illustrato su Vivo Azzurro Tv il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Arel e PwC Italia.

L’aumento dei ricavi ha contraddistinto tutte le principali categorie, a cominciare dai proventi televisivi (+21,4%, da € 1.254m a € 1.522m), trend che si connette anche alla ritrovata competitività internazionale dei nostri club nel 2022-2023, con 3 finali di coppe europee e 2 club in semifinale di Champions League (per un totale di quasi € 400m di proventi derivanti dalle competizioni europee). È inoltre ulteriormente proseguito il percorso di crescita nella valorizzazione degli asset commerciali, che complessivamente nei 16 anni analizzati dal ReportCalcio sono aumentati di oltre 3 volte (da € 305m a € 930m), ma soprattutto un segnale positivo arriva dai ricavi da ingresso stadio, ovvero il ticketing, che nel 2022-2023 ha raggiunto i € 471m (+85,2% rispetto al 2021-2022), dato record nella storia del calcio italiano, grazie a un trend di significativa crescita dell’affluenza degli spettatori, anche in confronto al periodo precedente al COVID. Dati di grande rilevanza, che segnano una definitiva ripresa dopo il devastante periodo della pandemia, che nelle 3 stagioni con impatto del coronavirus (19-20, 20-21 e 21-22) aveva prodotto la perdita di 29,1 milioni di spettatori potenziali allo stadio, con un impatto in termini di ricavi da ticketing non realizzati pari a 631,7 milioni di euro.

L’affluenza totale nel calcio professionistico ha raggiunto infatti nel 2022-2023 i 20,3 milioni di spettatori, quasi il doppio rispetto al 2021-2022 (ultima stagione segnata dall’emergenza sanitaria) e circa il 30% in più rispetto all’ultima stagione pre COVID-19 (nel 2018-2019 non si erano superati i 15,8 milioni). La Serie A, in particolare, con 29.371 spettatori medi ha raggiunto il miglior dato di affluenza degli ultimi 23 anni (record dal 2000-2001) e il miglior dato in termini di affluenza totale (quasi 11,2 milioni) tra quelli registrati dal 1978-1979, mentre le prime 5 partite per incassi nella storia del calcio italiano sono state tutte registrate nella stagione sportiva 2022-2023 e i 2 club milanesi, Inter e Milan, si sono posizionati rispettivamente al terzo e al quarto posto in Europa per numero complessivo di spettatori presenti allo stadio (quasi 2 milioni a testa), dietro solo a Manchester United e Barcellona.

Dati di grande rilevanza, che evidenziano anche un significativo potenziale di ulteriore crescita, laddove si dovesse effettivamente realizzare una nuova generazione di impiantistica sportiva applicata al calcio nel nostro Paese. L’assenza di impianti di alto livello continua a rimanere un grande limite per l’ulteriore sviluppo del calcio italiano: lo scenario complessivo degli stadi italiani rimane infatti fortemente critico, con un’età media di 66 anni, mentre solo nel 17% degli stadi di Serie A vengono utilizzati impianti che sfruttano fonti rinnovabili di energia e appena il 10% degli stadi del calcio professionistico italiano non risulta di proprietà pubblica. L’Italia con appena 5 nuovi impianti incide per meno dell’1% degli investimenti in nuovi stadi nel calcio europeo operati nel periodo 2007-2023 (213 nuovi stadi inaugurati e € 22,8 miliardi investiti), rispetto a Nazioni come Turchia e Polonia (oltre 30 nuovi stadi tra il 2007 e il 2023), ma anche Germania (18), Inghilterra (13) e Francia (12).

Numeri che testimoniano l’urgenza per l’introduzione di nuovi investimenti infrastrutturali nel calcio italiano, considerando anche gli importanti riflessi socio-economici che una nuova generazione di stadi potrebbe generare, anche a beneficio dell’intero Sistema Paese. In base alle elaborazioni di Openeconomics riprese nel ReportCalcio, i 18 progetti attualmente in fase di pianificazione o di effettiva realizzazione di nuovi impianti calcistici prevedono un investimento di oltre 3 miliardi di euro, che produrrebbe un ulteriore impatto sul PIL italiano di 5,6 miliardi, 2,5 miliardi di entrate fiscali aggiuntive e circa 14.000 nuovi posti di lavoro.

Oltre agli stadi, un tema cruciale da cui ripartire riguarda la valorizzazione dei giovani. Appare infatti sempre più evidente la necessità di studiare dei percorsi per incentivare maggiormente gli investimenti nei settori giovanili dei club professionistici al fine di rafforzare il percorso di crescita dei giovani talenti (soprattutto di nazionalità italiana), incrementare gli asset patrimoniali dei club grazie alla crescita del valore del parco calciatori e far crescere il valore e l’interesse dell’intero calcio italiano, puntando sui giovani che si sono già affermati e su una nuova generazione di talenti, in modo da riaffermare ulteriormente il posizionamento dell’Italia tra le nazioni più importanti dell’intero calcio mondiale.

Proprio negli ultimi anni numerosi indicatori ci segnalano come il movimento giovanile rappresenti, forse, il più importante patrimonio di cui oggi il calcio italiano dispone. Gli ottimi risultati ottenuti dalle Nazionali giovanili italiane testimoniano il livello qualitativo dei giovani talenti italiani, basti pensare ai recenti titoli europei conquistati dall’Under 19 (a 20 anni di distanza dall’unico e ultimo successo) insieme alla prima storica medaglia d’argento al Mondiale Under 20 e dal titolo europeo dell’Under 17 (prima volta nella storia); alcuni dei giovani calciatori italiani sono stati inoltre selezionati come i migliori giocatori in queste competizioni (Casadei nel Mondiale Under 20, Hasa nell'Europeo Under 19 e Camarda, il più giovane esordiente nella storia della Serie A ad appena 15 anni, per l’Europeo Under 17).

Nelle ultime 5 edizioni degli Europei U19 e U17, la FIGC è stata l’unica Federazione europea nella storia ad aver sempre portato le 2 squadre alla Fase Finale dei 2 tornei, e l’Italia giovanile rappresenta la Nazionale europea che tra il 2013 e il 2023 ha ottenuto il maggior numero di qualificazioni alle fasi finali dei campionati europei e mondiali nelle varie categorie (U21, U20, U19 e U17), con un totale di 24 fasi finali raggiunte, davanti a Inghilterra, Francia e Germania (23), Portogallo (21) e Spagna (20).

Un grande potenziale di talento, che continua purtroppo a non trovare spazio nel calcio italiano di vertice a livello di club. La dispersione del talento giovanile italiano è confermata da dati inequivocabili: nel 2022-2023 in Serie A il minutaggio degli Under 21 italiani, ovvero teoricamente di quei calciatori che hanno ottenuto questi grandi successi con le Nazionali giovanili, incide per appena il 2,8% del totale, rispetto al 31,6% degli Over 21 italiani e al 63% degli Over 21 stranieri. Se consideriamo ad esempio il ruolo dell’attaccante, i gol segnati da Under 21 italiani incidono per appena l’1%, quelli realizzati dagli Over 21 stranieri per il 71,3%. La Serie A inoltre rappresenta il terzultimo campionato in Europa per impiego di giocatori formati nei settori giovanili dei propri club di appartenenza, appena il 5,6% dei minuti giocati, dato migliore solo di Turchia e Grecia, mentre la Spagna campione d’Europa in carica si attesa al 19,3% e la Francia al 14,8%.

Il potenziale di crescita per un maggior utilizzo di giovani talenti italiani appare molto significativo, al fine anche di aumentarne il livello di esperienza in prima squadra avvicinandolo maggiormente a quello dei principali competitor; i calciatori italiani Under 21 impiegati in Serie A e nelle altre 4 Top League europee (Inghilterra, Spagna, Germania e Francia) hanno accumulato nell’intera carriera (con dati aggiornati al maggio 2024) quasi 63.000 minuti in campionati di 1° Divisione, dato significativamente distante rispetto ai 193.000 minuti dei talenti di nazionalità francese e agli 88.000 degli spagnoli. Mentre in UEFA Champions League il dato dei giocatori italiani è pari ad appena 422 minuti, rispetto ai circa 5.000 degli spagnoliinglesi e tedeschi e ai quasi 7.000 dei francesi.

Allargando infine l’analisi allo scenario internazionale, lo sport business mondiale si conferma un settore industriale di sempre maggior rilevanza, in grado di produrre un fatturato globale stimabile in 159 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 106 miliardi del 2013 (con un incremento del 50%); si stima inoltre un ulteriore incremento nel prossimo decennio, fino a raggiungere i 260 miliardi di dollari nel 2033, con una crescita media annua del +5%.

Il calcio con oltre 54 miliardi di dollari di ricavi rappresenta per distacco lo sport più rilevante e in grado di attrarre i maggiori investimenti, seguito a grande distanza dal football americano (19,1 miliardi) e dal basket (12,7). Il calcio interessa inoltre in media il 45% della popolazione delle 13 principali nazioni/economie mondiali, e in 8 Paesi risulta lo sport più popolare: Brasile, Cina, Italia, Francia, Germania, Spagna, Corea del Sud e Regno Unito.

Il calcio europeo costituisce lo scenario più rilevante, ma allo stesso tempo un settore fortemente impattato dall’emergenza sanitaria, che ha prodotto sul sistema un impatto significativamente superiore alla media degli altri settori economici; con riferimento ai dati economico-finanziari relativi ai circa 700 club partecipanti alle 55 Top Division, nel triennio 2020-2022 sono stati prodotti 3,3 miliardi di euro di ricavi in meno rispetto al 2019, mentre i costi sono aumentati anche nel periodo di emergenza sanitaria fino ai 6,2 miliardi in più in confronto al 2019 (grazie in particolare all’incremento degli stipendi, passati dai 14,7 miliardi del 2019 ai 16,9 del 2022). A causa di queste dinamiche, nel triennio 2020-2022 è stata prodotta una perdita aggregata pari a 11 miliardi di euro, con un dato medio annuo pari a 3,7 miliardi (circa 10 milioni in media persi ogni giorno), rispetto agli appena 0,5 miliardi di “rosso” del 2019 e agli 0,6 miliardi di utile prodotto nel biennio precedente (2017-2018).

Nonostante questo squilibrio strutturale e l’impatto prodotto dal COVID-19, negli ultimi anni è stata ulteriormente confermata l’elevata capacità delle società calcistiche europee di attrarre capitali e investimenti: nel quadriennio 2020-2023, ben 126 club calcistici di prima divisione hanno cambiato proprietà, con un trend in decrescita nel post pandemia: dalle 47 società del 2022 alle 23 del 2023, anno nel quale in 15 casi (65%) le nuove proprietà risultano straniere, provenienti in prevalenza dagli Stati Uniti (7 acquisizioni). Considerando le 4 Top League calcistiche europee in cui non sono previste restrizioni particolari per la definizione degli assetti proprietari di governance (Premier League inglese, Ligue 1 francese, Serie A italiana e Liga spagnola), quasi un club su 2 risulta di proprietà straniera, per un totale di 37 società (di cui 19 provenienti dagli Stati Uniti).

Tra gli altri principali trend da sottolineare, negli ultimi anni numerosi operatori finanziari di tipo privato hanno intensificato i propri investimenti nelle organizzazioni calcistiche, un trend che durante e dopo la pandemia è ulteriormente accelerato, a conferma della forte attrattività del settore; nel solo 2023 tra le 40 principali operazioni di acquisto di quote (maggioranza o minoranza) di organizzazioni calcistiche figurano ben 30 acquisizioni da parte di fondi di investimento/private equity, con un apporto di risorse complessivo stimabile in quasi 4,5 miliardi di euro. Quasi il 40% dei club delle 5 Top League europee (Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia) ha usufruito di investimenti e/o prestiti da parte di fondi privati (13 club in Premier League, 8 in Ligue 1, 7 in Serie A, 8 nella Liga e 1 in Bundesliga). Da rimarcare anche crescita delle multiproprietà e degli investimenti multi-club; a livello mondiale nel 2023 si contano 301 società facenti parte di un network multi-societario, dato in crescita rispetto alle 216 del 2021, alle 128 del 2018 e alle appena 40 del 2012.

Il ReportCalcio 2023 analizza anche in modo approfondito il profilo relativo ai 180 club partecipanti alle 10 principali Top Division europee (Inghilterra, Germania, Spagna, Italia, Francia, Olanda, Portogallo, Turchia, Russia e Scozia); a livello digitale, il numero di fan e follower sui principali social network (Facebook, X,  Instagram e TikTok) è arrivato a sfiorare nel 2023 i 2,8 miliardi, con circa 24,2 miliardi di visualizzazioni su YouTube; dal punto di vista commerciale, si contano 4.165 accordi di sponsorizzazione, di cui il 25% di provenienza estera, mentre i settori merceologici più rappresentati sono quelli relativi a Servizi & Consulenza (505 sponsorizzazioni), Abbigliamento & Moda (408) e Bevande (340). Si contano inoltre 237 sponsorizzazioni di maglia (il principale settore merceologico rimane quello relativo al Betting, con il 18%) e 59 stadium naming rights (di cui il 36% sottoscritti da aziende provenienti dal settore “Bancario, Assicurativo & Servizi Finanziari”). Per quanto riguarda gli altri principali trend a cui si è assistito nel periodo più recente, 143 club dispongono di una divisione di e-sports nel 2023 (rispetto alle 67 del 2017), 40 società hanno lanciato un proprio canale OTT, 32 società hanno realizzato o contribuito a realizzare una docuserie sulla propria attività, 19 club stanno sviluppando progetti utilizzando il Metaverso, 9 il Web 3 e 22 hanno aperto un Innovation Center, mentre 133 club hanno avviato progetti e collaborazioni in ambito NFT e 3 stanno avviando la realizzazione di parchi tematici/entertainment all’estero.

Infine, da sottolineare l’aumento dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel settore sportivo; il valore di mercato dell’IA nello sport è stimabile in 2,2 miliardi di dollari nel 2022, con una previsione di crescita media annua del 30,1% fino al 2032, quando raggiungerà i 29,7 miliardi, con diverse organizzazioni operanti nello sport e nel calcio che hanno già sviluppato l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in diversi campi: fan engagement, sostenibilità, contrasto al match-fixing e alla pirateria, produzione televisiva e valutazione delle performance dei team e degli atleti.

Oltre a quanto appena approfondito, il ReportCalcio contiene anche molti altri spunti di discussione e analisi, con riferimento ad esempio al profilo sportivo, mediatico e commerciale delle Nazionali di calcio, all’evoluzione dello Sport Business mondiale, i mercati emergenti, il calcio femminile, l’evoluzione della fruizione dello sport e dell’utilizzo della tecnologia, l’intelligenza artificiale, le strategie degli investitori (proprietà straniere, fondi sovrani e private equity). Tutti temi attuali e di rilevanza centrale nello sviluppo dello sport e del calcio, che rappresenteranno l’oggetto delle 'pillole mensili' di approfondimento, che la FIGC trasmetterà sul proprio canale Vivo Azzurro TV a partire da settembre, con la presenza di ospiti di primo piano, al fine di costruire dei momenti di confronto su questi argomenti, che rappresentano i temi centrali che stanno guidando lo sviluppo e l’evoluzione dello sport e del calcio. (2-Fine)


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