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Il grande raggruppamento di associazioni che si oppongono al cosiddetto rinnovabile selvaggio, si schiera a fianco della storica testata che ha rinunciato a inserzioni a pagamento che pubblicizzavano l'installazione di impianti eolici che sfigurano il territorio dell'isola
Il grande raggruppamento di associazioni che si oppongono al cosiddetto rinnovabile selvaggio, si schiera a fianco della storica testata che ha rinunciato a inserzioni a pagamento che pubblicizzavano l'installazione di impianti eolici che sfigurano il territorio dell'isola
Piena solidarietà e grande apprezzamento giunga al quotidiano l’Unione Sarda che rifiuta di fare pubblicità pagata dalla triplice (WWF, Legambiente e Greenpeace), alle torri eoliche che stanno devastando il paesaggio italiano senza sostanzialmente né ora né in futuro risolvere il problema della decarbonizzazione. Tecnologie che dopo 25 anni continuano ad essere intermittenti e non programmabili, con tutte le sempre più complesse conseguenze che ne derivano per l intero sistema di produzione elettrica. Lo storico e prestigioso quotidiano sardo ha sempre avuto una posizione neutra e non ideologica su tali impianti non sposando a priori la causa del cosiddetto “Affaire eolico” e tantomeno ora il devastante fotovoltaico a terra in aree agricole. Lo dichiara #coalizione art.9, che comprende più di 20 associazioni, nazionali e locali, tra cui Italia Nostra, Pro Natura, Amici della Terra Mountain Wilderness etc., che difendono il paesaggio dall’installazione scriteriata, non pianificata delle FER, affidate all’iniziativa aggressiva di infiniti competitori che alla fine con la loro colonizzazione hanno provocato la sana e forte reazione del popolo Sardo e dei Suoi Sindaci.