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Borrell (Ue): "Sono inorridito dalle notizie provenienti da Rafah".
Borrell (Ue): "Sono inorridito dalle notizie provenienti da Rafah".
Un soldato egiziano sarebbe morto nel corso di una sparatoria dalle Forze di Difesa israeliane (Idf), nell'area di Rafah, al confine tra l'Egitto e la Striscia di Gaza. E' quanto fa sapere il Times of Israel, precisando che non ci sono vittime tra i soldati di Tel Aviv. Stando a quanto fanno sapere altri media israeliani, sarebbe in corso un "dialogo" tra gli Eserciti israeliano ed egiziano, per capire il motivo dell'incidente.
“Qualche ora fa c’è stata una sparatoria al confine egiziano, l’incidente è sotto inchiesta, è in corso un dialogo con la parte egiziana”, hanno fatto sapere le Idf, citate dal Times of Israel.
“Sono inorridito dalle notizie provenienti da Rafah sugli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo con la massima fermezza”. Così, su X, l'Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera e la Sicurezza, Josep Borrell. “Non esiste un luogo sicuro a Gaza. Questi attacchi devono cessare immediatamente. Gli ordini della Corte internazionale di giustizia (Icj) e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti”, ha proseguito Borrell.
“Indignato per gli attacchi israeliani che hanno ucciso molti sfollati a Rafah“, ha scritto su X il Presidente francese Emmanuel Macron. “Queste operazioni devono cessare. Non ci sono aree sicure a Rafah per i civili palestinesi”, ha aggiunto, per poi chiedere “il pieno rispetto del diritto internazionale e un cessate il fuoco immediato“.
“L’attacco di domenica a Rafah, avvenuto dopo l’ordine della Corte internazionale di giustizia” che ha ordinato a Israele di sospendere l'operazione a Rafah, “ha messo in luce la natura infida e sanguinaria dello Stato del terrore” e “la Turchia farà tutto ciò che è in suo potere per garantire che quei barbari (israeliani ndr.) siano portati davanti alla giustizia per i crimini che hanno commesso”. Così il Presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, citato dall'agenzia Anadolu, secondo cui il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, “non riuscirà a salvarsi dall’essere deplorato, come Milosevic, Karadzic e Hitler, che sta imitando”.
Doha “esprime la preoccupazione” che il raid israeliano su Rafah “complichi gli sforzi di mediazione in corso e ostacoli il raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri e detenuti, esacerbando ulteriormente gli effetti di questa guerra e le sue ripercussioni sulla sicurezza regionale e internazionale”. Così, in una nota, il Ministero degli Esteri del Qatar, che “condanna con la massima fermezza il bombardamento israeliano che ha preso di mira un campo di accoglienza per sfollati a Rafah, nella Striscia di Gaza, causando decine di martiri e feriti” evidenziando che “lo considera una grave violazione delle leggi internazionali che raddoppierà l’aggravarsi della crisi umanitaria nella Striscia sotto assedio”.
“Alla luce dell’orribile massacro commesso” dagli israeliani “contro le tende degli sfollati a Rafah, che ha portato al martirio di decine di civili, la maggior parte dei quali donne e bambini”, Hamas “le masse del nostro popolo in Cisgiordania, a Gerusalemme, nei territori occupati e all’estero a sollevarsi e a realizzare marce di rabbia contro il massacro sionista in corso contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”. E' quanto fa sapere, in una nota, lo stesso movimento fondamentalista, che esorta i Paesi arabi e islamici e “i popoli liberi di tutto il mondo a intensificare i movimenti e le attività di denuncia della guerra di genocidio e a fare pressione per interrompere le relazioni” con Israele, considerato come “entità canaglia” e attuare le risoluzioni dell'Onu, “e in particolare la recente decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha chiesto di fermare l’aggressione e l’invasione di Rafah”.
Al premier palestinese incontrato a Roma “ho ribadito che noi siamo pronti ad inviare anche i nostri militari per preparare la nascita dello Stato palestinese, qualora, una volta finita la guerra, si dia vita ad una missione dell’Onu guidata da un paese arabo”. Così il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivando al Consiglio Ue degli Affari Esteri, a Bruxelles. ”Ho ribadito anche che siamo contro l’attacco a Rafah, che siamo per il cessate il fuoco immediato, che chiediamo la liberazione senza condizioni degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e come vogliamo portare il sostegno alimentare alla popolazione palestinese gli ho illustrato il progetto italiano ‘Food for Gaza’ che aveva già raccolto il sostegno di Israele”, ha continuato.
“Certamente la decisione di Hamas di lanciare missili da Rafah contro Israele è un modo per cercare di accelerare i tempi di un attacco a Rafah. Evidentemente Hamas sta usando Rafah per creare ulteriori problemi, cioè cerca di attirare Israele in una sorta di trappola mediatica ma a pagare il prezzo di tutto ciò sarà il popolo palestinese, a dimostrazione ancora una volta che Hamas non sta dalla parte del popolo palestinese ma usa il popolo palestinese come strumento per i suoi disegni politici che noi non condividiamo”, ha proseguito il Ministro degli Esteri.
La possibilità che in Medio Oriente e Ucraina ci sia una guerra lunga è “molto preoccupante”, e “quello che sta accadendo dimostra che tutto il mondo, tutta la comunità internazionale, anche quando è unita tutta nel chiedere la stessa cosa, alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato il cui governo o la cui guida decide di fare un’azione come quella che sta accadendo in Ucraina o a Rafah”. Lo ha detto il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in collegamento con SkyTg24 dal Palazzo Reale di Milano. “Per cui la debolezza della comunità internazionale è la mia proccupazione più grande“, ha proseguito.
“Ormai la crisi ha delle proporzioni difficili da gestire e ho l’impressione che, con questa scelta, Israele stia seminando un odio che coinvolgerà i loro figli e i loro nipoti. Avrei preferito una scelta diversa, pur capendo e condividendo le ragioni che hanno portato alla reazione dopo la strage vergognosa fatta da Hamas. Ma Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro: dovevano discernere e fare una scelta più coraggiosa da un punto di vista democratico e riconoscere quello che la comunità internazionale dice da tempo, cioè due popoli e due stati. L’unico futuro possibile in quella parte di mondo”, ha detto ancora Crosetto.
“Qualunque elemento di destabilizzazione ulteriore di una zona già sull’orlo di un abisso diventa rilevante. Non solo per quella zona specifica – che sia Rafah o Gaza – ma per tutto il Medioriente. Gli effetti di ulteriori elementi di criticità in quella zona coinvolgono una zona molto più ampia che arriva al Libano ma che si estende anche ai paesi vicini. C’è una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso”, ha proseguito.
Israele deve fermare la sua operazione su Rafah. Così il Ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, annunciando che nel corso del Consiglio Ue Affari Esteri chiederà ufficialmente agli altri Stati europei di sostenere la decisione della Corte Internazionale di Giustizia e di attuare misure per assicurarne il rispetto da parte di Israele. “Se Israele continuerà ad agire contro il parere della Corte, cercheremo di adottare misure appropriate per garantire l’applicazione della decisione“, ha dichiarato il Ministro, nel corso di un punto stampa congiunto a Bruxelles, con gli omologhi di Irlanda e Norvegia.
Il Ministero degli Esteri di Israele ha ordinato al Consolato di Spagna a Gerusalemme di sospendere i servizi consolari ai palestinesi “residenti sotto l’Autorità Palestinese” (cioè in Cisgiordania) dal 1 giugno. E' quanto riferisce una nota diplomatica diramata da Tel Aviv a Madrid e divulgata dal Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. Tel Aviv ha avvisato Madrid che, qualora quest'ordine non venga rispettato, saranno presi provvedimenti.
Dublino, Oslo e Madrid “hanno annunciato nei giorni scorsi che domani renderanno ufficiale il riconoscimento dello Stato della Palestina”, una giornata da considerare “storica che sicuramente ci avvicinerà di più all’obiettivo del raggiungimento della convivenza pacifica e sicura tra israeliani e palestinesi“. Così il Ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, nel corso di una conferenza stampa congiunta con gli omologhi di Irlanda e Norvegia. Le tre nazioni “condividono la visione che è arrivato il momento di rendere effettiva la soluzione dei due Stati“, che è “la miglior via per arrivare alla pace definitiva in Medioriente”, ha evidenziato Albares.
“Dobbiamo rispettare il lavoro della Corte penale internazionale (Cpi) e lasciare decidere la Corte quello che pensa, senza intimidazioni. Purtroppo non è questo il caso: procuratore e Corte sono stati oggetto di forti intimidazioni e accusati di antisemitismo come ogni volta che qualcuno fa qualcosa che al governo di Netanyahu non piace. Penso che l’accusa di antisemitismo al procuratore della Corte penale internazionale sia totalmente inaccettabile. La parola antisemita è troppo pesante, troppo importante da usare in quest’occasione”. E' quanto ha dichiarato l'Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera e la Sicurezza, Josep Borrell, arrivando al Consiglio Ue Affari Esteri di Bruxelles.
“Sono successe molte cose negli ultimi giorni. In particolare il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) ha mandato alla Corte una richiesta di mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant e 3 leader di Hamas. Questa è una decisione importante da parte del procuratore e voglio dire che dobbiamo rispettare il lavoro della Corte penale internazionale”, ha continuato Borrell.
Due cellule di Hezbollah sono state uccise durante un raid aereo israeliano compiuto nel Sud del Libano. E' quanto fa sapere l'esercito israeliano. Una cellula è stata colpita dopo essere stata vista mentre era operativa in un edificio di Yaroun, utilizzato dai fondamentalisti libanesi, mentre l'altra è stata scoperta e attaccata da un drone nella zona di Houla. Le Idf hanno anche riferito che l'Aeronautica Militare ha attaccato un deposito di armi e un palazzo usato da Hezbollah a Mays al-Jabal.