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"Non inseguire i numeri ci rende più sereni e anche più attenti a quello che facciamo. Naturalmente siamo ottimisti, ci sono bellissimi segnali di attenzione verso l'evento".
"Non inseguire i numeri ci rende più sereni e anche più attenti a quello che facciamo. Naturalmente siamo ottimisti, ci sono bellissimi segnali di attenzione verso l'evento".
Al Salone del Libro, che è un luogo di incontro tra editori, scrittori e lettori, possono parlare tutti, perché "la cultura non è di destra né di sinistra". Parola della direttrice dell'evento, Annalena Benini, che alla vigilia della trentasettesima edizione, non mostra preoccupazione.
Nessuna paura per le polemiche, che, almeno fino ad ora, non ci sono state. Nel programma preparato per quest'anno ci sono autori e letterati di ogni orientamento politico, nessuna barriera, neppure per le guerre in corso.
Al Lingotto, dove domani ci sarà il taglio del nastro in presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, i preparativi procedono velocemente. Benini guarda al meteo, che "per fortuna promette bello, addirittura caldo", e meno alle presenze, dopo il record di 220.000 persone segnato lo scorso anno.
"Non ci preoccupano, non inseguire i numeri ci rende più sereni e anche più attenti a quello che facciamo. Naturalmente siamo ottimisti. Ci sono bellissimi segnali di attenzione verso il Salone", evidenzia.
Accanto a lei ci sono Silvio Viale, presidente dell'Associazione Torino la Città del Libro, e Piero Crocenzi, amministratore delegato della società Salone Libro, che presentano le novità di questa edizione, con 1.225 marchi editoriali in 980 stand, e l'attenzione fin nei minimi dettagli a spazi e servizi "per rendere più semplice la vita a espositori, editori, ma anche ai visitatori, per dare un'esperienza piacevole e accogliente".
"La cultura è fatta di parole e le parole sono preziose, leggere, precise, cercano di raccontare un presente in movimento e noi a tutto questo diamo spazio. Diamo soprattutto spazio all'incontro anche tra punti di vista diversi", precisa Benini. "Sarà una festa, la festa dell'incontro, la festa delle parole e della lettura. Abbiamo cercato di accontentare tutti, ci sono molte novità, un programma di grande qualità e di attenzione all'innovazione offerta dai piccoli editori e ai loro sforzi. Li premieremo con il Premio Ernesto Ferrero Fondazione Crt che abbiamo istituito quest'anno.
Ci sarà tanta musica che s'intreccia alle parole, sul palco esterno e nelle sale, e tanto spazio come sempre ai ragazzi e ai bambini anche grazie alla nuova sezione Crescere".
Tra gli appuntamenti in programma, la direttrice del Salone ricorda la lezione inaugurale della scrittrice e drammaturga francese Jasmina Reza, il ritorno di Scott Turow dopo 40 anni con "Presunto colpevole", un dialogo speciale tra Luciano Ligabue e il Presidente della Cei, Card. Matteo Zuppi, Philip Roth raccontato da Emmanuel Carrere, Valerie Perrin e la stessa Benini che presenta Caroline Darian, la figlia di Gisele Pelicot, la donna che ha deciso di raccontare, in un processo pubblico, gli abusi sessuali subiti dal marito e da decine di altri uomini.
"Mi sembra un atto di grande coraggio da parte della figlia, racconterà la tempesta nella quale si sono trovate e di come siano riuscite a spostare il lato della vergogna", dice Benini. "Siamo onorati che tutti i grandi scrittori e scrittrici abbiano questo grande desiderio e disponibilità verso il Salone".