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Media: "Washington pronta a imporre accordo capestro a Kiev".
Media: "Washington pronta a imporre accordo capestro a Kiev".
Hanno preso il via, a Riad, le trattative tra le delegazioni di Mosca e Washington sulla pace in Ucraina. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti, l'incontro si sta svolgendo all'interno di uno dei palazzi della famiglia reale saudita, Diriyah, nel complesso di Albasatin.
Gli "accordi economici" per 500 miliardi di dollari evocati da Trump come compensazione degli aiuti inviati a Kiev dagli Usa, sarebbero indicati nero su bianco anche in una bozza inviata da Washington a Kiev il 7 febbraio. E' quanto ha scritto il Daily Telegraph, che insieme ad altri giornali ha potuto visionare una copia del documento.
Secondo il testo, l'accordo, al momento rifiutato da Zelensky e fatto evidentemente trapelare ai media dal suo staff, non riguarderebbe soltanto lo sfruttamento delle terre rare o di altre risorse ucraine che Trump aveva citato, ma sarebbe un controllo "coloniale" dell'economia ucraina a largo raggio, il che includerebbe la cogestione dei porti e di altre infrastrutture, nonché il controllo sui giacimenti d'idrocarburi che non si trovano nelle regioni orientali, che sono ricche di materie prime e ormai sono sotto il controllo russo.
Classificato come "confidenziale", questo documento si riferisce, almeno sulla carta a "investimenti congiunti" ucraino-americani che dovrebbero evitare che attori "ostili possano trarre beneficio dalla ricostruzione dell'Ucraina". Però, secondo fonti ucraine, questo ha il sapore di un accordo capestro, che ricorda "le riparazioni" imposte nel passato ai nemici sconfitti in guerra.
Secondo il Daily Telegraph, se questo testo fosse confermato, le condizioni sarebbero più pesanti anche di quelle imposte a Germania e Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, e il loro peso sul Pil ucraino sarebbe pari a quello imposto a Berlino nel Trattato di Versailles, che concluse la Prima Guerra Mondiale, tramite la Conferenza di Londra del 1921 e il Piano Dawn sulle riparazioni economiche del 1924.
Niente in contrario, da parte di Mosca, all'ingresso di Kiev nell'Ue. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia di stampa russa Interfax. . "Questo - ha commentato Peskov - è il diritto sovrano di qualsiasi Paese. Stiamo parlando di processi di integrazione economica. Qui, ovviamente, nessuno può dettare nulla a un altro Paese, e noi non lo faremo". "Ma naturalmente - ha continuato - la nostra posizione è completamente diversa su questioni relative alla sicurezza, alla difesa e alle alleanze militari. Lì, abbiamo un approccio diverso, ed è ben noto a tutti".
"Putin ha detto più volte che, se necessario, sarebbe anche pronto a negoziati con Zelensky - ha detto ancora Peskov -. Allo stesso tempo, la formalizzazione legale di accordi deve essere discussa approfonditamente, considerando la realtà che lascia spazio a dispute sulla legittimità dello stesso Zelensky". Il mandato del Presidente ucraino è scaduto l'anno scorso, ma le elezioni non ci sono state a causa della legge marziale.
"Entro i prossimi due o tre mesi" potrebbero esserci dei miglioramenti nelle relazioni economiche tra Mosca e Washington. Così Kirill Dmitriev, capo del Fondo per gli investimenti diretti russi e negoziatore per Mosca a Riad, secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe.
L'auspicio della Cina è che "tutte le parti possano prendere parte" ai negoziati di pace in Ucraina. Così il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, nel briefing odierno.
Rispondendo ad una domanda in merito ai colloqui al via oggi a Riad tra Usa e Russia, che non prevedono la partecipazione di Kiev, Guo ha detto: "Sono felice di vedere tutti gli sforzi indirizzati verso la pace. Allo stesso tempo, auspichiamo che tutte le parti e le parti interessate possano partecipare ai colloqui di pace a tempo debito". Trump insiste per mettere fine alla guerra in Ucraina, che sta per arrivare al suo terzo anno, mentre Putin vede l'impegno del tycoon come un'occasione per ottenere concessioni anche senza interpellare Kiev e Bruxelles.
"Speriamo che tutte le parti possano lavorare insieme per risolvere le cause profonde della crisi ucraina, trovare una struttura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile fino a raggiungere la pace e la stabilità a lungo termine in Europa", ha continuato Guo.
Dal suo canto, ha aggiunto, Pechino , "ha sempre sostenuto che il dialogo e la negoziazione sianno l'unica via d'uscita possibile per risolvere la crisi. Ci siamo costantemente impegnati a promuovere i colloqui di pace", perciò "è lieta di vedere tutti gli sforzi compiuti per la pace, incluso il consenso raggiunto da Stati Uniti e Russia in merito ai colloqui. Attendiamo la tempestiva partecipazione di tutte le parti e degli stakeholder al processo di colloqui di pace", ha concluso.
"Ad oggi, non abbiamo ricevuto alcun invito alle trattative in Arabia Saudita. Al momento, per noi questo tavolo non esiste". Lo ha affermato ieri sera, in un'intervista rilasciata al programma di Rete4 "Quarta Repubblica", il primo consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mychailo Podolyak.
"La guerra - ha riaffermato Podolyak - può cessare solo con adeguate garanzie per l'Ucraina" e il Presidente "Zelensky ha già spiegato che, prima di iniziare qualsiasi negoziato, dobbiamo trovare una posizione comune tra Stati Uniti, Ucraina e Unione Europea".
"Per noi la presenza dell'Europa ai tavoli dei negoziati è assolutamente imprescindibile - ha aggiunto -: è una guerra che si sta combattendo sul territorio europeo, le trattative riguardano la sicurezza e il futuro dell'Europa. Deve partecipare, altrimenti, con le ambizioni di Putin, il rischio è che non ci sarà una pace duratura. La guerra può cessare solo con adeguate garanzie per l'Ucraina, di cui ancora non si sta parlando".
Le garanzie sono queste: "Farci entrare nella Nato o fare accordi bilaterali per la difesa, incluse basi militari sul nostro territorio da cui poter rispondere ad eventuali attacchi".
La ripartenza delle relazioni economiche tra Stati Uniti e Russia sarà sul tavolo dei colloqui al via oggi a Riad, dopo che "le compagnie americane hanno perso oltre 300 miliardi di dollari lasciando il mercato russo". Così Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti russi e capo negoziatore per Mosca oggi a Riad, ripreso dalle agenzie russe. "Trovare vie comuni e soluzioni positive ai problemi è molto importante per gli Usa e per molti altri Paesi che cominciano a capire che il mercato russo è molto attraente e c'è bisogno di essere presenti in questo mercato", ha detto.