Ucraina, Crosetto: "Non vogliamo riarmare l'Italia, ma costruire la difesa"

"Nostro interesse è dare a questo Paese uno strumento di difesa efficiente e in grado di assolvere i compiti che le leggi e la Costituzione danno dalla difesa di un Paese".

(Prima Pagina News)
Giovedì 27 Marzo 2025
Roma - 27 mar 2025 (Prima Pagina News)

"Nostro interesse è dare a questo Paese uno strumento di difesa efficiente e in grado di assolvere i compiti che le leggi e la Costituzione danno dalla difesa di un Paese".

“Si sente spesso parlare di riarmo. Noi continuiamo a sostenere che l’interesse dell’Italia non è quello di perseguire il riarmo ma di costruire la difesa”. Così il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso delle comunicazioni alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, in merito alle missioni internazionali.

“Nostro interesse è dare a questo Paese uno strumento di difesa efficiente e in grado di assolvere i compiti che le leggi e la Costituzione danno dalla difesa di un Paese – ha proseguito -. Oggi la mancanza di investimenti, che dopo la caduta del muro di Berlino sono scesi drasticamente, richiede un’accelerazione, sia dal punto di vista del personale, perchè i numeri sono stati tarati in un’altra epoca storica, sia sulla formazione e gli investimenti in difesa”.

“La domanda che il ministro della Difesa deve porsi ogni giorno non è quella di rispondere alle provocazioni giornalistiche, ma chiedersi “Se domani mattina l’Italia ricevesse un attacco di tre ore come quello ricevuto da Israele sarebbe in grado di difendersi?”.

“Se la risposta è no deve agire – ha evidenziato Crosetto -. Il tempo in cui deve rispondere è una risposta politica, ma la necessità di agire è quello che deve fare il ministro della Difesa, qualunque sia la coalizione che lo regge. La scelta politica è sulla quantità di tempo che deriva dal giudizio che quella maggioranza dà sulle prospettive di peggioramento delle crisi internazionali – ha detto ancora il Ministro-. Ci sono Paesi europei che sono convinti che saranno in guerra nei prossimi 2-3 anni, come i Paesi baltici e la Polonia, che agiscono come se la guerra fosse alle porte. C’è la necessità di prevenire anche scenari negativi, nessuno può organizzare la difesa prevedendo scenari bucolici, anche se li vorremmo tutti. La pace è un equilibrio di forze”.


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