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Riproponiamo l’editoriale di Luigi Tivelli pubblicato oggi sul quotidiano Il Tempo: la collaborazione istituzionale per Roma e il Paese può essere un “miracolo civile” che guarda oltre il 2025.
Riproponiamo l’editoriale di Luigi Tivelli pubblicato oggi sul quotidiano Il Tempo: la collaborazione istituzionale per Roma e il Paese può essere un “miracolo civile” che guarda oltre il 2025.
La luminosa fotografia pubblicata dal quotidiano Il Tempo il 24 dicembre, che ritrae Giorgia Meloni, Matteo Salvini e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri sorridenti all’unisono, racconta più di mille parole. Non si tratta solo dell’inaugurazione di Piazza Pia, snodo strategico per il prossimo Giubileo, ma di un momento simbolico che potrebbe segnare una svolta per la politica italiana. La Presidente del Consiglio ha parlato di un “miracolo civile”, suggerendo che il “metodo Giubileo” rappresenti una strada percorribile per un’Italia più coesa ed efficiente.
L’evento non è solo un risultato concreto, ma anche il prodotto di una sinergia istituzionale che supera le divisioni politiche. Come ha ricordato Luigi Tivelli nel suo editoriale odierno, il sindaco Gualtieri, in qualità di Commissario straordinario per il Giubileo, ha lavorato fianco a fianco con il governo nazionale, dimostrando che è possibile mettere da parte le divergenze politiche per perseguire obiettivi comuni.
Questa collaborazione non è un caso isolato. Negli ultimi tempi, anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, ha proposto un “patto repubblicano” alla Presidente Meloni. Questi segnali di apertura sono rari in un’Italia spesso segnata dalla frammentazione politica, ma rappresentano un’opportunità imperdibile per promuovere un approccio bipartisan alle grandi sfide nazionali.
La realizzazione di opere infrastrutturali cruciali per il Giubileo avviene in un contesto complesso. Meloni ha assunto il ruolo di Presidente del Consiglio dopo un decennio di governi fragili e frammentati. Allo stesso modo, Gualtieri si trova a gestire una Roma che porta ancora i segni di anni di immobilismo amministrativo. Eppure, entrambi sembrano determinati a invertire la rotta, prendendo esempio dal Giubileo del 2000, quando una solida cooperazione istituzionale tra personalità come Rutelli, Zanda e Bertolaso permise alla Capitale di affrontare al meglio una sfida di portata globale.
Il successo del “metodo Giubileo” sarà determinante non solo per Roma, ma per l’immagine internazionale dell’Italia. Tuttavia, come sottolinea Tivelli, il vero banco di prova per questo modello di collaborazione saranno le molteplici altre emergenze che richiedono interventi concertati, dalle nomine della Corte Costituzionale alle riforme che necessitano di un consenso trasversale.
Il “miracolo civile” evocato da Meloni e ripreso da Tivelli nel suo editoriale non può essere un episodio isolato. Serve un impegno collettivo per costruire una politica capace di rispondere alle necessità reali dei cittadini, basata su un senso condiviso di responsabilità istituzionale.
Il compito non sarà facile. Da un lato, il governo deve continuare a promuovere questa visione inclusiva. Dall’altro, l’opposizione, guidata da una Schlein spesso critica “a prescindere”, dovrebbe cogliere l’importanza di un confronto costruttivo.
Se il Giubileo 2025 può essere il punto di partenza per un’Italia più unita, la speranza è che questo spirito di cooperazione possa essere esteso a molti altri ambiti. In un momento storico in cui il Paese ha bisogno di risposte concrete e di un’immagine di stabilità e progresso, il “patto repubblicano” potrebbe diventare la chiave per costruire un futuro all’altezza delle aspettative.