Wsj: Washington sta valutando una riduzione dei dazi verso la Cina

Dombrovskis: "Pronti a collaborare con Washington, ma imporre dazi contro di noi non è il modo migliore per mantenere alleati". Pechino ribadisce: "Disposti ad avviare negoziati con gli Usa".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 23 Aprile 2025
Roma - 23 apr 2025 (Prima Pagina News)

Dombrovskis: "Pronti a collaborare con Washington, ma imporre dazi contro di noi non è il modo migliore per mantenere alleati". Pechino ribadisce: "Disposti ad avviare negoziati con gli Usa".

Il governo statunitense, guidato da Donald Trump, sta valutando l'ipotesi di ridurre i dazi sulle importazioni cinesi, dimezzandoli in alcuni casi, per cercare di allentare le tensioni in corso con Pechino. E' quanto fa sapere il Wall Street Journal, riportando alcune fonti secondo cui Trump, al momento, non ha preso decisioni definitive.

Le tariffe verso Pechino potrebbero essere diminuite in un range che andrebbe dal 50% al 65%, ma si sta studiando anche un approccio multilivello, con dazi al 35% sui beni cinesi non considerati una minaccia per la sicurezza e al 100% sui prodotti ritenuti strategici per gli interessi degli Usa.

"La politica dell'Ue" verso Pechino "si fonda sulla riduzione del rischio, non sul disaccoppiamento" economico: "condividiamo tuttavia con gli Stati Uniti una serie di preoccupazioni, in particolare riguardo alla sovraccapacità industriale cinese e alle pratiche non di mercato, e siamo pronti a collaborare con Washington per affrontare questi problemi. Ma imporre dazi contro di noi non è il modo migliore per mantenere alleati". Così, ai microfoni della Cnbc, il Commissario Europeo agli Affari Economici, Valdis Dombrovskis.

La strategia di Bruxelles di riduzione del rischio verso la Cina, ha spiegato il Commissario, consiste nell'identificare "le dipendenze strategiche e affrontarle rafforzando la produzione interna dell'Ue in settori strategici e diversificando i partenariati commerciali e di investimento in tutto il mondo".

Dombrovskis ha poi ricordato l'accordo chiuso a dicembre con i Paesi del Mercosur, la riforma degli accordi con Messico e Svizzera e i negoziati ancora in corso con Paesi come India, Indonesia, Filippine, Thailandia ed Emirati Arabi. "Stiamo cercando di ampliare ed equilibrare le relazioni senza permettere che si creino dipendenze eccessive in determinate aree", ha sottolineato Dombrovskis, aggiungendo che l'attenzione europea, ora, "è rivolta in particolare all'Asia".

Per Dombrovskis, "i dazi sono economicamente ingiustificati, danneggeranno l'economia europea e, ancor di più, quella degli Stati Uniti". "Da parte dell'Ue siamo pronti a negoziare con l'amministrazione statunitense e ci stiamo impegnando per evitare di applicare" le sovrattasse, ha aggiunto Dombrovskis, per poi ricordare che "se non dovessero esserci risultati positivi, l'Ue è pronta a rispondere con i controdazi".

"Abbiamo già messo sul tavolo alcune proposte concrete come l'azzeramento dei dazi sui beni industriali e siamo in attesa di una risposta concreta" da parte degli Usa, e di capire "quali siano le loro aspettative", ha continuato.

Intanto, la Cina ha ribadito la sua disponibilità a cominciare i colloqui commerciali con Washington, dopo che ieri Donald Trump aveva fatto sapere che i dazi al 145% sulle importazioni dei beni made in China sarebbero stati ridotti dopo aver raggiunto un'intesa: . "La Cina ha sottolineato fin dall'inizio che non ci sono vincitori nelle guerre tariffarie e commerciali", ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, aggiungendo che "la porta per i colloqui è spalancata".

I dazi minano "i diritti e gli interessi legittimi di tutti i Paesi, danneggiano il sistema commerciale multilaterale e hanno un impatto sull'ordine economico mondiale", ha dichiarato il Presidente cinese, Xi Jinping, incontrando a Pechino l'omologo azero Ilham Aliyev.

Pechino, ha detto Xi citato dai media statali, è disposta a lavorare con l'Azerbaigian "per tutelare il sistema internazionale con l'Onu al centro e l'ordine basato sul diritto internazionale". Durante i colloqui, avvenuti nella Grande sala del popolo a Pechino, Xi e Aliyev hanno annunciato l'istituzione di "un partenariato strategico globale" bilaterale.

Xi, che è impegnato in una campagna diplomatica presso i partner di Pechino per rafforzare il fronte anti-dazi, ha riaffermato il sostegno all'Azerbaigian "nel salvaguardare la sua sovranità nazionale, l'indipendenza e l'integrità territoriale e nel continuare a seguire un percorso di sviluppo che si adatti alle sue condizioni nazionali". Inoltre, ha chiesto di "ottimizzare la progettazione di alto livello, di rafforzare l'allineamento delle strategie di sviluppo e di migliorare i meccanismi di cooperazione" tramite lo sfruttamento del potenziale della 'Belt and Road Initiative' (Bri), la Nuova Via della Seta, "per conseguire uno sviluppo di alta qualità".

Secondo quanto riporta Cctv, Aliyev ha detto che "la parte azera aderisce con fermezza al principio della 'Unica Cina', insiste sul fatto che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e sostiene tutti gli sforzi compiuti dal governo cinese per raggiungere la riunificazione nazionale". In più, l'Azerbaigian è disponibile ad "approfondire la costruzione di un partenariato strategico globale, ad espandere la cooperazione in vari settori", come la Bri, l'economia digitale, l'energia verde, la scienza e la tecnologia.

I due leader hanno firmato la 'Dichiarazione congiunta sulla creazione di un partenariato strategico globale' e hanno assistito alla firma di 20 documenti di cooperazione, inclusi quelli sulla costruzione della Bri, sullo sviluppo verde e sullo sviluppo dell'economia digitale.


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