A Rebibbia trionfa la speranza: grande successo per la prima “olimpiade” in carcere

Nel carcere di Rebibbia dove Papa Francesco alla presenza del presidente del Coni Malagò si sono svolti i Giochi della Speranza. 

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Domenica 15 Giugno 2025
Roma - 15 giu 2025 (Prima Pagina News)

Nel carcere di Rebibbia dove Papa Francesco alla presenza del presidente del Coni Malagò si sono svolti i Giochi della Speranza. 

Una giornata all’insegna dello sport, della dignità e del riscatto. Si è tenuta venerdì 13 giugno 2025, nella Casa Circondariale di Rebibbia N.C. “Raffaele Cinotti”, la prima edizione de I Giochi della Speranza, un evento sportivo unico nel suo genere che ha coinvolto detenuti, agenti della polizia penitenziaria, magistrati ed esponenti della società civile. Una piccola olimpiade dietro le sbarre, pensata non solo per promuovere l’attività fisica, ma per restituire fiducia, dialogo e possibilità di cambiamento.

 

La manifestazione, nata da un’idea condivisa dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport, dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e dalla rete di magistrati Sport e Legalità, si inserisce nel calendario del Giubileo degli sportivi e ha avuto come filo conduttore la forza educativa e rigenerativa dello sport.

 

L’apertura ufficiale alle 8 del mattino ha dato il via a una giornata intensa e carica di emozioni. «Come tutte le idee folli, anche questa è nata per condividere un sogno», ha dichiarato Daniele Pasquini, presidente della Fondazione promotrice, ricordando come l’ispirazione sia arrivata durante le Olimpiadi di Parigi, in occasione della presentazione del volume su padre Henri Didon, il domenicano cui si deve il motto olimpico “Citius, Altius, Fortius”. Il gesto simbolico dell’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco, avvenuto proprio a Rebibbia lo scorso dicembre, ha segnato il punto di svolta: «Abbiamo pensato di portare i valori olimpici là dove si fa più fatica a entrare: in carcere».

 

Presente anche il presidente del CONI Giovanni Malagò, che ha elogiato l’iniziativa definendola «strepitosa e necessaria». Malagò ha sottolineato come lo sport, all’interno del carcere, acquisti un significato ancor più profondo: «C’è rispetto per le regole, c’è voglia di fare squadra. È un messaggio potente che parte dal mondo cattolico ma arriva a tutti».

 

Anche Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, ha rimarcato il valore sociale dell’iniziativa: «Portare lo sport tra chi ha perso la libertà è tra i modi più efficaci per attuare la funzione rieducativa della pena. Investire in impianti sportivi dentro le carceri significa investire nella società».

 

Sul valore pedagogico dello sport si sono soffermati anche Sergio Sottani, procuratore generale di Perugia e presidente della rete “Sport e Legalità”, e Fabrizio Basei, gip del Tribunale di Velletri e fondatore della stessa rete: «I Giochi della Speranza devono diventare un modello replicabile in tutte le carceri italiane. Perché anche lì, troppo spesso dimenticati, devono arrivare i valori della legalità e della Costituzione».

 

Chiaro e incisivo anche il commento finale del nuovo capo del DAP, Stefano Carmine De Michele: «Lo sport livella, e giocare insieme è il miglior insegnamento. È integrazione vera».

 

 

Le discipline e i vincitori

 

 

Dopo gli interventi istituzionali, spazio alle competizioni. Le squadre – miste e formate da detenuti, agenti, magistrati e rappresentanti della società civile – si sono sfidate in sei discipline: calcio a 5, pallavolo, atletica (gara dei 60 metri e staffetta 4x800), tennis tavolo, scacchi e calcio balilla. Ogni gara è stata un’occasione di confronto, inclusione e rispetto.

 

Di particolare rilievo le vittorie della polizia penitenziaria, che ha conquistato il primo posto nella classifica generale con 14 punti, seguita da magistrati (11), detenuti (10) e società civile (7). Ma, al di là dei risultati sportivi, a vincere è stato il messaggio: dietro ogni sfida c’era la voglia di rialzarsi, di partecipare, di tornare a sentirsi parte di una comunità.

 

Commovente l’intervento finale di Manuel, in rappresentanza dei detenuti: «Per noi questa giornata è stata una boccata d’aria. Ci ha permesso di svagarci, ma anche di interagire e sentirci ascoltati. Un grazie speciale alle istituzioni e a tutti quelli che hanno reso possibile questo evento».

 

 

Un modello da replicare

 

 

Quella celebrata oggi a Rebibbia non è stata solo una giornata di sport, ma un vero e proprio manifesto di speranza. I Giochi della Speranza nascono con l’obiettivo di diventare un appuntamento stabile e replicabile in altri istituti penitenziari. Perché anche chi ha sbagliato merita una seconda occasione, e lo sport può essere il primo passo verso il riscatto.

 

Nel carcere romano dove Papa Francesco ha aperto la Porta Santa, si è aperto oggi anche un altro varco: quello verso un nuovo modo di intendere la detenzione, fatto di inclusione, rispetto, legalità e rinascita.


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