Alla Camera mozioni di sfiducia contro Salvini e Santanchè
Santanchè: "Zero preoccupata". La Lega: "I propositi di collaborazione con Russia Unita non sono più validi dopo l'invasione dell'Ucraina".
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Mercoledì 03 Aprile 2024
Roma - 03 apr 2024 (Prima Pagina News)
Santanchè: "Zero preoccupata". La Lega: "I propositi di collaborazione con Russia Unita non sono più validi dopo l'invasione dell'Ucraina".
Approdano oggi, alla Camera, le mozioni di sfiducia contro il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini e il Ministro del Turismo Daniela Santanchè.

La mozione contro quest'ultima è attualmente in fase di discussione generale a Montecitorio, vede come prima firma il M5S ed è legata al caso Visibilia.

“Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti – ha detto la deputata pentastellata Emma Pavanelli, presentando la mozione -. Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta”.

“Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti nei quali a vario titolo la ministra risulta coinvolta, per il momento soltanto sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell’Inps. I fatti sono gravissimi – ha accusato – Ci chiediamo come sia possibile ritenersi meritevoli di incarichi di governo nonostante le accuse a carico. Ci chiediamo se non sia più dignitoso, anzi doveroso, un è passo indietro nell’attesa che ogni dubbio sia fugato”.

“Oggi davanti a delle accuse pesantissime ci troviamo davanti all’assordante silenzio del governo e del suo partito”, ha continuato Pavanelli.

Ieri, Santanchè aveva riferito di essere “zero preoccupata”. “E’ un voto importante, giustamente l’opposizione fa la sua parte – ha evidenziato – rendendo però più forte la maggioranza”.

Il messaggio implicito è rivolto all'intera coalizione di centrodestra, perché se è vero che la premier Meloni e i vice Salvini e Tajani fanno sapere di essere certi dell'unità della coalizione e restano garantisti, le traversie giudiziarie della Santanchè stanno creando qualche grattacapo: il primo timore è che, qualora la mozione di sfiducia non passi, ci siano sviluppi nell'inchiesta che si è appena conclusa, o che si aprano altri processi che potrebbero creare qualche imbarazzo, proprio durante la campagna elettorale per le Europee, importante banco di prova per la tenuta del governo.

La speranza sottintesa è che la Santanchè rifletta sull'opportunità di dimettersi o meno, specialmente nel caso in cui la Procura di Milano avanzi una richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti.

Alla Camera arriva anche la mozione di sfiducia contro Matteo Salvini, relativa ai rapporti della Lega con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Ieri, in una nota, il Carroccio ha riaffermato che “i propositi di collaborazione” con Russia Unita “non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina”.

“Dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione”, prosegue la nota, in cui il Carroccio ricorda gli accordi firmati con Mosca in passato da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Carlo Calenda: “La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani”.

Salvini non è preoccupato del voto delle opposizioni sulla mozione di sfiducia, mentre qualche pensiero potrebbe arrivargli dal partito: le liste per le Europee sono alla base del malcontento che hanno portato una ventina di amministratori ed ex parlamentare, tra cui Cristian Invernizzi e Paolo Grimoldi, a scrivere un messaggio a Salvini, in cui hanno chiesto di non fare accordi “con chi non ha la nostra naturale repulsione nei confronti di fasci e svastiche”.

Il riferimento è a Roberto Vannacci e all'Afd tedesca: “Siamo convinti che, se le indiscrezioni sulla candidatura nelle nostre liste di personaggi con forte marcatura nazionalista, totalmente estranei al nostro movimento, fossero veritiere, renderebbero ancor più difficile il perseguimento degli obiettivi storici del partito”, hanno scritto i dissidenti, riferendosi implicitamente al generale e autore del libro "Il mondo al contrario".

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