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L’Associazione Apamri - Insigniti d’Italia, con il Segretario Generale Michele Grillo, il Consiglio Direttivo, i componenti dell’Associazione e il Delegato della Sicilia, Cavaliere Dott. Pietro Macaluso, ricorda l’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo.
L’Associazione Apamri - Insigniti d’Italia, con il Segretario Generale Michele Grillo, il Consiglio Direttivo, i componenti dell’Associazione e il Delegato della Sicilia, Cavaliere Dott. Pietro Macaluso, ricorda l’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo.
Sono trascorsi 42 anni da quel tragico 3 settembre 1982, quando il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Prefetto di Palermo, venne brutalmente assassinato insieme alla giovane moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
Un attacco feroce, compiuto con raffiche di kalashnikov AK-47, che spense la vita di tre persone impegnate nella lotta contro la mafia e segnò profondamente la storia del nostro Paese.
Dalla Chiesa era stato inviato a Palermo dopo aver contribuito in maniera decisiva alla lotta contro il terrorismo in Italia. Era l’uomo giusto per affrontare "Cosa Nostra", la mafia che all’epoca imperversava incontrastata nella città, lasciando una scia di sangue e terrore.
Nonostante le promesse di poteri speciali, il Generale fu abbandonato a se stesso, isolato e privato degli strumenti necessari per combattere efficacemente la mafia. La sera del 3 settembre 1982, mentre percorrevano la via Isidoro Carini, Dalla Chiesa, sua moglie e l’agente Russo furono barbaramente uccisi.
Sul luogo dell’eccidio, un cartello lasciato da un anonimo cittadino recitava: "Qui è morta la speranza dei palermitani onesti", un grido di dolore che riassumeva il sentimento di disperazione e rabbia di un'intera comunità.
Oggi, a 42 anni di distanza, la memoria di quella strage viene onorata con la deposizione di corone di alloro alla presenza del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dei vertici dell’Arma dei Carabinieri.
L’Associazione APAMRI - Insigniti d’Italia si unisce a questa commemorazione, ribadendo l'importanza di non dimenticare e di continuare a lottare per la giustizia e la legalità. I giorni successivi all’attentato furono segnati da aspre polemiche, che culminarono durante i funerali, dove la protesta dei cittadini si rivolse contro i politici che, nonostante le promesse, non avevano dato al Generale Dalla Chiesa i mezzi necessari per combattere efficacemente la mafia.
Tuttavia, quel tragico evento portò a un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata: dieci giorni dopo l’omicidio, il Parlamento approvò la legge Rognoni-La Torre, che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni mafiosi.
Per l’omicidio del Generale Dalla Chiesa, della moglie e dell’agente di scorta, i boss di "Cosa Nostra" Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Giuseppe Calò e Antonino Geraci furono condannati all’ergastolo. Nel 2002, vennero condannati come esecutori materiali Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all’ergastolo, mentre Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci furono condannati a quattordici anni di reclusione.
L’Associazione APAMRI - Insigniti d’Italia, insieme al Segretario Generale Michele Grillo, il Consiglio Direttivo e il Delegato della Sicilia, Cavaliere Dott. Pietro Macaluso, rinnova il proprio impegno nel mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per un’Italia libera dalla mafia, affinché il loro esempio continui a ispirare le future generazioni nella lotta per la giustizia e la legalità.