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INTERVISTA ESCLUSIVA.
“Le nostre opere incorporano innovazione e sicurezza. Gestire 32.700 km di strade è una responsabilità che richiede visione, digitalizzazione e collaborazione con imprese virtuose”.
INTERVISTA ESCLUSIVA.
“Le nostre opere incorporano innovazione e sicurezza. Gestire 32.700 km di strade è una responsabilità che richiede visione, digitalizzazione e collaborazione con imprese virtuose”.
Nel contesto odierno, dove l’urgenza di infrastrutture moderne e sicure si intreccia con le sfide della transizione ecologica e digitale, il ruolo dell’Anas torna al centro del dibattito. L’occasione è l’Assemblea Nazionale dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), che si è tenuta questa mattina con il significativo titolo “Il tempo giusto”. Un riferimento diretto non solo all’efficienza nei processi, ma anche al momento cruciale che il settore infrastrutturale sta vivendo in Italia.
A rappresentare l’Anas – società del Gruppo FS Italiane – il suo Amministratore Delegato, Claudio Andrea Gemme, che ha affrontato i temi chiave del settore: riduzione dei tempi di progettazione e realizzazione, sicurezza stradale, digitalizzazione, sostenibilità e investimenti, con una particolare attenzione alle aree interne e al Mezzogiorno. Un'intervista esclusiva per comprendere il futuro della mobilità stradale in Italia.
Dottor Gemme, come si sta muovendo Anas per velocizzare la progettazione e realizzazione delle opere?
"Gestiamo oltre 32.700 km di rete stradale, e su questa estensione l’efficienza è una priorità. L’Anas è impegnata a ridurre i tempi, ma è necessario che le imprese coinvolte rispettino i cronoprogrammi: ci sono aziende virtuose, ma anche altre che non sono all’altezza. Il nostro punto di forza è la capacità interna: progettazione, ingegneria, realizzazione, gestione degli appalti. Tutto avviene in house, grazie a un know-how aziendale consolidato, anche nel saper affrontare i meandri del Codice degli Appalti. È un asset strategico”.
Negli ultimi anni la manutenzione è diventata un pilastro strategico. Come si articola il piano Anas?
“Manutenere oltre 18.700 ponti e 2.157 gallerie è una sfida imponente. E ogni intervento è pensato in funzione di un obiettivo chiave: la sicurezza. È il nostro dovere mettere in sicurezza strade, strutture e ponti. Ma tutto questo ha un costo: per questo il piano di manutenzione richiede investimenti crescenti. L’obiettivo è garantire la sicurezza per 8 milioni di utenti al giorno, con l’ambizione di arrivare a 9,5 miliardi di transiti l’anno”.
L’Anas è oggi un attore della transizione ecologica e tecnologica. Quali misure concrete?
“Puntiamo su guardrail intelligenti, asfalti evoluti, green islands, digitalizzazione dei cantieri e progetti di smart road. La sostenibilità passa attraverso l’innovazione: ogni nuova opera nasce con un elevato tasso di tecnologia, progettata per aumentare la sicurezza e ridurre l’impatto ambientale. È una visione sistemica, non solo ambientale ma anche sociale ed economica”.
La digitalizzazione è ormai imprescindibile. Su quali fronti state investendo?
“Il nostro sforzo maggiore va nella manutenzione predittiva, grazie all’uso di sensori intelligenti, modellazione Bim e monitoraggio da remoto. Lavorare su nuove opere è più semplice, ma il vero salto qualitativo è portare questa tecnologia anche su migliaia di chilometri di strade esistenti che oggi non garantiscono ancora i necessari standard di sicurezza. L’innovazione non può escludere il passato”.
Qual è stato il coinvolgimento dell’Anas nel Pnrr?
“Purtroppo l’Anas non è stata inclusa nel Pnrr, come molte aziende del settore stradale. La Commissione Europea ha escluso investimenti su strade perché considerate fonti di inquinamento. Ma è un paradosso: senza manutenzione e sicurezza, aumentano gli incidenti e le vittime. Il nostro obiettivo è ambizioso: ridurre del 50% la mortalità stradale entro il 2030. Servono investimenti mirati per centrare questo traguardo”.
Ci sono progetti specifici per il Sud e le aree interne?
“Il nostro approccio è uniforme: interveniamo su tutto il territorio nazionale, senza differenze. Nel Comune di Roma, in vista del Giubileo, abbiamo avviato interventi per 411 milioni dieuro: lavori su Piazza Pia, il varo del ponte di Tor Vergata, e la convenzione per il Ponte dei Congressi. È il simbolo della nostra operatività e della capacità di stare sul campo con tempi rapidi e qualità alta”.