Caso Pifferi: la difesa ha chiesto l'assoluzione

“Non ha mai dato problemi, non è una psicotica, è una ragazza che è cresciuta nell’assoluto isolamento morale, culturale, ma mai ha dato problemi, altrimenti non saremmo qui”.

(Prima Pagina News)
Lunedì 13 Maggio 2024
Milano - 13 mag 2024 (Prima Pagina News)

“Non ha mai dato problemi, non è una psicotica, è una ragazza che è cresciuta nell’assoluto isolamento morale, culturale, ma mai ha dato problemi, altrimenti non saremmo qui”.

E' stata chiesta l'assoluzione per Alessia Pifferi, la donna arrestata per la morte della figlia Diana, di 18 mesi, trovata morta il 20 luglio 2022, in un'abitazione a Milano.

A chiedere l'assoluzione è stata la legale della donna, Alessia Pontenani, nel corso dell'udienza odierna davanti alla Corte d'Appello di Milano.

“Non ha mai dato problemi, non è una psicotica, è una ragazza che è cresciuta nell’assoluto isolamento morale, culturale, ma mai ha dato problemi, altrimenti non saremmo qui”.

“Alessia Pifferi ha avuto una vita terribile, è cresciuta nell’abbandono e nell’incuria”, ha proseguito. “bambina bisognosa di amore al punto da diventare pericolosa”.

“E’ stata attaccata a me perché le sto dando la cura e l’affetto che non ha mai avuto”, ha aggiunto la legale, parlando dei problemi della Pifferi avuti da bambina e dei rapporti con la madre, Maria Alessandri, e la sorella Viviana.

“A un certo punto la signora Alessandri ha un incidente e il padre scrive: ‘Chi meglio della bambina – Alessia ha 15 anni in quel momento – può fare aiuto morale alla madre?”.

Da allora, Alessia non è più andata a scuola, “non per mancanza di volontà, ma per accudire la madre”. “Non ha mai lavorato un giorno in vita sua”, era stata mandata a fare la donna delle pulizie, ma poi la famiglia ha “pensato a un banchetto”, al mercato davanti casa sua, progetto che però non si è concretizzato. Quindi, “Alessia non ha mai lavorato un solo giorno”.

L'avvocato di Viviana Pifferi e Maria Alessandri, Emanuele Di Mitri, ha richiesto un risarcimento pari a 200 mila euro per la nonna della bambina e di 150 mila euro per la zia. Secondo Di Mitri, “è evidente il danno dato dalla perdita del rapporto di parentela, un danno privo di giustificazioni, argomentazioni”.

“Ha tradito la piccola Diana, ha ucciso volontariamente” la bimba “lasciandola sola senza acqua e senza cibo per sei giorni”, ha proseguito Di Mitri. La donna, ha aggiunto l'avvocato, “ha retto la condotta di abbandono della figlia dicendo una marea di bugie a tutti”, “ha accettato volontariamente unico esito possibile che era morte della figlia”.


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