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Perdite milionarie e gestione ministeriale inefficace: il futuro di Cinecittà in bilico.
Perdite milionarie e gestione ministeriale inefficace: il futuro di Cinecittà in bilico.
Cinecittà, il leggendario centro della produzione cinematografica italiana, sta affrontando una crisi senza precedenti che ne minaccia il prestigio internazionale e la sopravvivenza economica. I bilanci certificati dalla PricewaterhouseCoopers (PwC), chiamata a verificare lo stato finanziario degli studios dall’amministratore delegato Manuela Cacciamani, dipingono un quadro allarmante: perdite per 6,7 milioni di euro, pari a circa un terzo del capitale sociale. Se non si interverrà rapidamente, queste perdite potrebbero triplicare entro la fine del 2024, aggravando una situazione già critica.
Manuela Cacciamani: un primo atto di trasparenza
Appena insediatasi alla guida di Cinecittà, Manuela Cacciamani ha mostrato la volontà di affrontare la crisi con determinazione, affidando a una società di revisione indipendente come PwC il compito di fare chiarezza sui bilanci. Questo gesto, uno dei suoi primi atti ufficiali, riflette un approccio volto a garantire trasparenza e a porre solide basi per un possibile rilancio.
La situazione critica è stata ereditata da una gestione passata che, nonostante dichiarazioni rassicuranti, ha lasciato profonde crepe finanziarie. Nicola Maccanico, amministratore delegato fino a giugno 2024, aveva sottolineato una presunta crescita del patrimonio netto. Tuttavia, già a marzo dello stesso anno, le perdite avevano superato i 6,5 milioni di euro, anche a causa di operazioni discutibili come una nota di credito di 2,4 milioni di euro verso Fremantle, risalente al 2023. Queste scelte sollevano dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia della precedente gestione.
Chiara Sbarigia: continuità e nuove sfide
Chiara Sbarigia, che ricopriva già la carica di presidente di Cinecittà nel 2023 durante la gestione di Nicola Maccanico, ha un ruolo che non è esente da responsabilità rispetto alla crisi attuale. La sua esperienza potrebbe rappresentare un punto fermo in un momento di grande incertezza, ma le sfide restano imponenti.
Un simbolo culturale in crisi
La crisi finanziaria di Cinecittà non è solo un problema economico. Questo luogo è un simbolo della cultura italiana, un patrimonio artistico che ha segnato la storia del cinema mondiale. Il suo declino mina il ruolo dell’Italia nell’industria audiovisiva globale, e il fatto che il Tesoro pubblico ne detenga la proprietà solleva interrogativi sul mancato intervento tempestivo delle istituzioni.
Verso il rilancio: un piano necessario
Per invertire questa pericolosa tendenza, non basta coprire le perdite. Cinecittà necessita di un piano di rilancio ambizioso e strutturato. Attrazione di investitori, valorizzazione delle potenzialità del mercato audiovisivo globale e una visione strategica a lungo termine sono passi imprescindibili. Gli studios non devono solo risollevarsi economicamente, ma tornare a essere un punto di riferimento culturale e artistico.
Una sfida collettiva
La crisi di Cinecittà non riguarda solo chi la guida o chi lavora al suo interno, ma tutto il settore cinematografico italiano e le istituzioni coinvolte. Manuela Cacciamani e Chiara Sbarigia hanno il compito di traghettare Cinecittà verso un nuovo futuro, ma servirà un impegno corale.
Senza un’azione immediata e decisa, il declino di Cinecittà rischia di trasformare un sogno collettivo in un’amara realtà. Salvare Cinecittà significa preservare una parte fondamentale del patrimonio culturale italiano: un fallimento sarebbe inaccettabile.