Consulta: il payback su dispositivi medici è legittimo

Confindustria: "Le aziende rischiano una crisi irreversibile". Giani: "Togliamo l'incremento dell'addizionale Irpef".

(Prima Pagina News)
Martedì 23 Luglio 2024
Roma - 23 lug 2024 (Prima Pagina News)

Confindustria: "Le aziende rischiano una crisi irreversibile". Giani: "Togliamo l'incremento dell'addizionale Irpef".

Il sistema del payback sui dispositivi medici "presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all'art. 41 della Costituzione, quanto al periodo 2015-2018".

E' quanto stabilisce la Consulta, che ha depositato due sentenze sul tema, la numero 139 e la numero 140.

Il sistema "pone a carico delle imprese per tale arco temporale un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico-finanziaria di grave difficoltà". In più, "il meccanismo non risulta neppure sproporzionato, alla luce della significativa riduzione al 48 per cento dell'importo originariamente posto a carico delle imprese, riduzione ora riconosciuta incondizionatamente a tutte le aziende in virtù della sentenza n.139".

La Corte fa anche notare che "la disposizione censurata non contrasta con la riserva di legge prevista dall'art. 23 Cost. per l'imposizione di prestazioni patrimoniali".

La sentenza numero 140 spiega "che la disposizione censurata non ha natura retroattiva, in quanto il comma 9-bis dell'art. 9-ter, introdotto nel 2022, si è limitato a rendere operativo l'obbligo di ripiano a carico delle imprese fornitrici, senza influire, in modo costituzionalmente insostenibile, sull'affidamento che le parti private riponevano nel mantenimento del prezzo di vendita dei dispositivi medici".

La preoccupazione delle aziende del settore, però, è grande: per Confindustria Dispositivi Medici, l'applicazione del payback "causerà una crisi irreversibile". "Chiediamo con forza al Governo l'immediata convocazione di tavoli per gestire la crisi del comparto", si legge in una nota del Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Nicola Barni.

"La pronuncia di rigetto della Corte costituzionale sull'incostituzionalità del meccanismo del payback sui dispositivi medici versa un intero comparto e tutta la filiera italiana del settore in una crisi irreversibile. Gran parte delle imprese non solo saranno nell'impossibilità di sostenere il saldo di quanto richiesto dalle regioni, ma saranno altresì costrette ad avviare procedure diffuse di mobilità e licenziamento, ad astenersi dalla partecipazione a gare pubbliche e, in molti casi, a interrompere completamente la propria attività in Italia", rileva Barni.

"Confindustria Dispositivi Medici chiede con forza al Governo l'immediata convocazione e costituzione di tavoli per gestire la crisi del comparto. Inoltre, con questa sentenza - conclude la nota - non si è considerato che le imprese potrebbero non essere in grado di provvedere alle forniture con un'inevitabile ripercussione sulla capacità del sistema di garantire la tutela della salute dei pazienti".

"Basta che il governo voglia, e avendo un decreto simile a quello che ci firmò nel 2022 il ministro Speranza, noi abbiamo per il rimborso dei quattro anni" dal 2019 al 2022 "la possibilità di ottenere dal governo l'autorizzazione a escutere da coloro che forniscono dispositivi medici altri 420 milioni: se il governo fa questo atto, noi togliamo l'incremento dell'addizionale Irpef", dichiara il Governatore della Toscana, Eugenio Giani, secondo cui il mancato ottenimento del rimborso delle aziende ha portato la Regione ad aumentare le aliquote dell'Irpef nel 2023 per evitare tagli al sistema sanitario.

"A questo punto è chiaro che l'aumento del gettito fiscale non deriva dalla Regione, ma deriva dalla politica del governo - dice Giani, a margine di un convegno sulla conciliazione vita-lavoro - quindi a questo punto io vado all'attacco: mi dicano se hanno intenzione di attuare con quel decreto la possibilità che la Regione possa abbattere l'addizionale Irpef con 420 milioni, una cifra consistente".

"La Corte Costituzionale - evidenzia il Governatore toscano - ha riconosciuto legittimo il nostro comportamento, e io sono molto contento perché è la dimostrazione della nostra correttezza: quante volte mi sono sentiti toccato profondamente, sotto questo aspetto, da dichiarazioni di membri dell'opposizione anche in Consiglio regionale.. Quindi con questa sentenza i nostri bilanci sono messi al sicuro: è tutto corretto e giusto quello che abbiamo fatto fino al bilancio del 2022".


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Consulta
dispositivi medici
payback
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU