Covid, le denunce shock dei pazienti abbandonati
Sul gruppo facebook #terapiadomiciliarecovid19 storie di malasanità e consulenze mediche gratuite. Ai post con le richieste di aiuto rispondono pneumologi, anestesisti e internisti.
di Antonio Panei
Domenica 22 Novembre 2020
Roma - 22 nov 2020 (Prima Pagina News)
Sul gruppo facebook #terapiadomiciliarecovid19 storie di malasanità e consulenze mediche gratuite. Ai post con le richieste di aiuto rispondono pneumologi, anestesisti e internisti.
Succede di tutto in questo periodo di allarme covid: ci sono medici e infermieri eroi che spendono la vita per curare i pazienti e poi c'è l'altra faccia della medaglia, sicuramente una minoranza, che invece si fa negare al telefono o non presta assistenza contribuendo al corto circuito di una sanità malata cronica.

Ogni anno, in coincidenza con il picco influenzale, si registrano negli ospedali scene da terzo mondo con gente abbandonata sulle barelle e corridoi dei reparti di medicina pieni di pazienti in attesa di un posto letto. Scene diventate drammaticamente una consuetudine in molti nosocomi italiani. Ci si scandalizza per un giorno e poi si volta subito pagina.

Ma questa volta il vuoto della sanità di emergenza mette i brividi, fa quasi più paura finire in un pronto soccorso che contrarre il virus. Sul gruppo facebook #terapiadomiciliarecovid19, creato dall'avvocato Erich Grimaldi per fornire consulenze gratuite di medici volontari alle richieste di centinaia di cittadini di tutta Italia, è un susseguirsi di post di pazienti che lasciano a bocca aperta per la gravità delle loro denunce contro medici di famiglia che non rispondono alle chiamate degli assistiti, che non ricevono in ambulatorio o che, a volte, si limitano ad indicare loro la via del 118 e delle Usca, pur sapendo che le Unità speciali di continuità assistenziali in molte città non ci sono.

"Con la polmonite - racconta D.C.R. di Roma- sono stata abbandonata in una struttura provvisoria di un ospedale della capitale per 24 ore, senza cibo e acqua". "Stessa situazione per mio marito -scrive L.R. di Roma- solo che lui é anche malato di sclerosi multipla e non è in grado di autogestirsi! Ora sta all'ospedale di Frosinone e io chiusa in casa impotente".

"La paura di tutti -scrive M.P. di Napoli- non è tanto quella di contrarre il virus ma è proprio quella di sentirsi male ed essere abbandonati". "Mia suocera - spiega un'altra iscritta al gruppo #terapiadomiciliarecovid19 - è andata in ambulatorio probabilmente con una bronchite ma il suo dottore si è rifiutato di visitarla, in quanto teme di infettarsi".

Fatti di una gravità inaudita che non possono essere coperti e giustificati dal clima di guerra in cui siamo piombati. Storie di malasanità che adesso si perdono davanti al fiume in piena di una pandemia che miete vittime e paura, ma di cui prima o poi i responsabili dovranno rispondere, se non davanti alla legge, almeno davanti alla loro coscienza. Intanto al profilo pubblico di servizio civile moderato dall'avvocato Grimaldi continuano ad arrivare le richieste di aiuto.

A rispondere, talvolta anche in privato ma sempre gratuitamente, ci sono pneumologi, anestesisti, internisti e generici che cercano di colmare le lacune di una medicina del territorio che fa acqua da tutte le parti.

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