Fotovoltaico a terra: istanza al MiC affinché, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, formuli un piano per individuare le aree
"Avviare un procedimento per il riesame da parte della Conferenza di Servizi della determinazione sul rilascio alla s.r.l. Dcs dell’autorizzazione unica regionale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra".
(Prima Pagina News)
Mercoledì 27 Luglio 2022
Viterbo - 27 lug 2022 (Prima Pagina News)
"Avviare un procedimento per il riesame da parte della Conferenza di Servizi della determinazione sul rilascio alla s.r.l. Dcs dell’autorizzazione unica regionale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra".
No all'installazione di pannelli fotovoltaici su superfici agricole nel comune di Tuscania (VT). È quanto chiedono in un'istanza al MIC, già MIBACT, 6 associazioni di protezione ambientale preoccupate dell'impatto paesaggistico ed ecosistemico che tale scelta comporterebbe. In particolare le associazioni in questione, ovvero Aciec, ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), Italia Nostra, L'Altritalia Ambiente, Pro Natura e VAS (Verdi Ambiente e Società), chiedono al ministero di avviare un procedimento per il riesame da parte della Conferenza di Servizi della determinazione sul rilascio alla s.r.l. DCS dell’autorizzazione unica regionale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra della potenza di 150 MW che occuperebbe 250 ettari di area a destinazione agricola situata a Tuscania e precisamente in località Pian di Vico.

Praticamente il Consiglio di Stato, con sentenza n.02242/2022, pur dando ragione alla ditta ricorrente, lascia aperto uno spiraglio, cioè da la possibilità al MIC di redigere un piano ove siano indicate le aree idonee e quelle non idonee alla realizzazione di tali impianti.

L'istanza delle associazioni in questione quindi, mira a chiedere al suddetto ministero di rimuovere quello che il Consiglio di Stato ha definito “vizio di forma”, presentando cioè in tempi stretti un piano paesaggistico ove siano indicate tali aree. Diversamente il territorio della Tuscia subirebbe un ennesimo sfregio che comporterebbe danni incalcolabili al paesaggio, all'agricoltura e alla flora e alla fauna di quell'ecosistema, come si evince chiaramente dall'intervento di Michele Munafò, ingegnere dell'Ispra, a conclusione della Tavola Rotonda sull'impatto ambientale delle “Energie Green” tenutasi alla Camera dei Deputati lo scorso 12 luglio e organizzata da L'Altritalia Ambiente, dall'ONB (Ordine Nazionale dei Biologi) e da ENPAB.

Secondo l'esponente dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale infatti, il consumo di suolo dovuto ai pannelli fotovoltaici installati nei campi agricoli della Tuscia è enorme. Nel solo territorio di Montalto di Castro (VT), solo per citare un esempio, è di gran lunga superiore a quello di tutte le altre costruzioni presenti in quel comune.

È di vitale importanza quindi che il MIC recepisca quest'istanza affinché possa porre efficacemente una barriera allo sfruttamento indiscriminato del suolo.

Le associazioni in questione non sono assolutamente contrarie al fotovoltaico purché venga installato in alto, ovvero sui tetti degli edifici (non vincolati dalle Sovrintendenze), sulle strade, così come avviene per esempio in Olanda, o su capannoni industriali. Per contro, ritengono inconcepibile sacrificare la produzione agricola, che poi dovrebbe essere compensata con importazioni dall'estero, la bellezza del paesaggio, con tutte le ripercussioni turistiche che ne conseguono, e di servizi ecosistemici, a favore di una produzione elettrica intermittente ed eccessivamente dipendente dalle condizioni meteo.

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