Gabriele Villa, la Thailandia e gli aspetti nascosti del “Paese dei sorrisi”

Intervista a Gabriele Villa, il quale -tra altre attività lavorative- è blogger che racconta quotidianamente nei suoi video e nelle piattaforme social la propria vita quotidiana. La sua pagina social “La Thailandite, Un Italiano a Phuket” riscuote un grande numero di iscritti e followers.

di Francesco Tortora
Sabato 22 Giugno 2024
Dal nostro corrispondente a Bangkok - 22 giu 2024 (Prima Pagina News)

Intervista a Gabriele Villa, il quale -tra altre attività lavorative- è blogger che racconta quotidianamente nei suoi video e nelle piattaforme social la propria vita quotidiana. La sua pagina social “La Thailandite, Un Italiano a Phuket” riscuote un grande numero di iscritti e followers.

Gabriele Villa, la Thailandia e gli aspetti nascosti del “Paese dei sorrisi”
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Gabriele Villa, piemontese di nascita di sé scrive: “Mi chiamo Gabriele Villa sono nato a Moncalieri in provincia di Torino il 19 Novembre 1980, ho frequentato le scuole elementari, medie e superiori presso gli istituti scolastici della mia città. Mi sono diplomato in Ragioneria nel 1999. Dopo di che ho intrapreso l'occupazione di Agente di commercio nel settore farmaceutico, occupandomi della promozione e vendita di Integratori dietetici nelle farmacie. Ho iniziato il mio percorso come semplice agente fino ad essere promosso come capo area nella zona Emilia Romagna e Toscana. Per questo motivo ho imparato fin da giovanissimo a viaggiare, vivere solo ed essere indipendente dall'età di 19 anni”.

Circa il suo profilo professionale e la sua configurazione attuale, lo stesso Gabriele Villa, inoltre, scrive: Arrivato a Bangkok, il mio primo anno di permanenza è stato dedicato allo studio della lingua e cultura thailandese, Questo mi è stato di ottimo aiuto per comprendere gli usi e costumi, nonché le leggi e la cultura del popolo Thai. Dopo avere collaborato con un'azienda di semilavorati per la produzione di gioielli, occupandomi della vendita dei macchinari per la produzione degli stessi, ho deciso di investire nel mercato immobiliare e in attività commerciali. Durante questi 10 anni mi sono dedicato principalmente a due attività, la prima nel settore immobiliare dove ho avviato un'agenzia che si occupa di intermediazione tra gli investitori che scelgono di investire in questo paese e le varie offerte commerciali che il paese stesso offre, fornendo assistenza legale e burocratica al fine di porre l'investitore nelle condizioni di realizzare il proprio progetto in totale accordo con le leggi e le regolamentazioni Thailandesi. La seconda attività che svolgo è dedicata alla compravendita e sviluppo di attività commerciali. Negli anni ho gestito hotel, guesthouse e ristoranti, attività che tuttora svolgo con ottimi risultati. Infine qui ho avuto l'opportunità e fortuna di trovare una compagna con cui ho due meravigliosi figli, David e Christine. Dal 2019 svolgo anche l'attività di video maker e creatore digitale.

 

Quando sei arrivato in Thailandia per la prima volta e perché?

 

In realtà si è trattato di una vacanza. Era stato un periodo parecchio impegnativo nel lavoro ed avevo bisogno di un tempo che mi consentisse di distrarmi, viaggiare, coltivare la mia curiosità verso il Mondo. Era il 2006 ed a dire il vero, ricordo ancor oggi di aver avuto una prima impressione tutt’altro che piacevole. Appena uscito dall’aeroporto, il Suvarnabhumi Airport, fui investito da un’ondata di odori nauseanti, ricordo che ebbi quasi dei conati di vomito. Poco dopo, attraverso un lungo nastro di asfalto, incamminandomi su di esso, intravidi la skyline di Bangkok, il suo profilo disegnato dalle linee dei grattacieli, la vastità del cielo che sovrastava tutto questo ed in quell’istante ho vissuto una specie di momento estatico, davvero difficile da descrivere.

In precedenza, sempre per motivi di svago e per la mia passione per i viaggi, ero stato in Brasile, altra Nazione meravigliosa ed affascinante. Ma lì non ho avvertito la stessa potenziale esigenza di restarvici, il Brasile mi è sembrato un Paese meravigliosamente bello ma -allo stesso tempo- parecchio pericoloso.

 

Potremmo utilizzare una parola desueta al giorno d’oggi, ovvero “magia”?

 

Sì, qualcosa di magico. perché, inspiegabilmente, mi innamorai della Thailandia e dell’idea stessa di restarci, vivere e trascorrere la mia vita nella sua interezza in questa Nazione. Una Nazione che mi ha accolto, mi ha offerto la grande opportunità di diventare padre di due bellissimi figli, di avere relazioni sociali numerose ed intense, sia in ambito professionale sia nei contesti più ludici e di svago, situazioni condivise sia con italiani, sia con locali sia con stranieri che giungono in Thailandia per i più svariati motivi, dal Turismo al Lavoro. L’aver studiato la lingua e gli aspetti storici locali mi ha consentito di affrontare tutto questo con un maggior grado di coscienza e -per certi aspetti- con una maggiore e rispettosa consapevolezza.

 

Un aspetto che colpisce nella tua pagina social è certa aggressività in alcuni commenti, una causticità a tratti parecchio eccessiva ed espressa senza un apparente motivo ragionevole. La si ravvede anche in altre pagine social che si interessano di Thailandia oppure di altre Nazioni trattate e raccontate da “expats” italiani che hanno deciso di vivere all’estero. Tale aggressività verbale -bisogna aggiungere- giunge soprattutto se non esclusivamente dagli utenti italiani. Cosa sei giunto a pensare di tutto questo?

 

Due punti vanno annotati. Innanzitutto, nel tempo, ho sviluppato quella che io ormai chiamo “Corazza social”. I commenti pieni di insulti, spesso grevi oltre che gratuiti persino vero la mia famiglia, il mio passato sentimentale, il mio profilo professionale, in alcuni casi mettendo di mezzo anche i miei figli che sono minori ed andrebbero rispettati nell’essere dei bambini, oggi mi lasciato inscalfito, non mi intaccano più di tanto. Certo, provo del rammarico quando i miei genitori -che spesso visito in Italia anche in compagnia dei miei figli- leggono quei commenti e si chiedono quale sia la natura di tanto livore e cattiveria. Provo dispiacere quando la madre dei miei figli, i miei parenti ed amici affettuosi leggono questi veri e propri insulti e restano basiti nel riscontrare tale rabbia repressa.

Il secondo aspetto su cui ho molto riflettuto è questo: come accennato, viaggio spesso in Italia, per far visita ai miei genitori, ai miei amici storici in Piemonte, quando sono con i miei figli, viviamo insieme vari aspetti dell’Italia, percorsi museali, turistici, gastronomici, cerco di incuriosire i miei figli sulla Storia e sull’Arte dell’Italia attraverso la sua evoluzione secolare. Ebbene, tutto questo mi consente di mettere a confronto la tipologia dello sviluppo della Thailandia -in ambito economico, finanziario, lavorativo, imprenditoriale, nella creazione di reti di infrastrutture etc.- e quanto accade parallelamente in Italia. Ebbene, riscontro il fatto che l’Italia è sempre più  preda di normative, regole, leggi, direi asfissianti. Ci sono aspetti della Burocrazia, in Italia, anche in ossequio a quanto prevede l’Unione Europea, che finiscono con l’asfissiare il potenziale investitore, l’imprenditore, certa cultura artigianale italiana è quasi del tutto scomparsa, relegata in ambiti ristretti e senza un vero futuro, a fronte della potenza dei grandi Marchi internazionali, delle multinazionali. Non ci sono forme di sostegno da parte governativa a favore di chi resta indietro, anzi, chi rimane al di fuori di certa vistosa opulenza e ricchezza (che magari si rivela artefatta e fittizia) è demonizzato, deriso, emarginato. Una Nazione, l’Italia, che ha sempre meno coscienza del suo passato glorioso (antico e recente) e che sta vivendo una fase progressivamente calante ormai da decenni. Faccio un piccolo esempio: uno studente delle scuole medie superiori che intende proseguire e passare dai Colleges all’Università, gode di un sostegno governativo, riceve denaro sufficiente per affitare una stanza studio e vivere dignitosamente la fase degli studi universitari che ovviamente sono parecchio impegnativi. E costosi. Appena raggiunta la maggiore età, i giovani e giovanissimi thailandesi, li vedi al lavoro un po’ ovunque, servire ai tavoli di bar, pub, ristoranti, nei “7-Eleven”, in ufficio, nei servizi di accoglienza in grattacieli, hotel, sono ovunque e colorano il panorama sociale thailandese non solo nelle metropoli. Tutti sono regolamentati e con contratti chiari e ben definiti a livello nazionale. Ora io vi chiedo: da quanto tempo non assistiamo a tutto questo in Italia?


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