Israele-Iran, Teheran: "Stiamo pensando di chiudere lo Stretto di Hormuz"

Sirene d'allarme nel Nord d'Israele. Idf: "Abbiamo danneggiato 2/3 dei lanciatori di missili iraniani".

(Prima Pagina News)
Giovedì 19 Giugno 2025
Roma - 19 giu 2025 (Prima Pagina News)

Sirene d'allarme nel Nord d'Israele. Idf: "Abbiamo danneggiato 2/3 dei lanciatori di missili iraniani".

Ventiquattro persone sono state arrestate dalla polizia iraniana con le accuse di spionaggio per conto di Israele e di voler arrecare danno all'immagine dell'Iran. E' quanto riferiscono le stesse forze dell'ordine in un comunicato citato dall'agenzia Tasnim.

"Ventiquattro individui che stavano spiando per il nemico sionista offline e online, e che stavano cercando di turbare l'opinione pubblica e di offuscare e distruggere l'immagine del sacro sistema della Repubblica Islamica dell'Iran, sono stati arrestati", ha detto il comandante della polizia di Teheran ovest, Kiumars Azizi.

Secondo quanto hanno fatto sapere le Idf, le sirene d'allarme sono tornate a suonare nel nord di Israele per il lancio di missili dall'Iran.

L'Iran sta considerando l'ipotesi di chiudere lo Stretto di Hormuz come rappresaglia per l'attacco israeliano. E' quanto ha confermato un membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento, ripreso dalla Tass: "La possibile chiusura dello Stretto é una delle opzioni attualmente sul tavolo".

Venti caccia dell'Aeronautica Militare israeliana hanno condotto un'ondata di attacchi nell'Iran occidentale, in cui sono stati presi di mira infrastrutture missilistiche terra-terra e soldati delle forze armate iraniane. Lo rende noto l'emittente Channel 12, riportando la Reuters. "Due terzi dei lanciatori iraniani sono stati danneggiati", ha dichiarato una fonte israeliana.

Uno dei missili caduto in Israele, ha confermato il comando del fronte interno, era "un missile in grado di disperdere piccole munizioni che si propagano su un'area relativamente ampia", cioè una bomba a grappolo. "Alcune delle munizioni potrebbero rimanere a terra e non esplodere. Non toccate gli oggetti caduti o sospetti: chiamate immediatamente i soccorsi", ha poi avvertito il comando.

"Il fatto stesso che gli americani, amici del regime sionista, siano entrati in scena e stiano dicendo queste cose è un segno della debolezza e dell'incapacità di quel regime". Così l'ayatollah Ali Khamenei, in un post su X. "Vorrei dire alla nostra cara nazione che se il nemico percepisce che lo temete, non vi lascerà andare. Continuate a comportarvi come avete fatto finora, continuate a comportarvi con forza", ha continuato.

Khamenei "non può essere autorizzato a continuare a esistere", Lo ha dichiarato il Ministro israeliano della Difesa, Israel Katz a Holon, sobborgo di Tel Aviv colpito stamani da un raid missilistico di Teheran.

"Khamenei dichiara apertamente di voler distruggere Israele. Considera la distruzione di Israele un obiettivo", ha detto Katz, parlando con i cronisti. "Non può essere autorizzato a continuare a esistere un uomo simile", ha concluso.

"Vorremmo mettere in guardia Washington dall'intervento militare in questa situazione, che sarebbe un passo estremamente pericoloso con conseguenze negative davvero imprevedibili". Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ripresa dalla Tass, in merito alla possibilità che Washington attacchi l'Iran.

"Stiamo lavorando per facilitare l'uscita da Teheran e da Israele dei nostri connazionali che intendono lasciare questi Paesi. Stiamo organizzando dei voli charter che sono a pagamento perché non si tratta di una evacuazione ma di un aiuto e di un coordinamento agli italiani che intendono lasciare l'Iran e Israele". Lo ha detto il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai cronisti a margine riunione ministeriale a Taormina per la Conferenza di Messina. In Israele, ha proseguito, "ci sono circa 20 mila italiani, mentre in Iran erano 450 ma adesso credo siano 400".

Si è tenuta stamani una conversazione telefonica tra il Presidente russo, Vladimir Putin, e l'omologo cinese, Xi Jinping, in cui è stata espressa una condanna per l'operazione militare israeliana in Iran. I due leader hanno anche chiesto una soluzione negoziata del conflitto. E' quanto ha reso noto il Consigliere Presidenziale russo, Yuri Ushakov, secondo quanto riporta Ria Novosti.

I due leader hanno evidenziato che Mosca e Pechino "aderiscono allo stesso approccio e condannano fermamente le azioni di Israele, che violano la Carta delle Nazioni Unite e altre norme di diritto internazionale", ha proseguito Ushakov. "Mosca e Pechino - ha aggiunto il consigliere russo, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax - partono fondamentalmente dal presupposto che la risoluzione della situazione attuale e delle questioni relative al programma nucleare iraniano non può essere raggiunta con la forza. Una risoluzione può e deve essere raggiunta esclusivamente con metodi politici e diplomatici".

L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) è "partner" dell'aggressione israeliana. A lanciare quest'accusa è stato l'Iran. "Lei ha tradito il regime di non proliferazione, ha reso l'Aiea un partner in questa ingiusta guerra di aggressione, ha trasformato l'Aiea in uno strumento di comodo per coloro che non sono membri del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) per privare i membri del Tnp del loro diritto fondamentale ai sensi dell'Articolo 4. Lei ha la coscienza pulita?!", ha scritto, su X, il portavoce del Ministero iraniano degli Esteri, Esmail Baghaei, rivolgendosi al direttore generale dell'Agenzia, Rafael Mariano Grossi.

Se gli Stati Uniti si schiereranno con Israele, Donald Trump avrà "una morte umiliante". Parola dello staff del defunto Presidente dell'Iran, Ebrahim Raisi. "Trump - è l'avvertimento lanciato dallo staff di Raisi, in una nota ripresa dal sito Iran International, vicino all'opposizione - deve ancora rispondere del sangue di Qasem Soleimani", l'ex comandante dei Pasdaran ucciso in Iraq nel 2020, "ed è atteso dalla vendetta della nazione iraniana. Una morte umiliante lo aspetta, e sarà sicuramente abbattuto dalla mano del mondo oppresso".

"Tutte le opzioni sono aperte, è meglio non parlarne sui media". Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in visita all'ospedale Soroka attaccato da missili iraniani, replicando ad una domanda se crede che sia il momento di uccidere l'ayatollah Khamenei. La partecipazione di Washington al conflitto, ha aggiunto Netanyahu, "dipende da Trump, lui conosce il gioco". E sul rovesciamento degli ayatollah: "2.500 anni fa Ciro liberò il popolo ebraico, ora il popolo ebraico sta aiutando il popolo persiano a liberarsi".

Questa mattina, sulla scia delle restrizioni imposte dalle autorità iraniane ieri, in via precauzionale, contro possibili infiltrazioni e sabotaggi israeliani, c'è stato un blackout generalizzato degli accessi ai principali siti web iraniani. E' quanto riferisce NetBlocks, organismo britannico specializzato nella sorveglianza online. Milioni di iraniani sarebbero impossibilitati ad accedere alle informazioni, secondo fonti dell'opposizione: anche loro hanno riferito di non poter accedere ai siti iraniani.

Secondo quanto riferisce Human Rights Activists News Agency, il bilancio indicativo aggiornato degli attacchi israeliani in Iran è di almeno 639 morti e 1.329 feriti. Secondo l'ong, la gran parte delle persone uccise sono civili. In totale, Israele ha attaccato 21 province. I dati dell'Hrana, a dispetto della mancanza di numeri ufficiali completi e delle restrizioni imposte da Teheran, sono stati ripresi dal sito Iran International.

Insieme con il premier Benjamin Netanyahu, ho dato ordine alle Idf di "attaccare l'Iran con maggiore intensità: obiettivi strategici e governativi a Teheran per eliminare minacce e indebolire il regime degli ayatollah". Così il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. "Il codardo dittatore iraniano si nasconde nelle profondità del bunker fortificato e spara colpi contro ospedali ed edifici residenziali in Israele: sono crimini di guerra della più grave specie e Khamenei sarà ritenuto responsabile dei suoi crimini", ha scritto il Ministro su X. 

65 persone sono rimaste ferite stamani, a causa del bombardamento perpetrato dall'Iran. Lo riferisce il servizio israeliano di emergenza Magen David Adom (Mda). Sei civili sono in gravi condizioni, di cui due evacuati allo Sheba Hospital di Tel Hashomer e quattro al Wolfson Hospital di Holon.

"I tiranni terroristi iraniani hanno lanciato missili contro l'ospedale Soroka e contro i civili. Pagheranno un prezzo alto", scrive su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

"L'ospedale Soroka di Beer Sheva è uno dei migliori di Israele e serve l'intera regione del Negev, curando israeliani di ogni fede e i nostri vicini palestinesi che vengono appositamente per essere curati. Il suo personale devoto - ebrei e arabi - lavora fianco a fianco in straordinaria armonia, unito dalla missione di guarire", dichiara il Presidente israeliano, Isaac Herzog. "Mando forza e sostegno alle équipe mediche, ai pazienti e ai residenti di Beer Sheva e di tutte le città attaccate questa mattina in Israele. In momenti come questi, ci viene ricordato cosa è veramente in gioco e i valori che stiamo difendendo", conclude Herzog.

Le Idf hanno confermato di aver attaccato il reattore nucleare ad acqua pesante di Arak, che ospita la struttura di contenimento del reattore, componente chiave per produrre plutonio. Il portavoce delle Idf ha anche fatto sapere che 40 aerei da combattimento hanno attaccato diverse decine di obiettivi militari, con più di 100 bombe nel corso della notte. Inoltre, l'Aeronautica Militare ha attaccato "un sito utilizzato per lo sviluppo di armi nucleari a Natanz, dove si trovano componenti e attrezzature uniche utilizzate per lo sviluppo di armi nucleari e dove vengono sviluppati progetti che consentono di accelerare il programma nucleare".

In precedenza, i media israeliani avevano riferito che alcuni caccia militari avevano attaccato il reattore di Arak. La notte scorsa, le Idf avevano diffuso un messaggio in farsi, avvertendo la popolazione di abbandonare l'area.

La polizia ha fatto evacuare l'ospedale Soroka, a Beer Sheva: dopo l'impatto del missile balistico iraniano, è sorto il sospetto che alcune sostanze pericolose siano fuoriuscite al piano superiore della struttura.

Questa mattina, l'Iran ha attaccato Israele lanciando una ventina di missili balistici: alcuni hanno colpito direttamente edifici a Tel Aviv, Holon e Ramat Gan (centro Israele). Stando al servizio di emergenza Magen David Adom, ci sono feriti. Un missile iraniano ha colpito l'ospedale Soroka, a Beer Sheva, nel sud di Israele. I soccorritori sul posto avvertono che ci sono gravi danni e il rischio di crolli.

Secondo quanto riportano fonti informate al Wsj, nella serata di ieri, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confidato ai suoi consiglieri di aver dato il suo via libera al piano d'attacco contro l'Iran, ma anche di voler attendere per capire se Teheran rinuncerà al suo programma sul nucleare.


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