Lorena Quaranta, il padre: "Sentenza Cassazione gravissima e ingiusta, così la uccidono di nuovo"

"La verità è che De Pace aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia".

(Prima Pagina News)
Lunedì 22 Luglio 2024
Messina - 22 lug 2024 (Prima Pagina News)

"La verità è che De Pace aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia".

"Il Covid non c'entra niente" con l'omicidio di Lorena. A dirlo, in lacrime, è Vincenzo Quaranta, il padre della ragazza strangolata il 31 marzo 2020, all'inizio del lockdown per Covid-19, dal fidanzato, Antonio De Felice, in una villetta a Furci Siculo (Me).

Per Quaranta, la sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato l'ergastolo a De Felice per "stress da Covid" è "un affronto". "Quello che è successo con questa sentenza è gravissimo e ingiusto, così la uccidono di nuovo. Chissà se Lorena fosse stata la figlia di questi giudici...", ha dichiarato l'uomo al Messaggero.

L'attenuante dell'emergenza sanitaria per la pandemia, secondo Quaranta, è inaccettabile: "Il Covid era appena cominciato. La verità è che De Pace aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia. Lei si era quasi laureata in Medicina, lui era specializzando in Scienze Infermieristiche e Lorena l'aveva spinto a non fermarsi e a entrare in Odontoiatria". "Aveva paura di non essere all'altezza, ma non sapevamo fosse un mostro".

Nel corso dell'intervista, Quaranta rivela il contenuto di alcuni messaggi che sua figlia aveva inviato a De Pace nell'ottobre del 2019: "Stai manifestando il carattere che mi fa pena. Me ne frego se sei infermiere o medico. Preferisco dire con dignità che sono la fidanzata di un infermiere che si comporta da uomo e non di un medico cafone. Mi riempi tanto la testa con il fatto che vuoi essere alla mia altezza e poi ti comporti come un paesano ignorante che dà colpi sul vetro".

Per quanto riguarda i tentativi di suicidio messi in atto dall'infermiere, ha detto: "Crede davvero che un infermiere specializzando non sia in grado di suicidarsi se lo vuole? Si è fatto due graffi con un coltellino e poi la storia del phon nella vasca da bagno. Tutta una messinscena, avrebbe avuto tutto il tempo di riuscirci. È rimasto circa due ore in casa con il cadavere di mia figlia. Ha finto e in questi anni".

L'efferatezza dell'omicidio è stata messa in evidenza dai giudici di secondo grado: "Prima l'ha colpita con una lampada, rompendole anche i denti, e poi l'ha soffocata", dice Quaranta, che non perde la speranza a che i giudici tornino ad esaminare tutti gli elementi e riformulino la sentenza di ergastolo. "Continueremo a lottare, così sono disumani", conclude.


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