Morte Giulia Tramontano, Impagnatiello in lacrime in aula: "Chiedo scusa"
La sorella di Giulia su Instagram: "Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura".
(Prima Pagina News)
Giovedì 18 Gennaio 2024
Milano - 18 gen 2024 (Prima Pagina News)
La sorella di Giulia su Instagram: "Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura".
Ha preso il via stamani, alla Corte d'Assise di Milano, il processo contro Alessandro Impagnatiello, il barman di 30 anni accusato di omicidio volontario aggravato, anche dalla premeditazione,per la morte dell'ex fidanzata, Giulia Tramontano, uccisa con 37 colpi di coltello a Senago (Mi), il 27 maggio scorso.

La ragazza, che aveva 29 anni, era incinta al settimo mese.

Ora, i familiari di Giulia si augurano che la "condotta sia sanzionata come merita". A spiegarlo è stato il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti, prima dell'inizio dell'udienza. La famiglia Tramontano chiede una condanna all'ergastolo.

Rendendo le sue dichiarazioni spontanee in aula, Impagnatiello si è messo a piangere: "Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza", ha detto.

"Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità. Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono", ha continuato il ragazzo, detenuto a San Vittore, che è arrivato vestito con un giaccone scuro, jeans e scarpe da tennis, e con la testa bassa. Si è seduto sulla panca nella gabbia dell'aula della prima Corte di Assise. Nell'aula erano presenti moltissime persone, tra curiosi e giornalisti, inclusa la sorella di Giulia, Chiara Tramontano.

"E' una scelta importante e coraggiosa quella del Comune i cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta". Così, ai cronisti, Antonio Ingroia, ex pm e legale del Comune di Senago, che chiede di essere parte civile all'interno del processo. Risalta con evidenza, ha continuato Ingroia, la "premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità".

Esattamente come accade con i crimini di mafia, aggiunge l'ex pm, "c'e stata da parte sua la precostituzione di impunità". "Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c'è stata lucidità nell'intento criminale", conclude.

"Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura", ha scritto in una storia su Instagram Chiara Tramontano, dopo la prima udienza.

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Giulia Tramontano
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