Paderno Dugnano (Mi): uccise la sua famiglia, giudizio immediato per 18enne

Processo il 26 giugno.

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Mercoledì 05 Marzo 2025
Milano - 05 mar 2025 (Prima Pagina News)

Processo il 26 giugno.

Sarà celebrato il processo con rito immediato il prossimo 26 giugno per il 18enne Riccardo Chiarioni, che durante la notte tra il 31 agosto e il 1 settembre scorsi, quand'era ancora minorenne, accoltellò a morte suo padre, sua madre e il fratello 12enne nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano (Mi). E' quanto ha stabilito la Gip del Tribunale dei Minori di Milano, Laura Margherita Pietrasanta.

All'interno del provvedimento, depositato stamani a seguito della richiesta dei pm, per omicidio aggravato da premeditazione, la Gip ha scritto che il ragazzo ha ucciso la famiglia con 108 coltellate.

L'avvocato difensore del ragazzo, Amedeo Rizza, chiederà l'abbreviato e si aspetta il deposito della perizia psichiatrica: a ottobre scorso, su richiesta della difesa, la Gip ha chiesto a Franco Martelli, specialista in psichiatria e in criminologia clinica, di condurre la perizia psichiatrica in incidente probatorio sul ragazzo, che si trovava nel carcere minorile di Firenze, per valutare se al momento dell'omicidio fosse in grado di intendere e volere, e la capacità processuale, che sarà depositata nei prossimi giorni e discussa durante la prossima udienza, in programma il 1 aprile. L'esperto dovrà capire se, al momento dell'omicidio, il ragazzo avesse anche soltanto un vizio parziale di mente, cosa che potrà influire sulla pena.

Nel frattempo, nei giorni scorsi, le pm per i minorenni Sabrina Ditaranto e Elisa Salatino, hanno chiesto il giudizio immediato, ordinato quest'oggi dalla Gip, indicando nell'imputazione le 108 coltellate, molto più alto rispetto a quanto emerso dalle prime autopsie. Gran parte delle coltellate sono state inferte al fratellino.

Dunque, ci sarà un processo con una riduzione sull'eventuale pena, a meno che non venga accertato un vizio di mente. Il processo si terrà in un'altra data rispetto a quella fissata per il giudizio immediato.

"Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima", aveva fatto mettere a verbale il ragazzo, riferendosi ad un "malessere" che covava da tempo, ma che durante l'estate si era acuito e aggiungendo di sentirsi "estraneo" rispetto al resto del mondo. Tra i temi già contestati dalla difesa, durante la fase della misura cautelare, c'era quello dell'aggravante della premeditazione. In seguito, la difesa aveva nominato un proprio consulente di parte, lo psichiatra Marco Mollica.

Dopo sei mesi di indagini condotte dai Carabinieri, però, non è stato ancora trovato un motivo concreto all'accaduto: padre, madre e fratellino furono uccisi con un coltello da cucina.

"Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero", aveva confessato subito il ragazzo, che in camera sua aveva una copia del Mein Kampf di Hitler e i discorsi di Benito Mussolini scritti a matita su un quaderno, affiancati da disegni di aquile romane e fasci littori e appunti su lame e coltelli.


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