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Un luogo unico di arte, visione e invenzione rischia di scomparire. L’appello della comunità artistica per salvare la dimora di uno dei più grandi visionari italiani. Superate le tremila firme.
Un luogo unico di arte, visione e invenzione rischia di scomparire. L’appello della comunità artistica per salvare la dimora di uno dei più grandi visionari italiani. Superate le tremila firme.
La casa-studio dell’artista e scrittore Luigi Serafini, celebre per la sua opera inclassificabile e universalmente ammirata, è sotto minaccia. Un luogo straordinario, sospeso tra realtà e immaginazione, rischia di scomparire a causa di una situazione burocratica e legale che potrebbe cancellare per sempre uno degli spazi più visionari della cultura italiana contemporanea.
Quella che per oltre quarant’anni è stata la fucina creativa di uno degli autori outsider più significativi del Novecento – riconosciuto a livello internazionale per la sua opera visiva e letteraria – potrebbe chiudere i battenti. Non si tratta solo di un’abitazione: è un’opera d’arte vivente, un laboratorio di sogni, uno scrigno che custodisce disegni, installazioni, oggetti visionari e memorie irripetibili.
Luigi Serafini, con il suo linguaggio indecifrabile e le sue immagini oniriche, ha ispirato generazioni di artisti, architetti, designer e scrittori. Le sue creazioni sono state paragonate alle visioni di Borges, Escher e Calvino. Salvare la sua casa-studio non è solo un atto di tutela culturale: è una dichiarazione d’amore verso l’immaginazione come forza creativa e civile.
Lanciata online da cittadini, artisti, intellettuali e appassionati d’arte, la petizione per salvare la casa-studio di Luigi Serafini ha già raccolto migliaia di firme. L’obiettivo è chiaro: chiedere l’intervento delle istituzioni per riconoscere questo spazio come bene culturale da tutelare e valorizzare.
Per difendere l’arte visionaria e non convenzionale, che troppo spesso resta ai margini. Per tutelare un bene culturale unico, che rappresenta un patrimonio ancora vivo e pulsante.
Per non perdere un luogo simbolico, dove arte, architettura, letteratura e sogno si fondono. Partecipare è un atto di responsabilità culturale. Difendiamo la casa dove abita l’immaginazione.